{"id":71649,"date":"2023-05-22T12:03:51","date_gmt":"2023-05-22T10:03:51","guid":{"rendered":"https:\/\/www.lavoce.it\/?p=71649"},"modified":"2023-06-23T17:04:16","modified_gmt":"2023-06-23T15:04:16","slug":"la-chiesa-nel-digitale-presentato-a-perugia-il-libro-di-fabio-bolzetta","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/la-chiesa-nel-digitale-presentato-a-perugia-il-libro-di-fabio-bolzetta\/","title":{"rendered":"‘La Chiesa nel digitale’: presentato a Perugia il libro di Fabio Bolzetta"},"content":{"rendered":"
“Il libro che abbiamo tra le mani \u00e8 il frutto di un lavoro condiviso e portato avanti con fatica, con passione e con grande attenzione al territorio e di questo sono riconoscente”. Cos\u00ec l\u2019arcivescovo Ivan Maffeis, delegato dei vescovi umbri per le comunicazioni sociali e membro del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, intervenendo a Perugia, sabato 20 maggio, alla presentazione del volume La Chiesa nel digitale. Strumenti e proposte<\/em> a cura del giornalista Fabio Bolzetta con la prefazione di Papa Francesco, per i tipi della Tau Editrice di Todi. Una pubblicazione, nata dall\u2019esperienza dei centocinquanta video tutorial realizzati dall\u2019Associazione dei Webmaster Cattolici Italiani (WECA) al cui progetto Solidariet\u00e0 digitale<\/em>\u00a0a sostegno delle parrocchie saranno interamente destinati tutti i diritti d\u2019autore del volume.<\/p>\n \u00a0La presentazione \u00e8 stata promossa\u00a0dall\u2019UCSI Umbria (Unione Cattolica Stampa Italiana) insieme all\u2019Associazione WECA, in collaborazione con l\u2019Archidiocesi<\/a>, socio fondatore della stessa WECA, avvenuta, ha sottolineato l\u2019arcivescovo Maffeis, alla vigilia della LVII Giornata mondiale delle comunicazioni sociali<\/a>.<\/p>\n “Presentarlo oggi -ha detto- \u00e8 anche un richiamo a riflettere sul messaggio del Papa per questa LVII Giornata, una esortazione ad ascoltare col cuore per poi parlare col cuore. Il Papa continua a ricordarcelo anche provocandoci con il Sinodo, che diventa un esercizio concreto di essere Chiesa. Una Chiesa che impara ad ascoltare al proprio interno, impara ad ascoltare il mondo facendolo con umilt\u00e0 e con la consapevolezza che, o si cammina insieme, o non si arriva da nessuna parte, nemmeno quando si possedesse la verit\u00e0. Papa Francesco, nel messaggio, sottolinea la verit\u00e0 con carit\u00e0 per una comunicazione che sappia costruire ponti e non muri, per una comunicazione che sia sempre pi\u00f9 dialogo\u2026”.<\/p>\n Monsignor Maffeis ha concluso dicendo:<\/p>\n “Ringrazio per la presenza, per questo libro, dal curatore ai relatori con cui ho lavorato per anni apprezzandoli e stimandoli, all\u2019editore Andrea Scorzoni della Tau Editrice sia per il coraggio di pubblicare libri sia per la qualit\u00e0 con cui lo fa. Anche questo contribuisce a veicolare contenuti dove la forma \u00e8 anche sostanza”.<\/p>\n Alla presentazione, moderata da Daniele Morini, direttore de La Voce<\/em> e di UmbriaRadio InBlu<\/em>,\u00a0sono intervenuti\u00a0il presidente dell\u2019UCSI Umbria Manuela Acito, il curatore Fabio Bolzetta, presidente di WECA, Giovanni Silvestri, direttore del Servizio informatico della Cei, e Rita Marchetti, docente di Sociologia dei Media digitali presso l\u2019Universit\u00e0 degli Studi di Perugia.