{"id":73742,"date":"2023-10-23T12:10:48","date_gmt":"2023-10-23T10:10:48","guid":{"rendered":"https:\/\/www.lavoce.it\/?p=73742"},"modified":"2023-10-23T12:14:37","modified_gmt":"2023-10-23T10:14:37","slug":"celebrata-la-veglia-in-preparazione-alla-giornata-missionaria-mondiale","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/celebrata-la-veglia-in-preparazione-alla-giornata-missionaria-mondiale\/","title":{"rendered":"Celebrata la Veglia in preparazione alla Giornata missionaria mondiale"},"content":{"rendered":"

“Questa sera la nostra chiesa \u00e8 diventata una basilica in cui ha trovato posto il mondo. Abbiamo sentito le voci del Sud Sudan, di Israele, del Per\u00f9 e del Kosovo e nell\u2019ascoltarle mi sono chiesto cos\u2019\u00e8 che fa di questa geografia il nostro mondo? Io credo che sia la scelta di restare con uno sguardo ben preciso anche quando avresti mille motivi per andartene. Lo stare potrebbe essere il contrario della missione, perch\u00e9 la missione viene associata all\u2019andare, ma, come \u00e8 appena stato ricordato, quanto \u00e8 importante anche il fermarsi”.<\/p>\n

Cos\u00ec l\u2019arcivescovo Ivan Maffeis di Perugia-Citt\u00e0 della Pieve<\/a> nel commentare la Parola di Dio pronunciata alla Veglia di preghiera <\/a>tenutasi nel capoluogo umbro, la sera di venerd\u00ec 20 nell\u2019antico Convento francescano in Monteripido, in preparazione alla Giornata missionaria mondiale che la Chiesa ha celebrato domenica 22 ottobre.<\/p>\n

Le testimonianze di andare e restare<\/h2>\n

La veglia ha visto la partecipazione di diversi fedeli, animata da giovani, preceduta dalla cena di solidariet\u00e0 per le opere missionarie nel refettorio dei Frati minori. \u00c8 stata promossa dal Centro diocesano missionario diretto da monsignor Orlando Sbicca, per anni in missione in Africa e profondo conoscitore della Terra Santa dove si sarebbe recato in pellegrinaggio a novembre. Molto significative sono state le testimonianze che hanno fatto comprendere l\u2019importanza dell\u2019essere missionario nell\u2019annunciare e concretizzare il Vangelo non limitandosi ad andare ma a restare.<\/p>\n

Questo particolare lo si \u00e8 colto sin dalla prima testimonianza, letta da Anna Maria Federico, animatrice missionaria e coordinatrice della Commissione regionale Ceu per l\u2019evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese, quella del vescovo di Rumbek (Sud Sudan), monsignor Christian Carlassare, che ha subito un attentato restando gambizzato mentre stava per ricevere l\u2019ordinazione episcopale, testimonianza-icona<\/em> della stessa Giornata missionaria mondiale. \u00c8 seguita quella di una donna ebrea israeliana impegnata nel processo di pace, letta da monsignor Orlando Sbicca, scritta prima della guerra in corso, ma sempre molto attuale, che crede che ci siano le condizioni nella sua terra, che definisce il paradiso<\/em>, di poter convivere pacificamente israeliani e palestinesi a partire dai piccoli gesti e isolando gli estremismi di entrambe le parti.<\/p>\n

Non sono mancate neppure le testimonianze dirette di due giovani famiglie che si apprestano a tornare in terra di missione, una dell\u2019Operazione Mato Grosso nei villaggi delle Ande peruviane, l\u2019altra responsabile della Casa Caritas in Kosovo.<\/p>\n

Cristo compagno di viaggio<\/h2>\n

Testimonianze che hanno stimolato la riflessione che monsignor Maffeis, in vista della Giornata missionaria mondiale, ha offerto ai presenti.<\/p>\n

“Lo stare in missione -ha spiegato- diventa segno di fedelt\u00e0 ed \u00e8 solo quando noi stiamo nelle situazioni che le stesse diventano opportunit\u00e0, luoghi di incontro, diventano strade. Il Papa nel suo messaggio per questa giornata ci ha consegnato: cuore, occhi e piedi<\/em>. Sono le condizioni per essere discepoli missionari e riguardano ciascuno di noi” .<\/p>\n

