{"id":7212,"date":"2009-01-02T00:00:00","date_gmt":"2009-01-01T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=7212"},"modified":"2015-07-07T14:41:44","modified_gmt":"2015-07-07T12:41:44","slug":"la-striscia-di-sangue","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/la-striscia-di-sangue\/","title":{"rendered":"La striscia di sangue"},"content":{"rendered":"

La violenza dell’attacco israeliano nella striscia di Gaza \u00e8 stata inaudita. Formalmente risponde ai lanci dei missili di Hamas contro Israele lanciati al termine della tregua firmata mesi fa con la mediazione dell’Egitto, ma colpisce per la determinazione. Il primo ministro in carica Olmert aveva detto pi\u00f9 volte che Israele non desidera la guerra ma intende difendere la sicurezza dei suoi cittadini minacciati dai missili di Gaza. \u00c8 stato conseguente: Hamas ha lanciato missili, Israele ha risposto. E dopo i primi due giorni le vittime hanno abbondantemente superato il numero di 300. Secondo Israele l’attacco \u00e8 stato chirurgico colpendo luoghi strategici e residenze dei leader di Hamas. Ma le testimonianze dirette dalla Striscia di Gaza parlano di attacchi contro i civili e devastazioni delle abitazioni della gente comune. le ragioni di IsraeleUna possibile spiegazione della violenza israeliana \u00e8 legata all’imminenza delle elezioni in cui l’attuale ministro degli Esteri, Tzipi Livni, fronteggia, per conto di Kadima e dei laburisti, Bibi Netanyahu, candidato della destra e del Likud. La scelta tra le due opzioni \u00e8 davvero alternativa. Livni crede nel processo di pace, ritiene Abu Mazen e il suo partito Fatah interlocutori credibili e vuole proseguire gli sgomberi forzati dei coloni in terra palestinese. Netanyahu rappresenta la posizione opposta: il riconoscimento di uno Stato palestinese non \u00e8 una priorit\u00e0 e i cittadini israeliani vanno difesi in ogni situazione rafforzando l’apparato militare e il Muro. In questo momento, a causa delle iniziative giudiziarie che hanno colpito l’attuale premier Olmert, Netanyahu ha il favore dei sondaggi. Livni e i suoi alleati temono la sconfitta e cercano quindi di mostrare ai cittadini israeliani determinazione in campo militare, con la speranza di attirare a tutti i costi il voto pi\u00f9 moderato e tradizionale. Una vittoria di Netanyahu potrebbe essere per la pace, infatti, un salto nel vuoto. Le ragioni dei palestinesiMa non \u00e8 tutto qui. Negli ultimi anni \u00e8 maturata una vera e propria lacerazione tra Hamas e Fatah e, pi\u00f9 o meno simmetricamente, tra Gaza e Cisgiordania. Hamas ha occupato militarmente il potere a Gaza, e a Ramallah, sede del Parlamento palestinese, non si nutrono pi\u00f9 troppe speranze sulla possibilit\u00e0 di una ricomposizione della crisi tra le due fazioni e, dunque, tra le due aree geografiche. Sono in molti a premere su Abu Mazen perch\u00e9 convochi elezioni politiche solo per la Cisgiordania, formalizzando definitivamente cos\u00ec la separazione. Sinora il presidente dell’Autorit\u00e0 palestinese ha rifiutato, ma la degenerazione bellica a Gaza e il definitivo tradire gli accordi di pace da parte di Hamas potrebbe convincerlo a compiere il passo. Anche l’Egitto e gli altri Paesi moderati della regione non vedono di buon occhio Hamas e il vento fondamentalista che alimenta. Non per nulla il Cairo ha tenuto chiuso l’unico valico di frontiera della Striscia non controllato da Israele, concorrendo ad aumentare la pressione sulla popolazione che soffre per l’embargo e l’impossibilit\u00e0 di viaggiare, nella speranza di alimentare cos\u00ec il malcontento verso i responsabili di questa situazione, cio\u00e8 Hamas. Le ragioni degli StatiIn sostanza sono in molti rassegnati a pensare che la situazione di Gaza non sia risolvibile e a sperare, quindi, che Israele faccia il lavoro sporco, penetrando militarmente nella Striscia e togliendo di mezzo il problema Hamas. Conviene al governo israeliano, che mira a recuperare consenso elettorale per poter negoziare una pace vera con Fatah in Cisgiordania. Conviene a questi ultimi per ottenere terra, Stato e pace. Conviene all’Egitto per togliere ossigeno ai Fratelli musulmani e alle fazioni fondamentaliste. Conviene alla Siria, che senza pi\u00f9 l’impiccio di Gaza da difendere potrebbe trattare con Israele per riavere le alture del Golan e la loro acqua. Ma anche con questa sintonia a muovere i passi di Tsahal, l’esercito israeliano, esistono due ostacoli. Il primo riguarda le piazze. In questi giorni si sono riempite di solidariet\u00e0 per i caduti e per Gaza. Non sempre le piazze sono prevedibili e i governi della regione, compreso quello di Ramallah potrebbero doverne tener conto, sia nel rapporto con Israele, sia nello scoprirsi in grembo nuovi germi anti israeliani e integralisti difficilmente gestibili. Il secondo \u00e8 quello che riguarda le vittime. Se la politica fosse un gioco da tavolo da fare durante le feste natalizie si potrebbe anche provare a seguire il filo degli interessi che abbiamo descritto. Ma non \u00e8 cos\u00ec.Le ragioni della paceLa violenza uccide e nessuno ha il diritto di costruire la propria pace con la vita degli altri. Inoltre se anche un’azione militare ottenesse la caduta di Hamas, chi garantisce che sotto la cenere non continui a bruciare il fuoco del rancore che domani alimenter\u00e0 nuova violenza? Se Livni vuole la pace dimostri di cercarla davvero senza violenza, con un dialogo regionale e con gesti inequivocabili, come l’interruzione del Muro. La pace si fonda sul coraggio, non sul taglione. Riccardo Moro<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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