{"id":7379,"date":"2009-03-13T00:00:00","date_gmt":"2009-03-12T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=7379"},"modified":"2015-05-15T15:04:50","modified_gmt":"2015-05-15T13:04:50","slug":"uomo-e-cristiano","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/uomo-e-cristiano\/","title":{"rendered":"Uomo e cristiano?"},"content":{"rendered":"
In questa nostra era postmoderna tutto tende, soprattutto a causa degli attuali strumenti audiovisivi, a scivolar via indistinto, confuso, ‘liquido’ come si dice, senza neppure dar tempo a pensare. E questo pu\u00f2 accadere anche in campo religioso. Qualche giorno fa, a un mio amico al quale era sfuggita di bocca una parolaccia, ho detto: ‘Ma che cristiano sei!’. ‘Eh, che sono una bestia?’, mi ha replicato mostrandosi sorpreso di quel mio rimprovero. Uomo e cristiano, secondo lui, sono sinonimi, si identificano. Negandogli il secondo, egli pensava che io gli negassi anche il primo, cio\u00e8 di essere un uomo. E il suo modo di dire ricorre spesso anche nel linguaggio popolare. Certamente il credente li unisce in s\u00e9 ambedue: in lui, uomo e cristiano sono uniti, per\u00f2 distinti. ‘Considera che tu sei creato, e devi dar gloria al Creatore ‘ diceva infatti sant’Agostino in un’omelia -. Cosa eri, o uomo? […] Quando non capivi sei entrato; quando non vuoi, esci’ (Quando nescisti intrasti; quando non vis, exis) (Discorsi 289, 6). Incoscienti siamo infatti nel nascere, incoscienti diventiamo nel morire. Fra queste due zone buie si svolge tutta la nostra breve esistenza terrena. Ma allora tutto finir\u00e0 cos\u00ec, nel buio? No, perch\u00e9 l’uomo non \u00e8 una bestia, diceva anche quel mio amico. ‘Ci hai fatti per te – affermava ancora sant’Agostino – e il nostro cuore \u00e8 inquieto, finch\u00e9 non trova riposo in te (quia fecisti nos ad te et inquietum est cor nostrum, donec requiescat in te, Le Confessioni, 1.1). Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, certamente. Ma questa \u00e8 una verit\u00e0 che non toglie la distanza fra Dio e l’uomo. Anzi, l’approfondisce duplicandola: mistero ‘nfatti diventa cos\u00ec anche l’uomo, non solo di fronte a Dio, di cui \u00e8 immagine, ma ancor pi\u00f9 quando si chiude in se stesso. E la sua stessa inquietudine ne \u00e8 un sintomo, perch\u00e9 si sente come chiuso in un guscio troppo stretto. ‘erch\u00e9 proprio qui, in questo stretto guscio del suo corpo, abita la sua anima inquieta. Ed \u00e8 inquieta anche, anzi soprattutto direi, quando essa \u00e8 anche credente. La sua fede non l’addormenta nel possesso d’un bene illusorio. La lancia invece, con una irresistibile spinta, verso la visione di Dio. ‘La fede cerca, l’intelletto trova’, affermava ancora sant’Agostino in un modo paradossale (Fides quaerit, intellectus invenit, La Trinit\u00e0, XV, 2,2). \u00c8 proprio la fede, infatti, che stimola la nostra intelligenza ad andare oltre il limite della sua capacit\u00e0 di conoscere. E non le d\u00e0 pace perch\u00e9, ‘anche dopo averlo trovato, bisogna cercarlo ancora, perch\u00e9 (Dio) \u00e8 immenso’ (Ut inventus quaeratur, immensus est, Commento del vangelo di Giovanni, 63,1).’Chi non vorrebbe tirarsi indietro da tale fatica?’ egli dunque si chiedeva. E concludeva: ‘Ma spaventa il Vangelo’ (sed terret Evangelium). Eluderlo infatti non si pu\u00f2, comprenderlo in pieno e realizzarlo totalmente come propria regola di vita, \u00e8 impossibile perch\u00e9 \u00e8 immenso. Da qui potrebbe, almeno in una certa misura, nascere anche in noi quel primo impatto psicologico con il Vangelo, cio\u00e8 lo spavento, come avveniva nell’anima inquieta di sant’Agostino. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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