{"id":7460,"date":"2009-04-10T00:00:00","date_gmt":"2009-04-09T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=7460"},"modified":"2015-07-24T14:09:03","modified_gmt":"2015-07-24T12:09:03","slug":"scientia-crucis-scientia-amoris","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/scientia-crucis-scientia-amoris\/","title":{"rendered":"Scientia crucis, scientia amoris"},"content":{"rendered":"

In 1Cor 1,17-2,5 Paolo oppone ‘la sapienza di parola’ e ‘la parola della croce’ (1, 17-18). L’apostolo avverte il pericolo di rendere vana, svuotare la croce di Cristo, preferendo ragionamenti e opere secondo la nostra logica, magari sottolineando solamente il Cristo risorto e relegando la croce a semplice simbolo. Paolo, piangendo, avverte che molti ‘si comportano da nemici della croce di Cristo’ (Fil 3, 18) e afferma ripetutamente che al centro del Vangelo vi \u00e8 l’annuncio di Cristo crocifisso (1, 23), tanto che non ritenne di sapere altro ‘se non Ges\u00f9 Cristo, e Cristo crocifisso’ (2, 2). \u00c8 questo ‘il mistero di Dio’ (1Cor 2, 2). Mistero nel quale croce e Crocifisso si saldano in maniera paradossalmente originale. La croce diventa il trono del re glorioso gi\u00e0 risorto, come \u00e8 evidente nel Vangelo di Giovanni. Non \u00e8 possibile abbracciare la croce senza il Crocifisso. Per san Paolo la croce ‘rappresenta il punto focale della sua teologia, perch\u00e9 dire croce vuol dire salvezza come grazia donata a ogni creatura’ (Benedetto XVI, 29 ottobre 2008). Gli esegeti fanno notare che questa ‘teologia della croce’ matura in Paolo a seguito dell’esperienza quasi fallimentare all’areopago di Atene. Aveva raggiunto Corinto ‘nella debolezza e con molto timore e trepidazione’ (1Cor 2, 3), perch\u00e9 aveva capito che nel discorso di Atene aveva fatto troppo affidamento sulla sapienza filosofica e retorica, a scapito della sapienza della croce. L’annuncio di Cristo crocifisso, dice Paolo, \u00e8 ‘scandalo per i giudei e stoltezza per i pagani’ (1Cor 1, 23). Scandalo (sk\u00e0ndalon = trappola, inciampo, ostacolo) in senso religioso \u00e8 ci\u00f2 che ostacola la fede e impedisce di credere. Come \u00e8 avvenuto per i discepoli ai quali Ges\u00f9 aveva predetto: ‘Questa notte per tutti voi sar\u00f2 motivo di scandalo’ (Mt 26, 30). Per i pagani, invece, il Cristo crocifisso \u00e8 stoltezza (mor\u00c8a = insipienza, come un cibo senza sale). Pi\u00f9 che un errore, \u00e8 un insulto al buon senso, totale irragionevolezza, una stupidit\u00e0. Un Dio che si fa uomo con i nostri limiti \u00e8 gi\u00e0 inaccettabile. Un Dio che muore in croce \u00e8 logicamente inconcepibile. Invece, dice Paolo, il Cristo crocifisso rivela nella totale impotenza umana la straordinaria potenza di Dio, la grandezza sconfinata di un amore gratuito che \u00e8 solo di Dio. \u00c8 quello che ha capito perfettamente il centurione romano, un pagano che, vedendo morire Ges\u00f9 in croce, disse: ‘Veramente quest’uomo era figlio di Dio’ (Mc 15, 39). \u00c8 la pi\u00f9 alta professione di fede del Vangelo di Marco. \u00c8 lo stesso Paolo a creare una terminologia tutta sua per dirci che il battesimo inaugura una vita nuova, una vita immersa nel mistero pasquale di Cristo che ci spinge nella fede a soffrire e morire con Cristo, essere sepolti con Cristo, risorgere con Cristo, sedere con Cristo alla desta del Padre. Lo stesso apostolo ci racconta una sua esperienza particolare che vale come principio per ogni cristiano. Dopo aver pregato perch\u00e9 il Signore lo liberasse dalla ‘spina nella carne’ (l’immagine \u00e8 un particolare della passione di Ges\u00f9), si sente rispondere: ‘Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza’. E l’apostolo conclude: ‘Mi vanter\u00f2 ben volentieri delle mie debolezze, perch\u00e9 dimori in me la potenza di Cristo’ Quando sono debole, \u00e8 allora che sono forte’ (2Cor 12, 9-10). La nostra miseria ha paradossalmente un aspetto positivo, quello ricordato con incontenibile gioia nell’Exultet: ‘Davvero era necessario il peccato di Adamo, distrutto con la morte di Cristo. Felice colpa, che merit\u00f2 di avere un cos\u00ec grande Redentore!’. L’onnipotenza dell’amore misericordioso crocifisso e risorto si rivela pienamente nella miseria umana. ‘Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti’ (Rm 11, 32).<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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