{"id":69964,"date":"2023-01-11T12:33:39","date_gmt":"2023-01-11T10:33:39","guid":{"rendered":"https:\/\/www.lavoce.it\/?p=69964"},"modified":"2023-01-11T12:33:39","modified_gmt":"2023-01-11T10:33:39","slug":"marco-salvi-civita-castellana","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/marco-salvi-civita-castellana\/","title":{"rendered":"L’inizio del ministero pastorale del vescovo Salvi a Civita Castellana"},"content":{"rendered":"
\u00c8 iniziato domenica 8 gennaio, con la solenne celebrazione eucaristica nella cattedrale di Santa Maria Maggiore, il ministero pastorale di monsignor Marco Salvi come vescovo della diocesi di Civita Castellana (Viterbo). In tanti, anche dall’Umbria, hanno voluto salutare e accompagnare il presule nel suo nuovo servizio alla chiesa viterbese. Una folta rappresentanza dell\u2019archidiocesi di Perugia-Citt\u00e0 della Pieve, di sacerdoti e laici, guidata dall\u2019arcivescovo Ivan Maffeis, e tra i presuli concelebranti gli umbri Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza Episcopale Umbra e il cardinale Gualtiero Bassetti, gi\u00e0 presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Insieme a loro anche il vescovo emerito di Gubbio Mario Ceccobelli, gi\u00e0 vicario generale a Perugia, predecessore dello stesso Salvi come vescovo ausiliare dal 5 maggio 2019 alla presa di possesso canonico della diocesi di Civita Castellana dello scorso 8 gennaio.<\/p>\n
La presa di possesso canonico della diocesi \u00e8 avvenuta con la lettura della ‘Lettera Apostolica’ di Papa Francesco con cui monsignor Salvi \u00e8 stato nominato vescovo di Civita Castellana<\/a> in data 11 novembre 2022, la consegna del pastorale da parte del suo predecessore, il vescovo emerito Romano Rossi, e l\u2019invito di questi a sedersi sulla cattedra. Tra i rappresentanti delle istituzioni, anche la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, il sindaco di Perugia Andrea Romizi e il presidente dell\u2019Anci Umbria Michele Toniaccini, ai quali il neo vescovo di Civita Castellana ha riservato un affettuoso saluto al termine della celebrazione. Monsignor Salvi, con voce commossa, si \u00e8 rivolto ai numerosi presenti arrivati anche dalla Toscana, in particolare dalla sua citt\u00e0 natale Sansepolcro, e da Anghiari, dove \u00e8 stato parroco per sette anni. Ai perugino-pievesi e agli altri umbri Salvi ha riservato parole di gratitudine, in parte gi\u00e0 pronunciate durante la celebrazione di saluto nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, il 5 gennaio scorso,<\/a> perch\u00e9, come ha sottolineato, “ho mosso i miei primi passi da vescovo\u2026”. Un particolare pensiero di gratitudine lo ha rivolto al cardinale Bassetti, “che gi\u00e0 da Arezzo mi ha un po\u2019 custodito fino a Perugia, sopportandomi per parecchi anni”, ha aggiunto con\u00a0 tono scherzoso prima di salutare l\u2019arcivescovo Maffeis “con cui ho condiviso dei mesi belli e intensi”, ha detto nel rinnovargli l\u2019invito “a camminare insieme le due diocesi”.<\/p>\n Nel corso della sua omelia, il vescovo Salvi ha detto “\u00e8\u00a0solo Cristo la risposta adeguata al desiderio di felicit\u00e0 che irriducibilmente portiamo dentro il nostro cuore. I tempi che viviamo ci riportano agli inizi della Chiesa. Tutto quello che abbiamo costruito si \u00e8 dimostrato precario e la fragilit\u00e0 delle nostre strutture \u00e8 cominciata molto prima della pandemia, che \u00e8 solo un alibi. Se siamo leali dobbiamo riconoscere che i grandi\u00a0 mezzi su cui abbiamo fatto affidamento per anni sono superati e inadeguati”. Al riguardo ha citato alcune parole di Papa Benedetto XVI, pronunciate quando non era neppure cardinale, nel 1969, “una sorta di profezia \u2013 l\u2019ha definita Salvi \u2013: ‘Il futuro della Chiesa pu\u00f2 risiedere e risieder\u00e0 in coloro le cui radici sono profonde e che vivono nella pienezzaL’omelia di mons. Salvi<\/h2>\n
\npura della loro fede. Non risieder\u00e0 in coloro che non fanno altro che adattarsi al momento presente\u2026’. Per dirla in modo positivo, il futuro della Chiesa ancora una volta, come sempre, verr\u00e0 modellato dai Santi, ovvero dagli uomini le cui menti sono pi\u00f9 profonde degli slogan del giorno, che vedono pi\u00f9 di quello che vedono gli altri, perch\u00e9 la loro vita abbraccia la realt\u00e0 di Ges\u00f9 Cristo. Da uomini toccati dall\u2019incontro con Cristo abbiamo la
\npossibilit\u00e0 della rinascita della Chiesa per noi e per la societ\u00e0 intera. Come pu\u00f2 accedere questo? Che volto la nostra Chiesa pu\u00f2 assumere? Cari amici, non ho piani pastorali, sembra strano, ma ho una priorit\u00e0. A dei sacerdoti di Torgiano (una delle Unit\u00e0 pastorali dell\u2019Archidiocesi perugino-pievese, n.d.r.) palavo di come affrontare oggi le sfide della Chiesa, che non basta essere equilibrati. C\u2019\u00e8 bisogno di una novit\u00e0 grande per la
\nvita di ciascuno di noi. Stiamo sopravvivendo, ma il tempo ci dir\u00e0 che questo non basta. Una parola, oggi molto usata, quasi uno slogan, motivo di provocazione per la Chiesa, \u00e8 \u201cSinodo\u201d. Moltissimi la usano quasi se fosse la panacea di tutti i mali\u2026, tanto che a volte appare quasi imposta dall\u2019alto. Come il Papa ci ha ricordato, il sinodo non si pu\u00f2 imporre dall\u2019alto. Francesco dice che il cammino della sinodalit\u00e0 \u00e8 il cammino che Dio si aspetta
\ndalla Chiesa del terzo millennio. Il sinodo, camminare insieme, \u00e8 anche la dimensione costitutiva della Chiesa, \u00e8 la sua essenza e si traduce nello stare insieme nella storia, \u00e8 la missione della Chiesa. Anche le strutture delle nostre parrocchie, della nostra diocesi, se non sono sinodali, diventano espressione di un potere assoluto, di uno o pi\u00f9 reucci. Non ci siamo scelti, ma la possibilit\u00e0 della presenza dello Spirito passa attraverso il nostro
\nstare insieme”.<\/p>\nFotogallery<\/h3>\n