{"id":70813,"date":"2023-03-13T16:37:49","date_gmt":"2023-03-13T14:37:49","guid":{"rendered":"https:\/\/www.lavoce.it\/?p=70813"},"modified":"2023-03-13T16:40:24","modified_gmt":"2023-03-13T14:40:24","slug":"prima-domenica-della-popolazione-terremotata-tra-preoccupazione-e-speranza","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/prima-domenica-della-popolazione-terremotata-tra-preoccupazione-e-speranza\/","title":{"rendered":"Prima domenica della popolazione terremotata, tra preoccupazione e speranza"},"content":{"rendered":"

C\u2019\u00e8 tanta preoccupazione ed ancora molta paura tra la gente messa a dura prova dalle scosse di terremoto<\/a> verificatesi lo scorso 9 marzo nell\u2019Alta Umbria. Le previsioni della Protezione Civile, una volta completati i sopralluoghi da parte dei suoi tecnici e Vigili del Fuoco, parlano di oltre cinquecento persone sfollate residenti a Pierantonio (nel comune di Umbertide), Sant\u2019Orfeto (in quello di Perugia) e zone limitrofe, le cui comunit\u00e0 parrocchiali insistono nell\u2019arcidiocesi di Perugia-Citt\u00e0 della Pieve<\/a>.<\/p>\n

La prima domenica della popolazione terremotata<\/h2>\n

Quella del 12 marzo \u00e8 stata la prima domenica trascorsa dalla popolazione terremotata,\u00a0 come raccontano parroci e collaboratori parrocchiali, tra preoccupazione e speranza<\/em>. Quest\u2019ultima, alimentata anche dalla presenza dell\u2019arcivescovo Ivan Maffeis nei centri abitati segnati dal sisma dello scorso gioved\u00ec.<\/p>\n

“Il nostro vescovo Ivan \u00e8 venuto in mezzo a noi, a meno di ventiquattro ore dalle scosse, facendoci sentire la vicinanza della Chiesa. Siamo Certi di rivederlo presto tra noi\u2026 Una vicinanza concreta, fin dalle prime ore, per l\u2019opera dei volontari Caritas non limitata agli aiuti materiali, ma di ascolto a tanti di noi impauriti”.<\/p>\n

\u00c8 il commento di alcuni parrocchiani di Pierantonio e Sant\u2019Orfeto, raccolto domenica scorsa, a margine della celebrazione della Santa Messa tenutasi nella chiesa della vicina localit\u00e0 di La Bruna (l\u2019unico edificio di culto della zona dichiarato agibile), dove si sono ritrovati in diversi a condividere l\u2019Eucaristia e a pregare per lo scampato pericolo e per una rapida ricostruzione materiale e sociale.<\/p>\n

Segnali di speranza<\/h2>\n

L’atmosfera<\/em> che si vive nell\u2019Alta Umbria \u00e8 colta nelle testimonianze riportate di seguito. Il diacono Aristide Bortolato, impegnato non poco nel servizio della Carit\u00e0, commenta:<\/p>\n

“La sofferenza e il dolore degli abitanti sono grandissimi. C\u2019\u00e8 chi ha perso sia la casa che il lavoro. Siamo chiamati ad affrontare un primo aspetto che possa portare un senso di vera speranza. Dal punto di vista psicologico tante persone non stanno riuscendo ad affrontare questa situazione e ho incontrato e parlato al telefono con numerosi pierantoniesi che chiedevano consigli. C\u2019\u00e8 stata anche una bellissima testimonianza.<\/p>\n

Una famiglia ha dovuto lasciare la sua casa perch\u00e9 \u00e8 stata completamente devastata dalle scosse. Le uniche cose che si sono salvate sono stati un crocifisso esposto sugli scaffali di una libreria e una immagine della Sacra Famiglia. \u00c8 stato visto come un segnale di speranza. Gli abitanti di Pierantonio hanno molto apprezzato la presenza della Chiesa, con la visita di venerd\u00ec del nostro arcivescovo Ivan e dei sacerdoti con responsabilit\u00e0 diocesane, don Riccardo Pascolini e don Simone Pascarosa. \u00c8 un segno di vicinanza che ha fatto rifiorire molti aspetti interiori”.<\/p>\n

Il parroco don Anton Maricel, parla di una domenica vissuta <\/em>dalla popolazione terremotata con ansia<\/em>, nella\u00a0speranza che tutto torni presto alla normalit\u00e0.<\/p>\n

“Tante persone di Pierantonio e di Rancolfo -dice- domenica mattina hanno voluto partecipare alla messa che ho celebrato a La Bruna.<\/p>\n

