{"id":7065,"date":"2008-10-31T00:00:00","date_gmt":"2008-10-30T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=7065"},"modified":"2015-07-29T15:25:42","modified_gmt":"2015-07-29T13:25:42","slug":"fronti-contrapposti-ragioni-e-torti","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/fronti-contrapposti-ragioni-e-torti\/","title":{"rendered":"Fronti contrapposti Ragioni e torti"},"content":{"rendered":"

Alle 10.30 di mercoled\u00ec 29 ottobre, senza batter ciglio, nonostante la piazza tumultuante, il Senato con 162 voti a favore, 134 contrari e 3 astenuti, ha approvato il decreto Gelmini n.137\/2008. I giorni precedenti erano in atto, in tutta Italia ed anche nelle nostre citt\u00e0 umbre, manifestazioni di protesta, sostenute da studenti, professori, dirigenti scolastici e famiglie. Le loro ragioni sono espresse nella maniera pi\u00f9 intransigente dall’opposizione politica, che ritiene il decreto un drastico taglio alle spese per la scuola e l’universit\u00e0, senza un vero progetto di riforma, se non in settori molto particolari, come il voto in condotta e il maestro unico. Si doveva risparmiare una certa somma per alleggerire le casse dello Stato, e si sono decretati tagli qua e l\u00e0 senza criteri di merito che non fosse la questione economica. Anche le scuole paritarie, per lo pi\u00f9 cattoliche, si sono lamentate dei dolorosissimi tagli che mettono in dubbio la loro stessa sopravvivenza. Questi tagli sarebbero la cartina di tornasole che la maggioranza fa scelte motivate solo da ragioni economiche. \u00c8 bene subito chiarire che le ragioni economiche non sono di piccolo peso nella gestione di un Paese. Un vecchio cardinale diceva che la prima notizia che andava a leggere nei giornali al mattino – e non certo per interesse personale perch\u00e9 non giocava in Borsa – era l’andamento, appunto, della Borsa, perch\u00e9 da quell’andamento poteva capire come era la situazione e che vento tirava in giro. \u00c8 tuttavia da valutare anche quello che dice la maggioranza, che non \u00e8 composta da persone che non siano andate a scuola e non conoscano le esigenze dello studio e della ricerca. Insomma, nella maggioranza di Governo non ci sono soltanto economisti e ragionieri, ma anche docenti, giuristi e studiosi. E allora il semplice buon cittadino cosa deve pensare e dire? Chi ha ragione? Coloro che strillano perch\u00e9 con la riforma Gelmini viene affossato il futuro dei giovani, o quelli ivece che affermano di garantire un futuro serio ai giovani studiosi e meritevoli, mettendoli in guardia dai cattivi maestri che li spingono verso la ribellione e la violenza, come \u00e8 successo nel Sessantotto?Quando la polemica \u00e8 frontale (tutto il bene da una parte, tutto male dall’altra) viene il sospetto che la ragione non stia solo da un lato. Non \u00e8 possibile che le cose stiano in questo modo. C’\u00e8 da pensare che in questo benedetto Paese, che ha avuto i guelfi e i ghibellini, i bianchi e i neri, i capitalisti e socialisti, i fascisti e i comunisti, i cattolici e i marxisti, e anche Bartali e Coppi, non si riesca a fare una cosa senza litigare. Nella scuola, poi, non ricordo un anno in cui non ci siano state, poco dopo l’inizio dei corsi, manifestazioni, scioperi e occupazioni, non risparmiando nessun ministro dell’Istruzione. Forse \u00e8 tempo di fare una riflessione seria, perch\u00e9 l’economia va male, e la coesione sociale \u00e8 in crisi. \u00c8 necessario un atteggiamento pi\u00f9 responsabile, meno irridente e arrogante da parte della maggioranza, e meno intransigente e aggressivo da parte dell’opposizione. Tagli bisogna farne, lo spreco \u00e8 enorme ovunque. \u00c8 finita la stagione del consumo facile, per ragioni anche ecologiche. Ognuno s’impegni per la sua parte, con responsabilit\u00e0 e intelligenza, non dico per il bene comune, che \u00e8 una meta troppo elevata, ma almeno per evitare il peggio per tutti.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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