{"id":7350,"date":"2009-02-27T00:00:00","date_gmt":"2009-02-26T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=7350"},"modified":"2015-07-23T12:26:39","modified_gmt":"2015-07-23T10:26:39","slug":"una-genitorialita-da-estendere","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/una-genitorialita-da-estendere\/","title":{"rendered":"Una genitorialit\u00e0 da estendere"},"content":{"rendered":"

\u00c8 davvero difficile commentare un fatto come quello accaduto a Chioggia, dove un ragazzino tredicenne ha accoltellato il proprio insegnante di musica. Lo ha fatto a scuola, con un gesto premeditato, dopo aver portato in classe, da casa, un coltello da cucina. \u00c8 difficile, ma \u00e8 opportuno fare qualche riflessione, perch\u00e9 questa vicenda – per certi versi estrema – in qualche modo coinvolge tutti. Sappiamo troppo poco per entrare nel caso specifico. Quale disagio viveva questo ragazzino? Quali rapporti con l’insegnante? Quali tensioni familiari? Sono solo alcune delle tante, possibili, domande senza risposta. E che comunque non potrebbero giustificare il gesto. Alcuni aspetti, invece, si possono considerare. ‘Era un ragazzino dal carattere chiuso, ma uguale a tanti altri’. ‘Una famiglia normale”: cos\u00ec alcune descrizioni sui giornali, che sottolineano il contrasto con l’enormit\u00e0 del fatto. Un fatto, va detto, che per\u00f2 non \u00e8 isolato nella nostra societ\u00e0, dove capita che ragazzi diano alle fiamme un barbone o che ‘il branco’, questa figura ormai d’uso comune e deresponsabilizzante, violenti e umili. Cosa succede ai ragazzi? Questa \u00e8 la domanda da porsi con sempre maggiore seriet\u00e0, pur senza drammatizzare ed estendere oltre misura situazioni di disagio e degrado. \u00c8 interessante leggere, su internet, i commenti delle persone alla notizia di Chioggia: colpa della tv, della scuola, dei genitori, della politica e naturalmente di internet; colpa della cultura di sinistra e del permissivismo, della mancata certezza della pena, dell’odio che si semina a ruota libera, magari contro gli immigrati’ C’\u00e8 un po’ di tutto. C’\u00e8 anche tanta passione e interesse, insieme per\u00f2 allo sgomento e alla sostanziale resa di fronte a fenomeni che sembrano non avere soluzione. Eppure qualcosa si deve poter fare. Anzitutto continuare a considerare i ragazzi e i pi\u00f9 piccoli in generale come creditori dell’impegno degli adulti. Sviluppando, si passi l’esempio, una genitorialit\u00e0 allargata. Nel senso di avvertire tutti nei loro confronti una piena responsabilit\u00e0. La famiglia e la scuola, agenzie educative tradizionali, come peraltro anche la parrocchia, sono sostanzialmente spiazzate nel contesto contemporaneo dove informazioni, valori, riferimenti e modelli di comportamento giungono da pi\u00f9 parti e sono proposti in modo estremamente veloce, non mediato, senza filtri. Se la tentazione, da parte di ciascuna agenzia, e degli adulti in generale, \u00e8 quella di lasciar cadere le braccia ‘ ‘Non ce la facciamo’ ‘ l’occasione \u00e8 invece quella di rilanciare e cercare alleanze, mettersi insieme dando corpo a reale e condivisa responsabilit\u00e0 educativa. Questa \u00e8 una vera emergenza contemporanea. Ci sono tante volte famiglie chiuse, spesso isolate dalle molteplici e concrete difficolt\u00e0 di ogni genere che incontrano tutti i giorni. Famiglie dove \u00e8 gi\u00e0 difficile ‘fare alleanza’ all’interno, a partire dai genitori tra loro. E dove non di rado, e come richiede l’et\u00e0, i ragazzini e le ragazzine vivono un mondo proprio, talvolta del tutto sconosciuto agli adulti. Questi minori bisogna guardarli da tanti punti di vista diversi, da mettere poi insieme per capire, per aiutare loro ad affrontare il cammino della vita senza sbandare troppo. Famiglia e scuola, parrocchia, associazioni: sul territorio bisogna fare comunit\u00e0. Occorre rispondere cos\u00ec al progressivo degrado del tessuto di relazioni che accomuna la nostra societ\u00e0, dove ciascuno tende a fare per s\u00e9. \u00c8 un passo necessario, per ricordare poi che ne servono certamente anche altri, che ci sono piani successivi da responsabilizzare ‘ dalla televisione alla politica, per intenderci ‘ per costruire un futuro migliore del quale non vogliamo fare a meno. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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