{"id":72704,"date":"2023-07-27T11:33:09","date_gmt":"2023-07-27T09:33:09","guid":{"rendered":"https:\/\/www.lavoce.it\/?p=72704"},"modified":"2023-07-27T12:13:16","modified_gmt":"2023-07-27T10:13:16","slug":"25-luglio-italiani-non-erano-ronti","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/25-luglio-italiani-non-erano-ronti\/","title":{"rendered":"Il 25 Luglio gli italiani non erano \u201cpronti\u201d"},"content":{"rendered":"

Ricorreva in questi giorni \u2013 precisamente il 25 luglio<\/strong> \u2013 l\u2019ottantesimo anniversario di un evento storico: la fine del Governo fascista<\/a> in Italia<\/strong>, con le dimissioni<\/strong> (in realt\u00e0, forzate) di Benito Mussolini e il suo arresto<\/strong>.<\/span><\/p>\n

Perch\u00e9 parlare del 25 luglio e della caduta di Mussolini?<\/h2>\n

O<\/span>ttant\u2019anni \u00e8 un periodo lungo, ma non lunghissimo: quel giorno erano gi\u00e0 nati Papa Francesco, il presidente Mattarella, il cardinale Bassetti, il mio parroco\u2026 e naturalmente, parecchi altri. Anche se loro erano troppo piccoli per ricordarne qualcosa oggi.<\/span> Ma il mondo \u00e8 cambiato cos\u00ec profondamente che potrebbero sembrare ottocento anni invece di ottanta. Perch\u00e9 parlarne, dunque? Perch\u00e9 fu un fatto straordinario, che ci pu\u00f2 ancora insegnare qualcosa.<\/strong> <\/span><\/p>\n

L’Italia era in guerra da tre anni<\/h2>\n

Si sa che, appena la notizia fu data per radio, in tutta Italia<\/strong> si scaten\u00f2 una festa spontanea, con la gente nelle piazze fino a tarda notte, come per una vittoria ai Mondiali di calcio. E si capisce: l\u2019Italia era in guerra da tre anni<\/strong>, essendoci entrata malvolentieri, e in quei tre anni erano state solo batoste<\/strong>. Batoste politiche e militari<\/strong>, anche gravissime, come la perdita di tutte le colonie africane (quello che chiamavano \u201cl\u2019Impero\u201d), la disfatta dell\u2019armata italiana in Russia, e da ultimo lo sbarco in Sicilia degli angloamericani, i \u201cnemici\u201d contro i quali l\u2019Italia faceva la guerra. E non si trattava solo di bandierine spostate sulle carte geografiche.<\/span><\/p>\n

Ci furono decine di migliaia di soldati morti<\/h2>\n

Ognuna di quelle sconfitte era costata decine di migliaia di soldati morti, mutilati, prigionieri<\/strong>; poi c\u2019erano le migliaia di vittime civili dei bombardamenti aerei delle citt\u00e0, Roma compresa. In ogni angolo d\u2019Italia, anche nelle case cui non era toccata nessuna di quelle sventure, c\u2019era l\u2019impoverimento generale, la scarsit\u00e0 dei generi alimentari, la vita quotidiana resa dura e difficile dalla guerra. Tutti sapevano che la colpa era di Mussolini. <\/span><\/p>\n

A prendere l’iniziativa solo alcuni dirigenti del fascismo in accordo con il re<\/h2>\n

Ma \u2013 ecco il punto \u2013 nessuno prese l\u2019iniziativa di ribellarsi<\/strong>; solo un pugno dei dirigenti pi\u00f9 alti del fascismo, in segreto accordo con il re<\/strong>, per liquidare il regime trovarono un mezzo apparentemente incruento (di sangue versato, dopo, ce ne fu fin troppo; ma sul momento, no). Il 25 luglio, insomma, fu la controprova che il popolo italiano non era ancora maturo per difendere la sua libert\u00e0 e la democrazia<\/strong>. Lo avrebbe fatto dopo, con la Resistenza e la guerra di liberazione. Ma non il 25 luglio 1943. Questo ci spinge a chiederci<\/span> quanto siano davvero profonde le radici della democrazia nel nostro Paese.<\/span><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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