Ed ammirando il grande espressivo crocifisso del presbiterio della chiesa del Convento di Monteripido, l\u2019arcivescovo ha commentato<\/p>\n

“Quanto \u00e8 bello -ha detto- io credo che non finir\u00f2 mai di meditarlo, questo Cristo che si fa compagno di viaggio, che si fa vicino senza imporsi e con molta umilt\u00e0 chiede e accetta lo sfogo, il lamento, il risentimento dei cuori chiusi.<\/p>\n

\u00c8 lo stile del missionario, del discepolo che si fa vicino, che ascolta, che apre le Scritture e d\u00e0 una chiave di lettura che spalanca e cambia i cuori” .<\/p>\n

Al centro della missione l\u2019Eucaristia<\/h2>\n

“La nostra Veglia \u00e8 iniziata attorno alla mensa -ha ricordato l\u2019arcivescovo- un segno di condivisione come il condividere il pane eucaristico, l\u2019esistenza, il servizio, la gratuit\u00e0, la prossimit\u00e0 alla gente. Penso al volto di Chiesa che richiama a questa condivisione e mi ha colpito da subito la nostra Caritas diocesana che inizia la sua attivit\u00e0 quotidiana di ascolto, accoglienza e aiuto dignitoso attorno all\u2019Eucaristia e alla preghiera. Questo \u00e8 aprire gli occhi e avere il cuore caldo, cos\u00ec si arriva al coraggio dei passi a cui si riferisce il Papa”.<\/p>\n

Il grazie per quanti vanno e restano in missione<\/h2>\n

“Questa sera -ha detto monsignor Maffeis, avviandosi alla conclusione-\u00a0diciamo grazie a ciascuno di noi per la testimonianza che si offre con il nostro essere qui in preghiera e diciamo grazie a chi ha accettato di partire per restare accanto a fratelli e sorelle pi\u00f9 poveri, per restarci come segno e come strumento della Misericordia di Dio. E le testimonianze appena sentite richiamano ciascuno di noi all\u2019essenziale che \u00e8 fatto, appunto, di poche cose. Un cuore che arde, uno sguardo aperto, il coraggio dei passi”.<\/p>\n

Tra i segni<\/em>\u00a0della Veglia in preparazione alla Giornata missionaria mondiale quello dell\u2019accensione di cinque ceri di differenti colori posti davanti all\u2019altare a simboleggiare la luce dello Spirito che illumina i cinque continenti, e il mandato missionario consegnato dall\u2019arcivescovo a quanti partono per la missione, tra i quali don Giovanni Marconi, dalla scorsa settimana sacerdote\u00a0fidei donum<\/em>\u00a0in Per\u00f9.<\/p>\n

La comunit\u00e0 diocesana perugino-pievese vicina alle popolazioni della martoriata Terra Santa<\/h2>\n

La comunit\u00e0 diocesana di Perugia-Citt\u00e0 della Pieve non fa mancare la sua vicinanza spirituale e materiale alle popolazioni della martoriata Terra Santa<\/a>, raccogliendosi in preghiera insieme al suo Pastore, l\u2019arcivescovo Ivan Maffeis, marted\u00ec 24 ottobre (alle ore 18), nella Cattedrale di San Lorenzo dove si terr\u00e0 la celebrazione eucaristica animata dai membri della Sezione Umbria dell\u2019Ordine Equestre del Santo Sepolcro in Gerusalemme.<\/p>\n

La Chiesa diocesana \u00e8 da sempre attenta e solidale con i fratelli e le sorelle che vivono i luoghi in cui ha origine il Cristianesimo, sostenendo nel corso degli anni progetti umanitari volti all\u2019integrazione tra popolazioni di culture e fedi diverse e per lo sviluppo di realt\u00e0 socio-caritative impegnate anche nell\u2019accoglienza dei pellegrini. A queste realt\u00e0 saranno devolute le offerte raccolte durante la celebrazione in Cattedrale del 24 ottobre, accogliendo anche l\u2019invito della Custodia di Terra Santa a pregare e digiunare per la pace<\/em>.<\/p>\n

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