{"id":7341,"date":"2009-02-27T00:00:00","date_gmt":"2009-02-27T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=7341"},"modified":"2015-06-17T15:30:34","modified_gmt":"2015-06-17T13:30:34","slug":"inizia-il-cammino-spirituale-verso-pasqua","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/inizia-il-cammino-spirituale-verso-pasqua\/","title":{"rendered":"Inizia il cammino spirituale verso Pasqua"},"content":{"rendered":"
Siamo entrati nella Quaresima con l’austero rito delle ceneri, che sottolinea il carattere penitenziale di questo tempo di preparazione alla Pasqua. Diciamo subito che la caratteristica penitenziale non \u00e8 l’unica e nemmeno la pi\u00f9 importante della Quaresima. La durata dei quaranta giorni \u00e8 calcolata sul tempo trascorso da Ges\u00f9 nel deserto prima dell’inizio della sua vita pubblica. Il digiuno e il silenzio praticati da Ges\u00f9 in quei lunghi quaranta giorni di deserto hanno ispirato la Chiesa a fare di questo tempo un periodo di maggior ascolto della Parola di Dio, di pi\u00f9 intensa preghiera e di moderato digiuno, per favorire un incontro pi\u00f9 intimo con il Signore. Da qui il passo fu breve per scegliere la Quaresima come un periodo di penitenza per i peccatori pubblici, che venivano riconciliati con Dio e con la Chiesa dal vescovo il Gioved\u00ec santo.<\/p>\n
Ma la Quaresima fu caratterizzata fin dagli inizi anche come tempo di preparazione dei catecumeni al battesimo, amministrato la notte di Pasqua. Il tempo assumeva allora il carattere di gioiosa attesa, perch\u00e9 la risurrezione di Cristo garantiva il dono della vita divina e la risurrezione personale dei battezzati. Col venir meno del catecumenato degli adulti, scomparve per molti secoli questo aspetto sacramentale, e solo oggi viene riesumato. Sta a noi riviverlo come ricordo del battesimo, con gli impegni che esso comporta. Questa prima domenica \u00e8 dedicata ogni anno al ricordo dei quaranta giorni passati da Ges\u00f9 nel deserto, dove fu tentato dal demonio e ne usc\u00ec largamente vincitore. Da quel confronto con Satana infatti inizi\u00f2 il cammino di Cristo verso la Pasqua di morte e risurrezione.<\/p>\n
Da qui prende inizio perci\u00f2 il nostro cammino quaresimale al seguito del Signore. Ma perch\u00e9 Ges\u00f9 ‘fu sbattuto dallo Spirito di Dio nel deserto’ (questo significa il verbo greco ekb\u00e0llein<\/em>) subito dopo il suo battesimo nel Giordano? Era necessario che facesse le sue scelte di vita in maniera chiara e irrevocabile, fuori da ogni condizionamento umano. A tu per tu con il Padre ha potuto orientare con sicurezza, come uomo, il suo cammino di redentore del mondo. La prima lettura accosta Ges\u00f9 alla figura di No\u00e8. Quest’ultimo patriarca dell’era antidiluviana richiama per contrasto la figura di Adamo, perch\u00e9 Dio lo chiama a rimettere in moto la storia del mondo devastato dal peccato. Egli salva il mondo, uscito dalle mani di Dio (gli uomini, gli animali, la terra), con la sua obbedienza, come Adamo lo aveva guastato con la sua disobbedienza. Dopo i quaranta giorni di diluvio che lav\u00f2 il mondo (Gn<\/em> 7,4), Dio stipul\u00f2 con lui un’alleanza (la prima della storia), che garantiva per sempre la salvezza del creato. Come segno di questo amore divino, che stende ormai le sue braccia a proteggere il mondo, Dio tracci\u00f2 un arcobaleno sulla terra. \u00c8 una descrizione altamente simbolica, che indica l’armonia ristabilita tra il Creatore e le sue creature.<\/p>\n Dicevano gli antichi rabbini che Dio aveva appeso il suo arco e le sue frecce sulle nubi e si era disarmato nei nostri confronti: aveva sostituito la giustizia con l’amore. No\u00e8 \u00e8 una figura profetica che annuncia Ges\u00f9 Cristo, perci\u00f2 sta dietro il racconto delle tentazioni raccontate da Marco, come in filigrana, con la sua obbedienza al piano di Dio per la salvezza del mondo. Con lui Dio stabilisce una nuova alleanza per la salvezza del mondo, e ristabilisce l’armonia tra cielo e terra. Il nuovo arcobaleno d’ora in poi sar\u00e0 la croce. Il racconto di Marco \u00e8 estremamente sintetico, quasi stringato. Non ci racconta, come fanno Matteo e Luca, le singole tentazioni subite da Ges\u00f9. Ci dice solo: “Lo Spirito (sceso su di lui nel battesimo) lo lanci\u00f2 con forza nel deserto, e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana”. Il deserto \u00e8 la regione arida che si estende ad occidente dal Giordano e del Mar Morto, quello abitato dagli Esseni di Qumran. Il deserto era il luogo dove Dio aveva educato per quaranta anni il suo popolo Israele, prima di introdurlo nella Terra Promessa.