{"id":70899,"date":"2023-03-21T20:55:18","date_gmt":"2023-03-21T18:55:18","guid":{"rendered":"https:\/\/www.lavoce.it\/?p=70899"},"modified":"2023-03-23T19:24:37","modified_gmt":"2023-03-23T17:24:37","slug":"ius-sanguinis-il-modo-sbagliato-di-fare-litalia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/ius-sanguinis-il-modo-sbagliato-di-fare-litalia\/","title":{"rendered":"Ius sanguinis, il modo sbagliato di fare l\u2019Italia"},"content":{"rendered":"

di Andrea Casavecchia<\/strong><\/p>\n

Dopo un periodo di flessione, la presenza di cittadini stranieri nel nostro Paese \u00e8 ripresa a crescere. Siamo tornati intorno ai 6 milioni di presenze e circa il 60 per cento di loro proviene da Paesi esterni all\u2019Unione europea, come indica il 28\u00b0 Rapporto sulle migrazioni a cura dell\u2019Ismu (Fondazione iniziative e studi sulla multietnicit\u00e0). \u00c8 stata superata un\u2019altra volta l\u2019asticella del 10 per cento sul totale della popolazione residente. Il contributo maggiore alla crescita attuale \u00e8 stato offerto dagli immigrati regolari non ancora residenti, quelli che \u2013 come spiega il Rapporto \u2013 non sono ancora registrati all\u2019Anagrafe e hanno quindi un permesso temporaneo. Un contributo pi\u00f9 contenuto \u00e8 offerto dai cittadini stranieri residenti, mentre il gruppo che contrae la sua presenza \u00e8 quello degli immigrati irregolari.<\/p>\n

La crescita \u00e8 dovuta essenzialmente all\u2019aumento del numero di ingressi per ragioni di lavoro (i permessi sono stati oltre 242 mila). Invece solo il 12,8 per cento dei nuovi ingressi \u00e8 dovuto a motivi di asilo e altre forme di protezione. Per\u00f2 la composizione della popolazione italiana \u00e8 sempre pi\u00f9 variegata anche per altri motivi. Nonostante tutti gli ostacoli che vengono creati per aggiornare la datata legge sulla cittadinanza, scritta con logiche che permettevano di conservare le origini italiane ai migranti che raggiungevano le varie parti del mondo, inizia a essere consistente anche il numero delle acquisizioni di cittadinanza: oltre 121 mila persone sono diventate italiane. Il 41 per cento delle acquisizioni ha seguito l\u2019iter pi\u00f9 lungo (che richiede 10 anni di residenza ininterrotta in Italia). Un altro 11,9 per cento \u00e8 dovuto ai matrimoni con cittadini italiani, mentre il rimanente 47 per cento \u00e8 soprattutto da attribuire alla trasmissione ai figli della cittadinanza del diritto acquisito dai genitori.<\/p>\n

Le stime dei ricercatori valutano che oggi in Italia risiedano quasi un milione e mezzo di nuovi italiani. I numeri del Rapporto mostrano che le vite dei cittadini italiani si intrecciano nel mondo del lavoro, nel quale si contano oltre 2 milioni di occupati: l\u201911,2 per cento del totale dei lavoratori in Italia. I loro figli frequentano le scuole; l\u00ec gli studenti con una cittadinanza diversa da quella italiana rappresentano il 10,3 per cento. Secondo poi i dati Istat, circa un matrimonio su dieci celebrato nel 2021 vedeva la presenza di almeno un coniuge non italiano. Tutti questi indicatori, che ci fanno vedere la vitalit\u00e0 interculturale in Italia, mostrano come la cittadinanza fondata ancora sullo ius sanguinis<\/em> stia diventando un inconsistente confine, che finisce per bloccare parte delle vite di alcune persone, invece di integrare la diversit\u00e0 presente nel Paese.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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