{"id":7064,"date":"2008-10-31T00:00:00","date_gmt":"2008-10-31T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=7064"},"modified":"2008-10-31T00:00:00","modified_gmt":"2008-10-31T00:00:00","slug":"gli-studenti-stranieri-nelle-scuole","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/gli-studenti-stranieri-nelle-scuole\/","title":{"rendered":"Gli studenti stranieri nelle scuole"},"content":{"rendered":"

L’Italia si spacca in due sulla riforma della scuola. Da sinistra Veltroni, e quelli non pi\u00f9 rappresentati in Parlamento, accusano il governo Berlusconi di razzismo; il popolo della destra sostiene che i piccoli studenti stranieri, ignoranti la lingua italiana, rallentano l’apprendimento di intere classi di cittadini nostrani, e per questo vanno ‘separati’. Il Governo, intanto, sta migliorando la comunicazione sulla riforma: ‘Non faremo classi separate – dichiara chiaramente il ministro Gelmini – ‘le classi ponte saranno corsi di italiano, magari pomeridiani, per consentire agli studenti stranieri di imparare la lingua il pi\u00f9 rapidamente possibile’. In realt\u00e0, l’acceso dibattito sulle ‘classi ponte’ sembra essere solo la punta, strumentalmente resa ideologica da destra e da sinistra per attaccarsi meglio, dell’iceberg dei tagli alla scuola, all’universit\u00e0 e alla ricerca per 1,5 miliardi di euro nei prossimi tre anni, sui quali anche in Umbria si sono concentrate le pi\u00f9 vibranti proteste. A Perugia, pure il rettore Francesco Bistoni, timoroso che il suo ateneo perda 20 milioni di euro, ha sposato in pieno la tesi degli studenti contro il Governo, che raffigurano il ministro Gelmini come una marionetta mossa dal duo Tremonti-Brunetta. Gelmini? ‘Sui piccoli stranieri siamo ottimisti. Ma dacci i soldi”’Voglio essere ottimista – afferma la dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale di Perugia, Eleonora Bodo – leggendo l’opera del ministro Gelmini come un’ulteriore opportunit\u00e0 data agli studenti stranieri della scuola primaria’. Un punto, per\u00f2, sar\u00e0 decisivo: avr\u00e0 davvero il ministro Gelmini tutti i soldi per attuare la sua idea, ossia la riforma godr\u00e0 di una reale copertura finanziaria? ‘Spero proprio di s\u00ec – dichiara Bodo – anche perch\u00e9 l’Umbria \u00e8 la prima regione a livello nazionale per la presenza di alunni di cittadinanza non italiana nelle scuole dell’infanzia e al primo posto, insieme all’Emilia-Romagna, per la scuola primaria’. ‘Nelle nostre classi – aggiunge – gli studenti stranieri (attualmente all’11, 04 per cento a livello regionale sul totale della popolazione scolastica e al 12, 35 per cento nella Provincia di Perugia; il dato nazionale \u00e8 del 6, 4 per cento, ndr) aumentano di numero, segno che le loro famiglie vivono bene nel tessuto sociale umbro. Le scuole dell’Umbria, pur nella loro autonomia, gi\u00e0 programmano importanti iniziative di integrazione’. ‘I nostri insegnanti – continua Bodo – pur nella estrema ristrettezza di risorse economiche, gi\u00e0 fanno corsi di sostegno per i bambini stranieri, raggiungendo ottimi risultati in collaborazione con gli enti locali, la Caritas e il volontariato. \u00c8 chiaro che quando si inserisce un bambino cinese, magari a met\u00e0 anno, bisogna per forza fare delle lezioni individualizzate; ma questo la nostra scuola gi\u00e0 lo fa. Ci\u00f2 che ora ci aspettiamo dal ministro Gelmini \u00e8 l’individuazione di risorse umane ed economiche ad hoc, perch\u00e9 questo \u00e8 stato finora il vero punto debole dell’inserimento scolastico dei bambini stranieri: la scuola, ad oggi, non ha mai avuto i fondi sufficienti per fare questo lavoro’. C’\u00e8 poi intervento ed intervento: ‘Con un bambino cinese o arabo \u00e8 pi\u00f9 complicato – spiega – mentre \u00e8 molto pi\u00f9 facile inserire nelle nostre classi un piccolo romeno o albanese’. Mille interventi integrati per i bambini stranieri’Occorre vedere la cosa con gli occhi del bambino straniero – dice l’assistente sociale Maria Grazia Marcacci – che soffre se non capisce gli altri attorno a lui. A volte, i suoi comportamenti ‘deviati’ vengono letti dagli adulti in modo esagerato, ma il vero problema \u00e8 che il piccolo immigrato non comprende l’italiano’. Qual \u00e8 la soluzione, allora? ‘Ce n’\u00e8 una sola: mille e mille interventi di sostegno integrati in suo aiuto. Subito. \u00c8 positivo – aggiunge Marcacci – raggiungere una gradualit\u00e0 nell’inserimento nella scuola italiana del bambino straniero che ha bisogno di una alfabetizzazione intensificata nell’apprendimento di quella che per lui \u00e8 una lingua straniera’. Chi deve fare questa opera? ‘Non c’\u00e8 dubbio – conclude -: tocca al mondo della scuola, che \u00e8 perfettamente in grado di farlo. Il problema \u00e8 che, oggi, quando un bambino cinese o arabo arriva in classe, ogni maestra si arrabatta come pu\u00f2. Alla fine i risultati ci sono, ma \u00e8 tempo di pensare ad interventi pi\u00f9 strutturati ed omogenei’. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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