{"id":73934,"date":"2023-11-09T18:51:42","date_gmt":"2023-11-09T16:51:42","guid":{"rendered":"https:\/\/www.lavoce.it\/?p=73934"},"modified":"2023-11-09T19:09:48","modified_gmt":"2023-11-09T17:09:48","slug":"riforma-se-partiti-non-funzionano-serve-poco","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/riforma-se-partiti-non-funzionano-serve-poco\/","title":{"rendered":"Riforma: se i partiti non \u201cfunzionano\u201d serve a poco"},"content":{"rendered":"<div class=\"first column\">\n<div class=\"div_padding0\">\n<p class=\"abody\"><span class=\"Fid_3\"><strong> Il Governo sta preparando una proposta di riforma costituzionale.<\/strong> Non \u00e8 la prima volta: <strong>dal 1948 in poi ci sono state numerose modifiche alla Costituzione<\/strong>, approvate ed entrate in vigore. Cinque solo fra il 2020 e oggi, delle quali l\u2019unica di una certa importanza \u00e8 quella che ha ridotto il numero dei parlamentari. Fra le altre meno recenti merita di essere ricordata quella del 2001, che ha esteso l\u2019autonomia delle regioni e dei comuni. Ma <strong>nessuna di queste ha cambiato veramente la fisionomia dello Stato<\/strong>. <\/span><\/p>\n<p class=\"abody\"><span class=\"Fid_3\">Lo avrebbero fatto, se fossero entrate in vigore, quelle proposte rispettivamente da <strong>Berlusconi<\/strong> e da <strong>Renzi<\/strong>: entrambe avevano riportato l\u2019approvazione del Parlamento (una nel 2005, l\u2019altra nel 2016) ma dovevano passare per un referendum e furono bocciate dal voto popolare.<\/span><span class=\"Fid_3\"> Non si contano poi le proposte che in Parlamento sono state discusse ma non approvate. Fra le proposte andate a buon fine, come fra quelle <\/span><span class=\"Fid_3 split\">che non ci sono andate, ve ne sono state alcune utili e opportune, altre dannose, altre irrilevanti, alcune infine addirittura bislacche.<\/span><\/p>\n<\/div>\n<\/div>\n<div class=\" column\">\n<div class=\"div_padding0 split\">\n<p class=\"abody\"><span class=\"Fid_3\"><strong> Quella che ora \u00e8 in fase di preparazione<\/strong> \u2013 per l\u2019elezione popolare diretta del primo ministro \u2013 <strong>cambierebbe invece i rapporti di potere e gli equilibri fra i massimi organi dello Stato,<\/strong> molto pi\u00f9 di quanto fosse previsto dalla riforma Renzi. Ma la riforma Renzi, lo ricordiamo, \u00e8 stata respinta a furor di popolo al grido \u201cla Costituzione non si tocca\u201d; dovremmo dunque aspettarci che anche la riforma Meloni faccia la stessa fine? <\/span><span class=\"Fid_3\">Io direi di no, ma \u00e8 troppo presto per dirlo. <\/span><\/p>\n<p class=\"abody\"><span class=\"Fid_3\">Il commento che voglio fare oggi \u00e8 che per una volta di pi\u00f9 si cade nell\u2019<strong>illusione che per risolvere i problemi della politica italiana sia necessario, e anche sufficiente, ricorrere a quella che gli esperti chiamano \u201cingegneria istituzionale\u201d<\/strong>: ossia cambiare qualcosa nei complesso sistema dei rapporti fra gli organi <\/span><span class=\"Fid_3 split\">dello Stato. Che questo modo di ragionare sia illusorio, si dimostra facilmente osservando che i Paesi con i quali tendiamo a confrontarci (Francia, Gran Bretagna, Germania, Spagna) hanno sistemi istituzionali molto diversi fra loro, ma ciascuno di loro ha un sistema politico democratico ben funzionante \u2013 se per \u201csistema politico\u201d intendiamo l\u2019insieme dei partiti, i rapporti fra loro, la loro alternanza ordinata al potere. Se i partiti non funzionano bene, cambiare le regole costituzionali serve a poco.<\/span><\/p>\n<\/div>\n<\/div>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"<p>Il Governo sta preparando una proposta di riforma costituzionale. Non \u00e8 la prima volta: dal 1948 in poi ci sono state numerose modifiche alla Costituzione, approvate ed entrate in vigore. Cinque solo fra il 2020 e oggi, delle quali l\u2019unica di una certa importanza \u00e8 quella che ha ridotto il numero dei parlamentari. 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