{"id":74710,"date":"2024-01-30T13:03:40","date_gmt":"2024-01-30T11:03:40","guid":{"rendered":"https:\/\/www.lavoce.it\/?p=74710"},"modified":"2024-01-30T17:40:14","modified_gmt":"2024-01-30T15:40:14","slug":"la-chiesa-e-la-comunita-perugina-festeggiano-il-santo-patrono-costanzo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/la-chiesa-e-la-comunita-perugina-festeggiano-il-santo-patrono-costanzo\/","title":{"rendered":"Perugia celebra san Costanzo e la sua fedelt\u00e0 al Vangelo"},"content":{"rendered":"

San Costanzo \u00e8 \u201cun simbolo di unit\u00e0 tra la tradizione della fede e la storia della nostra citt\u00e0. Come credenti onoriamo in San Costanzo un padre nella fede. Come perugini lo riconosciamo patrono della citt\u00e0 e fondatore della diocesi, della quale a met\u00e0 del secondo secolo \u00e8 stato il primo vescovo\u201d. Lo ha affermato l\u2019arcivescovo di Perugia-Citt\u00e0 della Pieve, mons. Ivan Maffeis, durante la celebrazione del 29 gennaio che ha presieduto in cattedrale<\/a> a conclusione della festa del santo patrono Costanzo.\u00a0<\/span><\/p>\n

La luce della fede e della speranza<\/span><\/h2>\n

\u201cLa luminaria, che ieri sera ci ha visti partecipare numerosi alla processione da Palazzo dei Priori alla chiesa di San Costanzo, \u00e8 stata l\u2019occasione \u2013 oltre che per invocare luce sulla giornata di ciascuno \u2013 anche per ringraziare quanti, nella Chiesa come nella Citt\u00e0, portano luce con il loro servizio: per chi diffonde la luce ragionevole della fede e della speranza \u2013 in particolare la gratitudine va a diaconi e sacerdoti, tra i quali ricordo don Claudio Faina, che oggi celebra il primo anniversario dell\u2019ordinazione \u2013; grazie, quindi, per quanti portano luce con la loro presenza qualificata e operosa nei luoghi della sofferenza e della carit\u00e0 \u2013 ospedale, hospice, case di riposo, Caritas \u2013; grazie per gli uomini e le donne che, nei diversi ambiti della vita civile e sociale, interpretano il loro impegno come servizio del bene comune: amministratori, magistrati, forze dell\u2019ordine, giornalisti\u201d, ha sottolineato il presule.<\/span><\/p>\n

Il martirio di san Costanzo e le persecuzioni di oggi<\/span><\/h2>\n

\u201cSan Costanzo \u2013 ha osservato l\u2019arcivescovo \u2013 ha pagato con la vita la sua fedelt\u00e0 al Vangelo; il suo martirio lo avvicina a quello di tanti credenti che anche oggi in varie parti del mondo sono discriminati, torturati e martirizzati\u201d. \u201cLa libert\u00e0 religiosa \u2013 ha ammonito \u2013 \u00e8 un diritto essenziale per tutti; oggi, la fede cristiana \u00e8 la pi\u00f9 perseguitata: l\u2019ultimo attacco armato, ieri in una chiesa a Istanbul, in Turchia. In alcune parti del mondo, il Cristianesimo \u00e8 semplicemente scomparso (Nord Africa) o ridotto al lumicino (Terra Santa, Iraq, Siria\u2026)\u201d. \u201cE noi come ci poniamo?\u201d, ha domandato. \u201cForse \u2013 ha rilevato \u2013 restiamo intimiditi e disorientati dal cambiamento d\u2019epoca che ci coinvolge e che sta gi\u00e0 trasformando in modo sensibile anche il volto della Chiesa: diventa sempre pi\u00f9 importante il rapporto personale, mentre spesso i responsabili delle comunit\u00e0 si trovano il tempo sottratto da strutture sempre pi\u00f9 difficili da gestire\u201d. Mons. Maffeis ha poi evidenziato che \u201cla Chiesa fiorisce nella relazione con Dio, non in virt\u00f9 di qualche privilegio\u201d.\u00a0<\/span><\/p>\n

L\u2019opportunit\u00e0 di una Chiesa pi\u00f9 povera e credibile<\/span><\/h2>\n

