{"id":7039,"date":"2008-10-24T00:00:00","date_gmt":"2008-10-24T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=7039"},"modified":"2021-12-02T19:00:33","modified_gmt":"2021-12-02T17:00:33","slug":"nicolli-nuova-stagione-per-la-chiesa","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/nicolli-nuova-stagione-per-la-chiesa\/","title":{"rendered":"Nicolli: ‘nuova Stagione per la Chiesa’"},"content":{"rendered":"
‘Sono sicuro che da questo convegno partir\u00e0 una stagione nuova anche per le vostre Chiese’. Mons. Sergio Nicolli, direttore dell’Ufficio Cei di Pastorale familiare, parla a braccio guardando negli occhi i suoi interlocutori. Ha seguito, o meglio ha partecipato a tutta la preparazione del convegno ecclesiale regionale iniziata pi\u00f9 di un anno fa e molte delle coppie l\u00ec presenti le conosce personalmente. Ha conosciuto anche i vescovi e li ringrazia sottolineando la loro presenza ad Assisi, il loro essersi messi in ascolto delle famiglie che sono state le vere protagoniste di tutto il convegno. La sala teatro della Domus Pacis tra sabato e domenica ha accolto pi\u00f9 di mille persone, ovvero centinaia di coppie, molte venute con i figli. Una partecipazione superiore alle aspettative. Mons. Nicolli ha il compito di presentare delle riflessioni conclusive e lo fa ricordando il valore di questa esperienza regionale finora unica in Italia. Sottolinea la parola ‘qualit\u00e0’ che \u00e8 frutto della formazione delle coppie che saranno impegnate nella pastorale familiare e invita a non inseguire i numeri ma a lavorare, per esempio nella preparazione al matrimonio, proponendo percorsi intensi a piccoli gruppi, ‘poi saranno loro a chiedere di andare oltre, ad allargare il gruppo’. ‘\u00c8 nella solitudine e nell’isolamento – ricorda Nicolli – che matura la crisi di molte coppie’. L’assemblea sottolinea con due applausi l’invito a partire dalle famiglie in difficolt\u00e0 o irregolari mettendosi anche in ascolto della loro voce ‘amando le persone prima di ogni progetto’, e l’invito rivolto agli sposi ad aiutare i preti ‘a vedere in voi degli alleati nel nostro impegno pastorale’ perch\u00e8 ‘ordine e matrimonio sono entrambi sacramenti dati da Dio per la costruzione della comunit\u00e0’. ‘Questo convegno \u00e8 stato esperienza di fede ed evento ecclesiale’ ha aggiunto mons. Vittorio Peri, responsabile della commissione preparatoria del convegno, ringraziando i relatori, i membri della commissione preparatoria, a cominciare dai coniugi Giannetti e da padre Temperilli dell’ufficio regionale di pastorale familiare, e tutte le coppie che hanno partecipato con fedelt\u00e0 ai seminari preparatori e alle inziative diocesane. Mons. Peri ha sottolineato anche il servizio reso da questo settimanale ed ha invitato ogni famiglia ad abbonarvisi in quanto strumento indispensabile che con la sua informazione sostiene anche la comunione ecclesiale. Le relazioni, ha ricordato, saranno raccolte in degli atti e in un dvd che pu\u00f2 essere prenotato presso l’ufficio regionale di pastorale familiare. Molto curati sono stati anche i momenti di preghiera, dalle lodi presiedute dal vescovo di Assisi, mons. Domenico Sorrentino, ai vespri del sabato, presieduti dall’arcivescovo di Spoleto – Norcia mons. Riccardo Fontana. Domenica, la messa \u00e8 stata celebrata nella basilica di Santa Maria degli Angeli. Presieduta dall’arcivescovo di Perugia – Citt\u00e0 della Pieve mons. Giuseppe Chiaretti hanno concelebrato tutti i vescovi umbri, tranne mons. Vincenzo Paglia impegnato nel Sinodo dei vescovi a Roma. All’omelia mons. Chiaretti ha parlato delle famiglie ‘cellule primarie del corpo sociale’ verso le quali vi \u00e8 ‘una sordit\u00e0 istituzionale che privilegia chi ha pi\u00f9 potere e grida di pi\u00f9 e umilia di fatto chi non ha voce per esternare la propria sofferenza’. Ha richiamato la ‘persistente emergenza educativa’, il ‘grave deficit etico e morale del nostro tempo’ e le difficolt\u00e0 di cui soffrono le famiglie ‘per le incertezze del lavoro, della casa, della sicurezza sociale, e persino del legittimo risparmio. E questo fatto – ha concluso – ci impegna a salvaguardare prima di tutto proprio questo anello