<\/p>\n Morini ha tracciato anche le conclusioni<\/em>, auspicando un proficuo prosieguo della Chiesa nel digitale con tre massime<\/em> attinte dal libro, ricerca, formazione e azione<\/em>, aggiungendo una quarta emersa dalla presentazione perugina, quella del buonsenso<\/em>. Un manuale<\/em> per gestire gli strumenti del digitale e non farsi gestire da essi<\/em>. Morini non poteva non aprire l\u2019incontro soffermandosi sull\u2019alluvione in Emilia Romagna, regione a cui La Voce<\/em>\u00a0\u00e8 legata venendo stampata a Imola. L\u2019ultimo numero del settimanale potrebbe arrivare ai lettori con qualche giorno di ritardo, un disguido che non ha nulla a che vedere con i gravissimi disagi vissuti da migliaia di abitanti di interi territori devastati con diverse vittime.<\/p>\n \u00a0Il moderatore, al termine, ha ricordato l\u2019evento della Marcia della Pace Perugia-Assisi di domenica 21 maggio, che, ha detto, rientra nelle comunicazioni sociali, perch\u00e9 gli operatori dei media hanno delle responsabilit\u00e0 deontologiche da assolvere. Non possiamo avere due facce di una medaglia, non possiamo essere dualisti: una vicenda va raccontata allo stesso modo sul giornale o in radio e tv, cos\u00ec come sui social<\/em>. Una sottolineatura richiamata all\u2019inizio dal presidente UCSI Umbria Acito nel dire che il digitale, riferendosi in particolare ai social, presenta delle insidie e chi lo abita lo deve fare con attenzione e ben formato<\/em>.<\/p>\n \u00a0Sempre Manuela Acito ha parlato dell\u2019importanza del digitale nei media negli ultimi anni, in particolare nel periodo della pandemia.<\/p>\n “Un\u2019importanza altissima -ha detto- e di questo ce lo ricorda anche papa Francesco, nell\u2019introduzione del volume, affermando l\u2019importanza che ha avuto la comunicazione digitale e i nuovi strumenti tecnologici, come i social media, per tenere unite le comunit\u00e0 in quel periodo difficile, permettendo ai fedeli di seguire in streaming<\/em> le messe stando a casa… Ed \u00e8 sempre il Papa a ricordarci che il virtuale mai potr\u00e0 sostituire la bellezza dell\u2019incontro a tu per tu, ma il mondo digitale \u00e8 abitato e va abitato da cristiani”.<\/p>\n Su questo aspetto si sono trovati d\u2019accordo anche il curatore del libro Fabio Bolzetta, la docente Rita Marchetti e il direttore informatico Cei Giovanni Silvestri, che, in sintesi, hanno fatto appello al buonsenso<\/em> nell\u2019utilizzo del Web per gli incontri da remoto<\/em>\u00a0post-pandemia.<\/p>\n Nel tracciare la storia del Servizio informatico della Cei, Silvestri ha detto che questo servizio \u00e8 nato grazie alla lungimiranza, intuizione e saggezza dei vescovi italiani<\/em>.<\/p>\n Intuizione di fornire alla stessa Cei e poi alle diocesi e alle parrocchie una gestione amministrativa trasparente attraverso l\u2019informatizzazione. Anche la comunicazione, con l\u2019arrivo di Internet, l\u2019utilizzo informatico \u00e8 stato messo a sua disposizione, un binomio sempre pi\u00f9 inscindibile tra il nostro Servizio e l\u2019Ufficio Cei per le comunicazioni sociali, dando vita a diverse attivit\u00e0 di ricerca anche con l\u2019Universit\u00e0 degli Studi di Perugia. Oltre alla rete delle radio e tv cattoliche, \u00e8 nata l\u2019Associazione WECA e la Diocesi perugina \u00e8 tra i suoi soci fondatori, a testimonianza che c\u2019\u00e8 tanta Umbria nel cammino tra gli strumenti informatici e quelli dei media. Un cammino stimolato da vescovi attenti e sensibili come Ennio Antonelli, Giuseppe Chiaretti e Giuseppe Betori e da sacerdoti comunicatori lungimiranti come Elio Bromuri, che tanto si prodig\u00f2 a mettere in rete tra loro questi mezzi\u201d. E non ha dimenticato di menzionare gli allora giovani pionieri<\/em> del Servizio informatico diocesano, Massimo Cecconi, Simone Cecchini e Andrea Franceschini, oggi titolari della societ\u00e0 H24.it<\/em>\u00a0che collabora con il Servizio informatico della Cei.