\u201cQuesta missione \u2013 con le scelte che impone \u2013 disegna il nostro programma pastorale. Il cambiamento in atto \u2013 la convinzione dell\u2019arcivescovo \u2013 si riveler\u00e0 un\u2019opportunit\u00e0, se lo sapremo vivere cos\u00ec. Ci consegner\u00e0 una Chiesa pi\u00f9 povera, ma pi\u00f9 libera e radicata nell\u2019essenziale; una Chiesa pi\u00f9 credibile, perch\u00e9 pi\u00f9 credente; una Chiesa capace di farsi prossima alle ferite, alle gioie, alle paure e alle speranze di ognuno per essergli segno e strumento della tenerezza del Padre\u201d. \u201cI frutti gi\u00e0 si intravvedono, perfino nel cuore dell\u2019inverno\u201d, ha sottolineato riferendosi, per esempio, \u201cai giovani che si avvicinano alla Chiesa per prepararsi al battesimo. Molti di loro sono cresciuti in un\u2019altra cultura e in un\u2019altra religione \u2013 convertirsi dalla quale \u00e8 davvero rischioso \u2013: quando chiedo perch\u00e9 vogliano diventare cristiani, rispondono di aver incontrato persone, famiglie e comunit\u00e0 accoglienti; di aver riconosciuto nel Vangelo la proposta di una vita buona, lontana da ogni forma di violenza e di paura, capace di perdono, di riconciliazione, di amore\u201d. E, dopo aver ricordato che \u201cle vere riforme della Chiesa sono state attuate dai santi\u201d, mons. Maffeis ha concluso: \u201cLa via \u00e8 tracciata. Ci sia data la grazia \u2013 la chiedo innanzitutto per me, quale indegno successore di Costanzo \u2013 di percorrerla per la nostra parte, senza disertare le responsabilit\u00e0 che sono affidate a ciascuno\u201d.<\/span><\/p>\n

La Luminaria della vigilia<\/span><\/h2>\n

Con la processione della \u201cLuminaria\u201d, dal palazzo dei Priori alla basilica di San Costanzo, nel pomeriggio del 28 gennaio, la comunit\u00e0 civile e religiosa di Perugia era gi\u00e0 entrata nel vivo della festa del suo santo patrono; processione a cui hanno partecipato l\u2019arcivescovo di Perugia-Citt\u00e0 della Pieve, mons. Ivan Maffeis, il sindaco Andrea Romizi, la presidente della Regione Donatella Tesei, diversi rappresentanti delle Istituzioni del capoluogo umbro e animata dalla Confraternita del Santissimo Sacramento, di San Giuseppe e del Sant\u2019Anello della Cattedrale e dal corteo storico dei figuranti dei cinque rioni medievali della citt\u00e0.<\/span><\/p>\n

I primi vespri di san Costanzo<\/span><\/h2>\n

Al termine della \u201cLuminaria\u201d, nella basilica di San Costanzo, si sono tenuti i primi vespri con il rito dell\u2019omaggio votivo in memoria del santo di alcuni segni e simboli dell\u2019antico legame tra la Perugia civile e quella religiosa.<\/span><\/p>\n

Ostinati cercatori di luce<\/span><\/h2>\n

L\u2019arcivescovo Maffeis, nell\u2019omelia, si \u00e8 soffermato sul significato cristiano della \u201cluce\u201d, esortando tutti ad essere \u201costinati cercatori di luce\u201d. \u201cPi\u00f9 luce!\u2019, invoca Goethe nel momento del tramonto della sua esistenza. \u2018Pi\u00f9 luce!\u2019 invochiamo noi, rispetto all\u2019oscurit\u00e0 che avvolge il nostro tempo, a partire dai tanti focolai di guerra che nel loro diffondersi spengono la speranza e la vita, a conferma della tragica inutilit\u00e0, della disumanit\u00e0 e dell\u2019immoralit\u00e0 della guerra, di ogni guerra\u201d, ha affermato il presule, per il quale \u201cla via per uscire dalla notte non pu\u00f2 essere affidata soltanto alle grandi strategie politiche: la luce passa anche dal coltivare nelle nostre relazioni quei valori fondamentali di rispetto della dignit\u00e0 della persona, che vivono di ogni piccolo gesto di disponibilit\u00e0, d\u2019accoglienza, di dialogo culturale, di carit\u00e0 generosa\u201d. L\u2019arcivescovo ha evidenziato: \u201cIl Vangelo ci ricorda che la luce che cerchiamo \u00e8 una Persona, il Signore Ges\u00f9\u201d. E \u201cseguendolo, vivendo nella sua amicizia, diveniamo sempre pi\u00f9 simili a lui e con ci\u00f2 capaci di Dio, di conoscere la verit\u00e0, di riconoscerci fratelli, di entrare nella vita\u201d.<\/span><\/p>\n

La luce ragionevole della fede<\/span><\/h2>\n

\u201cQuesta sera \u2013 ha aggiunto \u2013 diciamo grazie per chi diffonde la luce ragionevole della fede, che educa a uscire da s\u00e9 e ad affidarsi allo Spirito di Dio. Grazie per i genitori, i catechisti, gli educatori, gli insegnanti, i diaconi e i presbiteri. Grazie per la luce diffusa da quanti sanno stare un passo indietro per far spazio agli altri e contribuiscono a rispondere al bisogno che tutti ci portiamo dentro, che \u00e8 bisogno di sentirsi accolti, stimati, amati. Grazie per la luce alimentata dai volontari e dagli operatori della Caritas, come da chi in ospedale, all\u2019hospice e nelle case di riposo lavora nei servizi di cura; da chi, con presenza discreta, accompagna chi vive l\u2019esperienza della malattia o del lutto\u201d.\u00a0<\/span><\/p>\n

