{"id":6993,"date":"2008-10-03T00:00:00","date_gmt":"2008-10-03T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=6993"},"modified":"2021-12-02T19:01:22","modified_gmt":"2021-12-02T17:01:22","slug":"contro-le-schiavitu-dellafrica","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/contro-le-schiavitu-dellafrica\/","title":{"rendered":"Contro ‘le’ schiavit\u00f9 dell’Africa"},"content":{"rendered":"
Era il 26 settembre 1926: a Ginevra 36 Paesi stipulavano la prima Convenzione internazionale per l’abolizione della tratta dei neri e della schiavit\u00f9. Come da tre anni, nello stesso giorno si \u00e8 tenuta a Perugia ‘ a palazzo dei Priori, sala dei Notari ‘ la ‘Giornata di memoria e riflessione contro le schiavit\u00f9’, incontro proseguito il 26 settembre a Terni. Patrocinato dal Presidente della Repubblica, organizzato da Regione Umbria, Provincia di Perugia, Citt\u00e0 di Perugia, Comune di Terni e associazione Umbria Africa, l’iniziativa ha voluto far luce sulle questioni della moderna schiavit\u00f9, e del conseguente problema dello sviluppo in Africa. La schiavit\u00f9 \u00e8 ‘una ferita sempre aperta’, ha dichiarato Roberto Ciccone, presidente del Consiglio comunale di Perugia, introducendo i lavori.Il sostantivo \u00e8 da intendere al plurale, in quanto la schiavit\u00f9 non \u00e8 solo quella della tratta dei neri, sfruttati fino al XIX secolo per lavorare nelle piantagioni americane. Per l’Africa, ‘continente contraddittorio ‘ ha considerato Mauro Tippolotti, presidente del Consiglio regionale dell’Umbria – \u00e8 giusto parlare di diverse schiavit\u00f9’.Una di queste \u00e8 la schiavit\u00f9 culturale, di cui si \u00e8 interessata il rettore dell’Universit\u00e0 per stranieri di Perugia, Stefania Giannini. ‘Maggiore \u00e8 la scolarizzazione dei Paesi africani, maggiore \u00e8 la richiesta di scambio culturale con l’Italia – ha affermato la Giannini -, che per l’Italia diventa un dovere’. Paul Dongmeza, presidente dell’associazione Umbria Africa, ha osservato, come gi\u00e0 Tippolotti, che ‘la schiavit\u00f9 condann\u00f2 il popolo africano a diventare merce’, che port\u00f2 gli africani a soffrire una ‘forte forma di complesso di inferiorit\u00e0’, rendendoli in tal modo ‘i disgraziati della terra’, nonostante le grandi risorse naturali del territorio. Una nuova schiavit\u00f9 \u00e8 quella economica rispetto ai Paesi occidentali: ‘Noi compriamo da loro in base ai loro prezzi, e loro comprano da noi in base ai nostri prezzi’. Il messaggio lanciato dal presidente \u00e8 infine positivo: ‘Dobbiamo assumere nuova consapevolezza delle schiavit\u00f9 di oggi, questa \u00e8 la chiave per un rinascimento africano.’ Per sostenere la medesima tesi ‘mi sento di dire una bestemmia’, ha affermato mons. Giuseppe Chiaretti, arcivescovo della diocesi di Perugia: ‘Dio stramaledica gli schiavisti’. L’Arcivescovo si \u00e8 soffermato sulle figure della nostra regione, considerabili pacifisti ante litteram: san Benedetto, che ha ribadito con il suo motto ora et labora l’importanza della realizzazione dell’uomo nel lavoro; san Francesco ed i suoi Monti di piet\u00e0, assimilabili alle nuove soluzioni di microcredito in India. Chiaretti ha infine considerato il ‘rimescolamento completo degli uomini fatto oggi dal buon Dio’, realt\u00e0 che presuppone la piena dignit\u00e0 di ognuno: ‘La schiavit\u00f9 non si risolve in un giorno, ma certamente si arriver\u00e0 ad una soluzione nuova, nel rispetto assoluto che merita ogni uomo e ogni donna’. Jean Leonard Touadi, parlamentare e giornalista, ha chiesto ai Paesi occidentali: ‘Aiutateci ad uscire dal regno della necessit\u00e0’, aggiungendo che ‘serve un grande patto per creare uno spazio euroafricano di confronto e di apertura’ tra culture diverse. Questo patto sembra necessario proprio in considerazione della realt\u00e0 europea contemporanea, multiculturale e pluralista. Realt\u00e0 che ha un debito verso l’Africa, ‘quello della violenza e del sangue’, ha concluso Touadi. Quello che l’Italia sta concretamente facendo per riparare a questo debito \u00e8 promuovere la lotta alle nuove schiavit\u00f9, intese come prostituzione, soldati-bambini ed emigrati clandestini, da parte del ‘settore accademico, privato e del ministero degli Esteri’, ha concluso il rappresentante del suddetto ministero, Stefano Cacciaguerra. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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