{"id":7268,"date":"2009-01-30T00:00:00","date_gmt":"2009-01-30T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=7268"},"modified":"2015-06-17T15:45:49","modified_gmt":"2015-06-17T13:45:49","slug":"il-demonio-fra-certezze-dubbi-e-negazioni","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/il-demonio-fra-certezze-dubbi-e-negazioni\/","title":{"rendered":"Il demonio fra certezze, dubbi e negazioni"},"content":{"rendered":"
Si parla poco del demonio. Anche noi preti evitiamo questo argomento scomodo nelle nostre omelie. Per un verso questo \u00e8 dovuto al fatto che non si crede pi\u00f9 nella sua esistenza e tanto meno nel suo influsso sul mondo e sulla storia. Tutt’al pi\u00f9 si ritiene che il demonio non sia una persona, ma piuttosto la personificazione mitica del male, che nessuno pu\u00f2 negare. Questo sinistro personaggio non pu\u00f2 che essere contento di questo suo oblio; cos\u00ec pu\u00f2 agire indisturbato ed scorrazzare liberamente su e gi\u00f9 per il mondo. D’altro canto dobbiamo mettere in conto la reazione contro certi ambienti che, in modo superstizioso e fanatico, vedono il diavolo dappertutto. Di conseguenza, prolificano improvvisati esorcisti, maghi e fattucchieri a cui molta gente ricorre per premunirsi e per combattere in modo rapido un disagio psicologico o una malattia. Sembra quasi che il demonio, cacciato dalla porta con la nostra cultura scientista, rientri dalla finestra con la superstizione popolare.<\/p>\n
Non si pu\u00f2 negare che Ges\u00f9 abbia parlato del demonio e con il demonio; l’ha combattuto, stanandolo con facilit\u00e0 estrema dai suoi domini. \u00c8 pensabile che si sia illuso? I primi tre evangelisti riportano in apertura le tentazioni di Ges\u00f9 nel deserto ad opera del demonio; Marco e Luca indicano il primo miracolo di Ges\u00f9 nella guarigione dell’indemoniato di Cafarnao. \u00c8 quello che abbiamo ascoltato oggi nella liturgia domenicale. Con questo, non possiamo dire che il demonio abbia un posto di primo piano nella vita di Ges\u00f9; egli non appare affatto ossessionato dalla sua presenza, che resta marginale, ma non irrilevante. Basti pensare che su circa 35 miracoli raccontati in dettaglio nei vangeli, solo 3 o 4 sono costituiti da esorcismi. Una cifra minima, che indica la marginalit\u00e0 del diavolo nei Vangeli stessi.<\/p>\n
La redenzione operata da Ges\u00f9 \u00e8 anche liberazione dal peccato e dal demonio: “Il Figlio di Dio \u00e8 apparso per distruggere le opere del diavolo” (1 Gv<\/em> 3,8), ma la sua azione \u00e8 soprattutto positiva: \u00e8 dono della vita divina ai credenti mediante la predicazione del Vangelo accolta con fede, e mediante la morte in croce di Ges\u00f9, la sua resurrezione e la sua ascensione al cielo. Ges\u00f9 non si \u00e8 mai atteggiato ad “antidiavolo”, si \u00e8 presentato come salvatore, datore di vita divina agli uomini. Marco ci descrive oggi il primo esorcismo operato da Ges\u00f9 proprio a Cafarnao, dove aveva appena chiamato i suoi primi seguaci. In apertura del racconto, l’evangelista ci dice che Ges\u00f9 sta predicando nella sinagoga del paese in giorno di sabato, scadenza settimanale sacra per gli ebrei, giorno di riposo in onore di Dio creatore e redentore. L’esorcismo \u00e8 dunque inserito in una liturgia della Parola dove appare tutta l’originalit\u00e0 del predicatore, che manifesta un’autorevolezza e un potere eccezionali. Egli non fa mai riferimento ai maestri di scuola, come i predicatori del tempo, per il semplice motivo che non ha frequentato nessuna scuola rabbinica. La sua parola per\u00f2 ha il potere di convincere e cambiare i cuori, \u00e8 la parola creatrice di chi ha fatto il mondo.