Luce a servizio delle istituzioni e della Chiesa<\/span><\/h2>\n

Di luce \u201csono portatori i rappresentanti delle Istituzioni, uomini e donne che, nei diversi ambiti del vivere civile e sociale, sono a servizio della nostra citt\u00e0 e del territorio. A ciascuno di loro va la nostra riconoscenza per il contributo che assicurano a una serena convivenza, per le energie che \u2013 con competenza e sacrificio \u2013 dedicano a favore del bene comune, che non \u00e8 tanto o solo la somma del bene dei singoli, ma \u00e8 il bene di tutti\u201d. Infine, \u201cun grazie ai sacerdoti di questa unit\u00e0 pastorale\u201d, a don Luca Delunghi in particolare, per l\u2019iniziativa che, da marted\u00ec 30 gennaio, offrir\u00e0 dal luned\u00ec al venerd\u00ec la possibilit\u00e0 a studenti e lavoratori di raccogliersi in questa chiesa alle 7.20 per la celebrazione eucaristica. \u201cAnche in questo modo la memoria di San Costanzo arriva a parlare al nostro tempo; anche in questo modo la luce della fede continua a illuminare la nostra citt\u00e0\u201d, ha concluso mons. Maffeis.<\/span><\/p>\n

Un dipinto per i dieci anni del Villaggio Caritas<\/span><\/h2>\n

In occasione dei primi dieci anni di attivit\u00e0 del \u201cVillaggio della Carit\u00e0 \u2013 Sorella Provvidenza\u201d di Perugia, inaugurato il 29 gennaio 2014, giorno della festa del santo patrono Costanzo, \u00e8 stato benedetto e presentato il dipinto \u201cTabgha \u2013 Moltiplicazione dei pani e dei pesci\u201d dell\u2019artista Riccardo Secchi. Presenti, oltre l\u2019autore, l\u2019arcivescovo Ivan Maffeis, il direttore della Caritas diocesana, don Marco Briziarelli, e il presidente della Fondazione di Carit\u00e0 \u201cSan Lorenzo\u201d, organismo operativo della Caritas diocesana di Perugia-Citt\u00e0 della Pieve che gestisce il \u201cVillaggio\u201d. Sede anche della Caritas diocesana, nel \u201cVillaggio\u201d si trovano il Centro di ascolto diocesano, l\u2019Emporio della solidariet\u00e0 \u201cTabgha\u201d, gli appartamenti che ospitano attualmente 24 famiglie in gravi difficolt\u00e0, la \u201cFarmacia solidale\u201d, il \u201cConsultorio medico\u201d e la mensa \u201cDon Gualtiero\u201d dove \u00e8 stato posizionato sulla parete di fronte all\u2019ingresso questo dipinto dalle grandi dimensioni (380\u00d7138 cm, tempera acrilica su tavola di betulla), che richiama l\u2019opera quotidiana nella preparazione e distribuzione di oltre 100 pasti caldi (dal luned\u00ec al sabato), oltre a quella di accoglienza e di ascolto degli ospiti svolta da diversi volontari.\u00a0<\/span><\/p>\n

Ges\u00f9 e la donazione di tutto se stesso<\/span><\/h2>\n

\u201cGrazie a chi ha realizzato l\u2019opera e all\u2019interpretazione che ha dato all\u2019opera stessa \u2013 ha detto mons. Maffeis \u2013, perch\u00e9 questo curvarsi di Ges\u00f9 \u00e8 forzato in maniera esagerata come lo \u00e8 la carit\u00e0, che \u00e8 un dono, una gratuit\u00e0. Giustamente il nostro autore ci aiuta a leggere l\u2019episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci come un esempio chiaro del cammino che Ges\u00f9 ha fatto di donazione di s\u00e9 stesso, di \u2018svotamento\u2019 come ci dice san Paolo. In questo dipinto credo che ci sia non solo un richiamo diretto al Vangelo, ma ci sia anche una fotografia di quello che qui dentro si vive\u201d. Secchi ha spiegato che la sua intenzione \u201c\u00e8 stata quella di lasciare un elemento di bellezza all\u2019interno di questa mensa che sia esplicativo della bellezza che tutti i giorni si vive qui dentro, l\u2019esperienza della carit\u00e0\u201d.\u00a0<\/span><\/p>\n

Un luogo di incontro e di accoglienza<\/span><\/h2>\n

Per don Briziarelli, \u201coggi per noi \u00e8 una giornata speciale nel festeggiare i dieci anni di attivit\u00e0 del Villaggio della Carit\u00e0. \u00c8 un luogo che \u00e8 diventato d\u2019incontro, punto di riferimento per la carit\u00e0 della nostra citt\u00e0, un luogo che ha accolto centinaia di famiglie in questi primi dieci anni, restituendo loro un cammino bello, un cammino che le ha riportate all\u2019autonomia, alla dignit\u00e0, perch\u00e9 questo siamo chiamati a vivere come operatori della carit\u00e0\u201d. All\u2019Emporio \u201cTabgha\u201d quasi 800 famiglie vengono a fare la \u201cspesa\u201d, il Centro di ascolto diocesano ha superato i 12mila ascolti, la \u201cFarmacia solidale\u201d oltre 1.000 accessi e la mensa accoglie pi\u00f9 di 100 poveri.<\/span><\/p>\n

La galleria fotografica<\/h2>\n\n