<\/p>\n Il libro del Deuteronomio<\/em> ricordava: “Riconosci in cuor tuo che, come un padre educa suo figlio, cos\u00ec il Signore educa te” (Dt<\/em> 8,5). Qui Dio aveva dato la sua Legge per indicare la via giusta per la salvezza alla sua gente. Il deserto per\u00f2 era anche ritenuto il luogo occupato dai demoni che vi spadroneggiavano. Il luogo era consono alla loro natura arida e incandescente. Il giorno del Kippur<\/em> il capro espiatorio, caricato dei peccati di tutto il popolo, veniva inviato nel deserto, come per riportare al loro legittimo proprietario, Satana, i peccati che lui aveva seminato nei cuori. Come dimora di Satana, era anche il luogo della tentazione e della prova, quella che subirono gli ebrei lungo la loro traversata. La prova e le tentazioni che Ges\u00f9 volle affrontare nello spazio di quaranta giorni erano modellate su quelle degli ebrei nell’esodo.<\/p>\n Marco lo presenta come la controfigura di Adamo, illustrata da san Paolo nella Lettera ai Romani<\/em>: “Come per la disubbidienza di uno solo tutti sono costituiti peccatori, cos\u00ec anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti” (5,19). I quaranta giorni erano ormai ritenuti una cifra classica per maturare un vera esperienza di Dio, dopo che Mos\u00e8 aveva passato quaranta giorni e quaranta notti sul Sinai prima di ricevere la Legge (Es<\/em> 24,18; 34,28). Quel tempo di solitudine serv\u00ec a Ges\u00f9 uomo per capire quale fosse la volont\u00e0 di Dio nei suoi confronti. Qui impar\u00f2 a fare il Messia e ad imboccare la via dell’umilt\u00e0 e della sofferenza dalla quale Satana cerc\u00f2 inutilmente di sviarlo con le sue controproposte. Da quel momento nessuno potr\u00e0 fargli cambiare idea, neanche Pietro (Mc<\/em> 8,33).<\/p>\n Dopo la vittoria riportata da Ges\u00f9 contro Satana, che gli proponeva strade di successo pi\u00f9 facili e praticabili, Ges\u00f9 ‘stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano’. Questa descrizione dell’evangelista ci suona strana e misteriosa. In realt\u00e0 richiama la condizione paradisiaca nella quale si trovava il primo uomo creato da Dio e posto nell’Eden. Su questa immagine di armonia del creato ristabilita poggiava l’attesa messianica descritta da alcuni profeti come Isaia: “Il lupo dimorer\u00e0 insieme all’agnello, la pantera si sdraier\u00e0 accanto al capretto, il vitello e il leoncino pascoleranno insieme e un fanciullo li guider\u00e0. La vacca e l’orsa pascoleranno insieme, si sdraieranno insieme i loro piccoli; il leone si ciber\u00e0 di paglia come il bue. Il lattante potr\u00e0 giocare sulla buca dell’aspide, il bambino potr\u00e0 mettere la mano nel covo dei serpenti velenosi” (Is<\/em> 11,6-8; 65,25; Os 2,20).<\/p>\n Anche il servizio degli angeli richiama la condizione di Adamo, cos\u00ec descritta dal Talmud, un commentario composto dai rabbini ebrei gi\u00e0 dal tempo di Ges\u00f9: “Il primo uomo sedeva a mensa nel giardino dell’Eden e gli angeli del servizio gli arrostivano la carne e gli servivano il vino” (Sinedrim<\/em> 59b). I primi cristiani, che conoscevano le tradizioni ebraiche, capivano che Ges\u00f9, con la sua adesione al piano salvifico di Dio, ristabiliva l’armonia tra l’uomo e Dio, un rapporto nuovo come quello tra padre e figli. Egli, con le sue scelte, aveva riaperto il paradiso perduto. Ogni credente in Ges\u00f9, uomo nuovo, deve scoprire nella preghiera e nell’ascolto della Parola ci\u00f2 che Dio vuole da lui, e mettersi su quella strada con decisone e impegno. Questo \u00e8 l’impegno quaresimale di ognuno.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Siamo entrati nella Quaresima con l’austero rito delle ceneri, che sottolinea il carattere penitenziale di questo tempo di preparazione alla Pasqua. Diciamo subito che la caratteristica penitenziale non \u00e8 l’unica e nemmeno la pi\u00f9 importante della Quaresima. 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