<\/p>\n Nell’episodio di oggi appare di un’efficacia sorprendente nello smascherare e scacciare il demonio che si annida perfino nel corpo di un devoto frequentatore della preghiera sinagogale. Questi \u00e8 affetto da una possessione demoniaca, che interessa il suo corpo, ma che ha il suo riflesso nell’anima. La sua presenza in sinagoga sta a significare che egli cerca di dominarla con la preghiera, senza riuscirci. Non ci viene detto quali fossero le manifestazioni che l’accompagnavano. Marco dice, con espressione colorita, che quell’uomo era ‘in uno spirito impuro’, anzich\u00e9 dire che lo spirito era dentro di lui. Vuole dire che il diavolo possedeva quell’uomo e lo rivestiva di s\u00e9 come con una camicia di forza, che non gli lasciava scampo. Solo la Parola di Dio letta e spiegata da Ges\u00f9 riesce ad allentare quell’abbraccio soffocante, a rompere le sbarre della prigione in cui l’uomo \u00e8 rinchiuso. L’evangelista indica il diavolo come ‘spirito impuro’, cio\u00e8 l’opposto di Dio che \u00e8 “il Santo”.<\/p>\n L’aggettivo indica la malvagit\u00e0 e la cattiveria che lo caratterizza nel pensiero e nell’azione. Egli vive nel torbido dell’inganno e del male, come immerso nel fango che lo rende immondo come i porci. Quell’essere malvagio, costretto da Ges\u00f9 a venire allo scoperto, grida tutto il suo spavento con la bocca dell’uomo tenuto da lui prigioniero: “Che c’\u00e8 tra noi e te, Ges\u00f9 Nazareno?”. Cos\u00ec suona in greco il suo grido scomposto. L’espressione sta ad indicare che esiste una distanza abissale tra lui e Ges\u00f9. Questi \u00e8 ‘il santo di Dio’, colui che incarna la bont\u00e0 e l’amore di Dio per l’uomo; il demonio \u00e8 “l’impuro”, colui che incarna tutta la malvagit\u00e0 e la cattiveria del mondo. Questa distanza morale cos\u00ec enorme non impedisce per\u00f2 a Ges\u00f9 di raggiungerlo con la sua azione salvifica. Il braccio potente di Dio \u00e8 lungo e colma ogni distanza. Il demonio si sente in balia del Santo di Dio, perch\u00e9 \u00e8 lui il pi\u00f9 forte (3,27) e pu\u00f2 disporre del suo destino. Perci\u00f2 grida disperato: “Sei venuto a rovinarci?”. Perch\u00e9 parla al plurale dicendo “noi”? Vuole forse dire che non agisce mai da solo, ma con la complicit\u00e0 e l’aiuto di chi \u00e8 come lui. Lo dimostrerebbe la scena della guarigione dell’indemoniato di Gerasa, quando Ges\u00f9 instaura un brevissimo dialogo con il demonio chiedendogli il suo nome. Quegli rispose: “Mi chiamo legione, perch\u00e9 siamo in molti” (5,9).<\/p>\n A questo punto il demonio fa un ultimo tentativo di resistenza, usando l’espediente dell’uso del nome di Dio alla maniera magica: “Io so chi tu sei: il santo di Dio”. Conoscere il nome vero di una persona significava poterlo utilizzare per acquistare potere su di lei. L’operazione magica non funziona con il Figlio di Dio santo. Ges\u00f9 gli intima di tacere e di uscire dall’uomo che tiene in ostaggio. Il demonio non pu\u00f2 rifiutarsi, ma esce sbattendo rabbiosamente la porta, umiliato e sconfitto: “straziandolo e gridando forte, usc\u00ec da lui”, lasciandolo tramortito. Ma ora quell’uomo \u00e8 libero e la meraviglia e l’entusiasmo dei presenti tocca le stelle. Nessuno aveva mai visto una cosa simile: era “un insegnamento nuovo dato con autorit\u00e0” e potenza. Tutto questo deve rassicurarci, perch\u00e9 siamo nelle mani del Dio potente salvatore, nascosti dallo scudo del battesimo, difesi dalla forza dello Spirito santo che ci \u00e8 stato dato, custoditi dall’amore paterno del Dio-amore. Con Paolo possiamo dire: “Chi ci separer\u00e0 dall’amore di Cristo? N\u00e9 morte, n\u00e9 vita, n\u00e9 angeli, n\u00e9 principati, n\u00e9 potenze, n\u00e9 alcun’altra creatura potr\u00e0 mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Ges\u00f9 nostro Signore” (Rm<\/em> 8,35ss). Bando alla superstizione!<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Si parla poco del demonio. Anche noi preti evitiamo questo argomento scomodo nelle nostre omelie. Per un verso questo \u00e8 dovuto al fatto che non si crede pi\u00f9 nella sua esistenza e tanto meno nel suo influsso sul mondo e sulla storia. 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