{"id":74992,"date":"2024-02-23T13:38:02","date_gmt":"2024-02-23T11:38:02","guid":{"rendered":"https:\/\/www.lavoce.it\/?p=74992"},"modified":"2024-02-23T13:40:15","modified_gmt":"2024-02-23T11:40:15","slug":"assisi-presentato-il-restauro-che-svela-il-vero-volto-di-san-francesco","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/assisi-presentato-il-restauro-che-svela-il-vero-volto-di-san-francesco\/","title":{"rendered":"Assisi, presentato il restauro che svela il vero volto di san Francesco"},"content":{"rendered":"
A cinquant\u2019anni dall\u2019ultimo intervento, il 16 febbraio ad Assisi<\/strong> sono stati presentati<\/strong> i lavori di restauro dell\u2019affresco<\/strong> della<\/span> Madonna in trono con il Bambino, angeli e san Francesco di Cimabue, noto anche come \u201cMaest\u00e0 di Assisi\u201d<\/strong>.<\/span><\/p>\n Un appuntamento atteso, che ha \u201csvelato\u201d il vero volto di san Francesco, databile tra il 1285 e il 1290<\/strong>. Situato nel transetto destro nella basilica inferiore<\/strong>, mostra la Madonna con Ges\u00f9 bambino su un trono tra quattro angeli e con la rappresentazione di san Francesco in piedi a destra. L\u2019affresco infatti \u00e8 celebre non solo per la raffigurazione della Vergine in trono, ma anche per quello che si ritiene uno dei ritratti pi\u00f9 antichi e affidabili del Santo, realizzato secondo la tradizione, sulla base delle indicazioni di chi lo aveva conosciuto personalmente.\u00a0<\/span> Il Santo, raffigurato a un lato, scalzo con il saio, la barba corta e la chierica, fissa il fedele con uno sguardo compassionevole e con evidenti segni delle stimmate su mani<\/span> e piedi. Ha un\u2019evidente ferita al petto dove tiene un libro in un abbraccio.<\/span><\/p>\n Si sa che l\u2019affresco \u00e8 stato pi\u00f9 volte restaurato nei secoli, anche dalla bottega di Giotto: si afferma infatti che il trono fosse in parte ricoperto di oro, e via via l\u2019opera fu abbellita, e ritoccando lo stesso Santo per rendere le orecchie pi\u00f9 \u2018nobili\u2019, non a sventola. <\/span>Su un trono<\/span> in legno elegantemente intagliato e posto di traverso e non al centro, siede Maria; tiene il Bambino sulle ginocchia con disinvoltura in una posizione asimmetrica, poggiando il piede destro su un gradino basso e quello sinistro pi\u00f9 in alto, facilitando la tenuta del figlio. <\/span><\/p>\n Molto naturale e significativo, accentuando il rapporto stretto e l\u2019amore tra Ges\u00f9 e Maria, il gesto del bambino<\/span> che tende una mano e afferra con naturalezza un lembo della veste della madre, mentre Maria, dalle dita lunghe e affusolate, gli accarezza un piedino. Intorno a loro sono disposti gli angeli sorridenti che si rivolgono allo spettatore inclinando le teste e dando movimento all\u2019opera. I due in alto piegano la testa verso l\u2019interno, quindi verso la Madonna e il Bambino, mentre i due in basso verso l\u2019esterno. Sono elegantemente appoggiati con le mani al trono; i primi due hanno i piedi poggiati a terra, mentre i due dietro di loro sembrano fluttuare.<\/span><\/p>\n<\/div>\n<\/div>\n L\u2019opera sembra rappresentare due gruppi in contrasto tra loro. Nel primo, dove sono rappresentate le figure degli angeli, di Maria e di Ges\u00f9, si pu\u00f2 constatare la loro eleganza e fastosit\u00e0; mentre nel secondo, dove viene rappresentato san Francesco, si evidenzia la semplicit\u00e0 e la sobriet\u00e0. Inoltre \u00e8 tornato a splendere il prato verde su cui poggia l\u2019opera. Oggi possiamo vedere il dipinto in tutto il suo splendore: un restauro meticoloso, studiato nei minimi dettagli.