Ancora c’\u00e8 molta paura. Ho incontrato molta gente e dai loro volti si \u00e8 colto il dolore causato dal terrore del terremoto e dai danni che le loro case hanno avuto. Ho visto tante persone piangere, perch\u00e9 hanno perso la propria casa. Dobbiamo farci coraggio con la preghiera e avere la forza per affrontare insieme la difficile situazione”.<\/p>\n

Non cedere alla paura<\/h2>\n

Don Renzo Piccioni Pignani, storico parroco di Montecorona e rettore dell\u2019abbazia-basilica minore di San Salvatore (secolo XI), ha trascorso insieme ai suoi parrocchiani la prima domenica post-sisma, trasmettendo loro serenit\u00e0 nella consapevolezza di essere nuovamente in emergenza, celebrando, con un centinaio di fedeli, un battesimo gi\u00e0 programmato, nella cripta del complesso abbaziale. Solo la chiesa ha subito lievi lesioni ed \u00e8 stata temporaneamente chiusa al culto in via precauzionale. Chiusura, come spiega il rettore, che di fatto avviane da anni nel periodo invernale per riaprire poi in estate.<\/p>\n

“Alle messe di domenica scorsa delle ore 9, 11 e 18 -raccolta il sacerdote- la partecipazione di fedeli \u00e8 stata un po\u2019 meno delle precedenti. E questo \u00e8 comprensibile per la situazione che stiamo vivendo, ma la nostra gente non ha perso la fede con le scosse. Certamente sono persone molto provate, preoccupate del loro futuro nuovamente incerto\u2026 In meno di quaranta anni \u00e8 il quarto terremoto che viviamo. Ricordo quello del 1984, era una domenica ed io stavo celebrando messa all\u2019Eremo di Montecorona\u2026 Ci spaventammo e proseguimmo la celebrazione all\u2019aperto. Fu un gesto istintivo, ma anche un gesto di voler continuare la vita di sempre e di non cedere alla paura, affidandosi alla fede e alla speranza che devono prevalere, anche nei momenti pi\u00f9 bui, in ogni figlio di Dio e in ogni uomo”.<\/p>\n

Soprattutto ascolto<\/h2>\n

\u00a0Altra testimonianza raccolta \u00e8 quella della responsabile della Caritas parrocchiale di Pierantonio, la signora Cristiana Madau.<\/p>\n

“Come Caritas -ha spiegato- abbiamo la nostra sede inagibile, ma stiamo cercando di dare il nostro sostegno alle persone che sono rimaste senza casa. Ci sono molte situazioni difficili, perch\u00e9 il novanta per cento delle abitazioni del centro di Pierantonio \u00e8 inagibile, i commercianti rischiano di non riaprire pi\u00f9.<\/p>\n

Il sentimento comune \u00e8 di non lasciare morire il paese. Il nostro, al momento, \u00e8 un\u2019opera soprattutto di ascolto e di sostegno psicologico a chi soffre. Domenica mattina siamo stati a Messa alla chiesa de La Bruna. \u00c8 stata una domenica molto diversa dalle altre dove l\u2019ascolto e la necessit\u00e0 di dare un qualcosa agli altri si sono fatti ancora pi\u00f9 impellenti”.<\/p>\n

La Caritas diocesana\u00a0 con la popolazione terremotata<\/h2>\n

Nella prima giornata di emergenza, Caritas diocesana<\/a> e parrocchiali non hanno fornito solo aiuti materiali, ma hanno svolto un\u2019opera di ascolto da parte dell\u2019equipe di assistenti sociali della stessa Caritas diocesana, coordinata da Silvia Bagnarelli, per le famiglie che hanno dovuto lasciare la propria casa.<\/p>\n

“Quando si verificano delle gravi calamit\u00e0 naturali come un sisma -spiegano in Caritas- le persone pi\u00f9 fragili e con maggiori difficolt\u00e0 diventano anche quelle pi\u00f9 vulnerabili a cui non bisogna fare mancare attenzione e sostegno”.<\/p>\n

Nel caso specifico, per il sostegno alla popolazione terremotata nello scorso fine settimana, la Chiesa si \u00e8 affidata a operatori e a volontari Caritas che hanno portato anche aiuti materiali, come i pasti caldi preparati dalla mensa Don Gualtiero<\/em>\u00a0del Villaggio della Carit\u00e0 di Perugia per diverse decine di famiglie che hanno trovato accoglienza, fin dalla notte tra il 9 e il 10 marzo, nei Cva di Pierantonio e Sant\u2019Orfeto, e per quelle accolte in strutture diocesane del capoluogo umbro. Va anche segnalata, l\u2019opera svolta a tarda notte dai volontari Caritas dell\u2019Unit\u00e0 pastorale di Ponte Pattoli nei suddetti Cva.<\/p>\n

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