{"id":7335,"date":"2009-02-27T00:00:00","date_gmt":"2009-02-27T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=7335"},"modified":"2015-04-30T10:17:09","modified_gmt":"2015-04-30T08:17:09","slug":"luomo-e-piu-del-suo-dna","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/luomo-e-piu-del-suo-dna\/","title":{"rendered":"L’uomo \u00e8 pi\u00f9 del suo Dna"},"content":{"rendered":"
La Chiesa non cessa di offrire il suo contributo per il bene dell’uomo, anche se i suoi interventi non sempre trovano adeguato spazio sui principali organi di informazione. Benedetto XVI, ricevendo il 21 febbraio i partecipanti all’assemblea generale della Pontificia accademia per la vita, ha richiamato la necessit\u00e0 di sostenere la fatica del ricercatore in campo genetico. Un contributo disinteressato alla scienza per testimoniare, in concreto, come la fede sia amica della ragione. La genetica \u00e8 progredita enormemente, arrivando, ad esempio, a conoscere meglio l’architettura invisibile del corpo umano e i processi cellulari e molecolari che presiedono alle sue molteplici attivit\u00e0.<\/p>\n
“La scienza” ha detto il Papa “\u00e8 giunta oggi a svelare sia differenti meccanismi reconditi della fisiologia umana, sia processi che sono legati alla comparsa di alcuni difetti ereditabili dai genitori, come pure processi che rendono talune persone maggiormente esposte al rischio di contrarre una malattia”. Queste conoscenze, frutto dell’ingegno e della fatica di innumerevoli studiosi, consentono di giungere pi\u00f9 facilmente non solo a una pi\u00f9 efficace e precoce diagnosi delle malattie genetiche, ma anche a produrre terapie destinate ad alleviare le sofferenze dei malati e, in alcuni casi, perfino a restituire loro la speranza di riacquistare la salute. “Da quando, inoltre, \u00e8 disponibile la sequenza dell’intero genoma umano, anche le differenze tra un soggetto e un altro e tra le diverse popolazioni umane sono diventate oggetto di indagini genetiche che lasciano intravedere la possibilit\u00e0 di nuove conquiste”. Queste affermazioni testimoniano lo sguardo positivo che la Chiesa ha nei confronti dei progressi scientifici, in genere, e della genetica, in particolare. Dovrebbero fugare una volta per tutte la consueta accusa di oscurantismo e di paura che ripetutamente le viene addossata. Anzi, si dovrebbe onestamente riconoscere lo sforzo che il Papa e i Vescovi fanno quotidianamente per avvicinare con rispetto il mondo scientifico, uscendo cos\u00ec dagli ambiti che sono loro pi\u00f9 familiari.<\/p>\n
La Chiesa crede di poter offrire un contributo al mondo contemporaneo, secondo una prospettiva di sana laicit\u00e0. Nelle parole di Benedetto XVI riecheggia il pensiero del Concilio: le gioie e le sofferenze, le attese e le speranze del mondo sono anche quelle dei discepoli di Cristo. La ricerca scientifica, cos\u00ec importante, va sostenuta perch\u00e9 contribuisca al raggiungimento del vero bene dell’uomo. Che cosa suggerisce la Chiesa in questo momento? “La fatica del ricercatore in questi ambiti cos\u00ec enigmatici e preziosi” ha detto il Papa “richiede un particolare sostegno. Per questo la collaborazione tra le differenti scienze \u00e8 un supporto che non pu\u00f2 mai mancare per approdare a risultati che siano efficaci e, nello stesso tempo, produttori di autentico progresso per l’umanit\u00e0 intera”. Si tratta di creare una complementariet\u00e0 delle scienze, superando quella distinzione che ha portato frammentariet\u00e0 e isolamento. Il progresso scientifico deve andare di pari passo con la visione globale della persona. Occorre superare “il rischio di un diffuso riduzionismo genetico, incline a identificare la persona esclusivamente con il riferimento all’informazione genetica e alle sue interazioni con l’ambiente”. Si deve ricordare che l’uomo sar\u00e0 sempre pi\u00f9 grande di tutto ci\u00f2 che forma il suo corpo; porta infatti con s\u00e9 la forza del pensiero, che \u00e8 sempre tesa alla verit\u00e0 su di s\u00e9 e sul mondo. Ritornano alla mente le splendide parole di Blaise Pascal: l’uomo \u00e8 il giunco pi\u00f9 debole della natura, ma ha la forza del pensiero; sa di vivere e di morire e conosce il senso della propria esistenza.<\/p>\n
Per la Chiesa \u00e8 decisivo il fatto che ogni essere umano sia molto di pi\u00f9 di una singolare combinazione di informazioni genetiche, che gli vengono trasmesse dai genitori. Ne consegue che la generazione di un essere umano non potr\u00e0 mai essere ridotta a una mera riproduzione di un nuovo individuo della specie, cos\u00ec come avviene con un qualunque animale. Ne consegue, ancora, che nessuna persona pu\u00f2 essere discriminata a motivo delle proprie caratteristiche fisiche, al fine di giungere ad una razza eccellente. Nonostante questo delirio, perpetuato sistematicamente nel secolo scorso, sia riprovato dalle coscienze, oggi si rifaccia una nuova forma di eugenismo. “Si insinua una nuova mentalit\u00e0” ha sottolineato il Papa “che tende a giustificare una diversa considerazione della vita e della dignit\u00e0 personale, fondata sul proprio desiderio e sul diritto individuale. Si tende, quindi, a privilegiare le capacit\u00e0 operative, l’efficienza, la perfezione e la bellezza fisica, a detrimento di altre dimensioni dell’esistenza non ritenute degne”. L’esito finale \u00e8 l’indebolimento del rispetto che \u00e8 dovuto a ogni essere umano, anche in presenza di un difetto nel suo sviluppo o di una malattia genetica che potr\u00e0 manifestarsi nel corso della sua vita. Queste possibili derive chiedono un pensiero forte, in cui antropologia e scienza offrano il meglio sull’uomo.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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