<\/p>\n La professoressa Marchetti si \u00e8 soffermata sulla responsabilit\u00e0 di ciascuno<\/em> non riguardante, come ha scritto il Papa nel citato messaggio, soltanto gli operatori della comunicazione. <\/span><\/p>\n “In un\u2019epoca di polarizzazione e sommersi da tante informazioni -ha evidenziato la docente- spesso ci accontentiamo di quello che conferma i nostri pregiudizi, ma dobbiamo fare la nostra parte anche quando crediamo a contenuti creati da altri, con il riflettere e il verificare la loro veridicit\u00e0, altrimenti contribuiamo ad inquinare il contesto informativo e comunicativo nel quale siamo inseriti. Inoltre, tutto quello che leggiamo, vediamo, ascoltiamo<\/em> attraverso i tanti mezzi di comunicazione, contribuisce alla costruzione sociale della realt\u00e0 quello che noi reputiamo essere vero. E se l\u2019informazione in generale ha questo ruolo importante, abbiamo tutti il dovere di capire come funzionano le piattaforme digitali e, pertanto, \u00e8 importante formarsi costantemente. Gli stessi incontri che sta portando avanti la WECA sul territorio nazionale, anche attraverso la presentazione di questo libro, vogliono andare nella direzione di questo percorso formativo”.<\/span><\/p>\n Fabio Bolzetta, appena tornato dalle zone alluvionate, ha detto di credere tantissimo nel legame con i territori<\/em> e l\u2019Umbria.<\/p>\n “E’ la terra -ha raccontato-\u00a0di mia moglie, dove mi sono sposato, e ho seguito molto gli eventi sismici del 2016, tanto da essere stato riconosciuto cittadino onorario del Comune di Norcia per i servizi giornalistici realizzati e per il libro Voce dal terremoto<\/em>.<\/p>\n Nel rapporto tra media tradizionali e digitale, quando il digitale si \u00e8 avvicinato alle colonne dell\u2019editoria, molto spesso, nel contatto con la carta stampata, pi\u00f9 che creare connessioni sono stati creati cortocircuiti. Il digitale e le nuove tecnologie comunicative sono state attaccate, perch\u00e9 avrebbero cancellato il cinema e spazzato via il libro. In realt\u00e0 il digitale non ha eliminato, ma rinnovato ogni media tradizionale a partire dalla tv, che ha perso il suo potere di convocazione, eccetto che per eventi particolari (ad esempio, lo sport, il Festival di Sanremo\u2026). E con la pandemia sono state trasformate alcune certezze, dalla qualit\u00e0 e dalla ricchezza di uno studio televisivo al conduttore solitario che presentava il telegiornale della propria abitazione”.<\/p>\n \u00a0Infine, l\u2019auspicio di Bolzetta ad essere nel cambiamento.<\/em><\/p>\n “Un mondo che cambia ogni giorno -ha sottolineato- e non riguarda soltanto chi \u00e8 operatore della comunicazione o dell\u2019informazione, ma chi ha responsabilit\u00e0 rispetto a tali prodotti, o chi ne usufruisce”.<\/p>\n E ha concluso con alcune criticit\u00e0, limiti e disfunzioni del Web.<\/p>\n “Come le fake news<\/em> -detto- che non significa notizie errate, ma notizie volutamente false e messe online, come anche temi che riguardano realt\u00e0 territoriali, come casi nazionali, perch\u00e9 \u00e8 pi\u00f9 facile veicolare la falsit\u00e0 che non la verit\u00e0”.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" “Il libro che abbiamo tra le mani \u00e8 il frutto di un lavoro condiviso e portato avanti con fatica, con passione e con grande attenzione al territorio e di questo sono riconoscente”. 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Gli intervenuti<\/h2>\n
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Non essere dualisti<\/h2>\n
Abitare da cristiani il digitale<\/h2>\n
Il Web e la Chiesa umbra<\/h2>\n
La responsabilit\u00e0 di ciascuno<\/h2>\n
Curare il legame con i territori<\/h2>\n
Pi\u00f9 facile veicolare falsit\u00e0<\/h2>\n