strutturale della societ\u00e0, e cio\u00e8 la famiglia, mettendo le sue richieste al primo posto’. Intervista alla teologa Ina Siviglia, cui \u00e8 stata affidata la relazione introduttiva del ConvegnoL’amore rivela la Trinit\u00e0 anche attraverso il doloreGenitori comuni con comuni impegni di famiglia (non pochi avevano il piccolo in sala… incredibilmente tranquillo) hanno seguito con profonda attenzione la relazione che ha aperto la due giorni. ‘Matrimonio, fondamento della famiglia: sacramento e icona trinitaria’ era il tema assegnato alla biblista Ina Siviglia, che non ha fatto sconti a nessuno, affrontando un argomento che ‘richiede da parte della Chiesa il coraggio profetico della proposta, ma anche l’impegno della ricerca teologica e della sperimentazione pastorale, indagando con categorie e linguaggi sul novum che si sprigiona dalla bellezza e dalla profondit\u00e0 dell’incontro nella fede tra gli sposi credenti e Cristo crocifisso e risorto’. Il magistero dell’attuale Papa, ha detto, parlando della Deus caritas est, ‘mostra come ogni autentico amore, che lega in modo unico ed eterno un uomo e una donna, diviene strumento della rivelazione dell’amore trinitario, e questo a sua volta diventa il paradigma per la coppia umana, in una circolarit\u00e0 di dono, accoglienza, di unit\u00e0 delle alterit\u00e0, eccedenza di amore’. Parole difficili? Forse s\u00ec, a leggerle cos\u00ec, a freddo. Eppure l’assemblea ha colto nel discorso della relatrice tutta la forza che viene dalla concretezza del Vangelo. Impressione confermata quando Ina ha confessato la morte dell’unica figlia, Teresa, strappata alla vita da un tumore all’et\u00e0 di 18 anni, e poi la scelta di adottare quattro fratelli. Come parlare di famiglia ‘icona della trinit\u00e0’ ad un publico di ‘lontani’? ‘Credo – ha risposto Siviglia – che bisogna veramente compenetrarsi con questa spiritualit\u00e0, con profondit\u00e0 di pensiero e di preghiera, ma anche con l’assunzione di stili di vita che lascino trasparire quella domanda per gli altri: perch\u00e9 vivono cos\u00ec? Cos\u00ec erano i primi cristiani, e questo crea prima curiosit\u00e0, poi interesse, poi prossimit\u00e0, perch\u00e9 la proposta cristiana \u00e8 veramente affascinante quando \u00e8 intrisa di umanit\u00e0. Allora, secondo me prima vengono pi\u00f9 i gesti, lo stile di vita, che non le parole. Quando poi le persone aprono il cuore scoprono un mistero d’amore che va oltre l’umano. Allora l\u00ec si pu\u00f2 intervenire con un annuncio esplicito, ma non subito, perch\u00e9 altrimenti le persone rischiano di prenderci per matti e di allontanarsi ancora di pi\u00f9’. Lei ci ha dato testimonianza della tragedia della perdita di sua figlia. Questa fede l’ha aiutata veramente?’C’\u00e8 una confusione di fondo quando si dice che chi ha la fede \u00e8 fortunato anche nel dolore. Questa parola, ‘fortunato’, non si capisce che significa. Il dolore \u00e8 quello. Ti scarnifica, non \u00e8 meno di quello che soffre una persona che non crede. Quello che va maturando nel tempo \u00e8 che l’orizzonte di fede non \u00e8 fuori di questo dolore, cio\u00e8 non \u00e8 una risposta ultima, finale, ma si intreccia col dolore e ti fa scoprire perfino aspetti del mistero di Dio che non avresti conosciuto, e aspetti del mistero dell’uomo che soffre che non avresti sperimentato, per cui ti apre ancora di pi\u00f9 all’amore e alla capacit\u00e0 di condivisione. Ma questo non ti sottrae assolutamente alla fatica, al dispiacere, all’incapacit\u00e0, qualche volta, di alzare gli occhi e dire: Padre. Perch\u00e9 un Dio che ti strappa l’unica figlia, fai fatica a chiamarlo cos\u00ec. Allora poi diventa conquista, diventa azione dello Spirito dentro di te’. La Chiesa e la famiglia: dovremmo averne fatto di strada dopo il Concilio”Non molta. Abbiamo ancora tanta strada da fare, sia per l’ascolto che la Chiesa deve dare alla famiglia, sia per lo spazio per le famiglie come soggetti ecclesiali a pieno titolo, sia anche in ordine ad una visione di Chiesa che sia famiglia di famiglie. C’\u00e8 molta strada, molta’. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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