<\/span><\/p>\n<\/div>\n<\/div>\n Il restauro della <\/strong><\/span>Maest\u00e0<\/strong> di Cimabue<\/strong> \u00e8 stato realizzato da un\u2019\u00e9quipe della Tecnireco<\/strong>, diretta dal capo restauratore della basilica di San Francesco, Sergio Fusetti<\/strong>. Il progetto conservativo, iniziato a gennaio 2023, ha richiesto un anno.<\/span> Come spiega<\/span> Fusetti, si trattava di rimuovere tutti gli strati dei vari restauri avvenuti nei secoli, con molta attenzione, per arrivare allo strato originale.<\/span> Importante \u00e8 stato rimuovere i protettivi che si usavano negli anni \u201970. Si \u00e8 usata dalla lente d\u2019ingrandimento a<\/span> sofisticate apparecchiature.<\/span><\/p>\n Cimabue utilizzava una tecnica che con il tempo non ha favorito la conservazione di molte sue opere, intonacando tutta la parte da dipingere e passando il colore quando ormai l\u2019intonaco era asciutto, senza assorbimento del <\/span>colore. Quest\u2019opera la esegu\u00ec in un giorno, intonacando tutta la parete e successivamente pass\u00f2 il colore. Inoltre, come consueto all\u2019epoca, usava la biacca, cio\u00e8 carbonato basico di piombo: i pigmenti composti di piombo si trasformavano in<\/span> biossido di piombo, e a contatto con l\u2019acido solfidrico, da bianco, finiva per tendere al bruno. Anche se la biacca garantiva una certa tenuta, nel corso degli anni, oscurandosi, provoc\u00f2 spesso la trasformazione del pigmento e quindi lo sconvolgimento dell\u2019opera stessa. <\/span><\/p>\n Nella<\/strong><\/span> Maest\u00e0<\/strong> \u00e8 stata questa la difficolt\u00e0: riportare alla luce il vero pigmento iniziale.<\/strong> Allo scopo sono state svolte ricerche e indagini diagnostiche, e con il microscopio si sono guardate le incisioni del \u201cdisegno\u201d iniziale. Fusetti aggiunge che si<\/span> \u00e8 riusciti a restituire la forma originale alle orecchie di san Francesco, che erano state ritoccate pi\u00f9 volte in passato, cos\u00ec come il suo volto e gran parte di tutta l\u2019opera. Queste tecniche e strumentazioni, non invasive, per analizzare lo stato di conservazione dell\u2019opera e i materiali utilizzati nei restauri precedenti, hanno cos\u00ec consentito di ridare non solo alla comunit\u00e0 ma a tutta la storia dell\u2019arte un\u2019opera molto vicina all\u2019originale, rientrando nel pi\u00f9 ampio progetto di interventi di<\/span> manutenzione e conservazione del patrimonio presente all\u2019interno della basilica <\/span>di San Francesco. <\/span><\/p>\n<\/div>\n<\/div>\n Il custode<\/strong> fra<\/strong><\/span> Marco Moroni<\/strong> \u00e8 estremamente grato per questo intervento e per la sinergia che ha permesso di portare a nuovo splendore un\u2019immagine che non \u00e8 solo un\u2019opera d\u2019arte, ma \u00e8 anzitutto \u2013 per i francescani e per tutti i devoti del Santo \u2013 un<\/span> richiamo dall\u2019alto valore simbolico alla figura e ai valori di san Francesco. Il suo ritratto, contenuto in questo capolavoro di Cimabue, ci riporta direttamente alla sua figura storica, che manifesta ancora oggi una straordinaria attualit\u00e0 e continua a essere fonte di \u201cprovocazioni\u201d profonde per ciascuno di noi e per il mondo.<\/span><\/p>\n<\/div>\n<\/div>\n Emanuela Marotta<\/strong><\/p>\n\n Il vero volto di san Francesco e la Madonna
\ncon Ges\u00f9 bambino sul trono<\/h2>\nAffresco restaurato pi\u00f9 volte<\/h2>\n
Il restauro della Maest\u00e0 di Cimabue
\n<\/strong><\/h1>\nLa tecnica usata da Cimabue non ha favorito
\nla conservazione dell’affresco<\/h2>\nLe indagini diagnostiche<\/h2>\n
La gratitudine del custode fra Marco Moroni
\nper il lavoro compiuto<\/h2>\n