{"id":6981,"date":"2008-10-03T00:00:00","date_gmt":"2008-10-03T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=6981"},"modified":"2008-10-03T00:00:00","modified_gmt":"2008-10-03T00:00:00","slug":"e-la-custodia-giusta","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/e-la-custodia-giusta\/","title":{"rendered":"\u00c8 la custodia giusta"},"content":{"rendered":"
Da ventiquattro anni sono in pensione dalla scuola, e oggi, alla mia veneranda et\u00e0, mi ritrovo a fare il professorino, e ad infilzare tesi come salsicce, una dopo l’altra. Ma stavolta c’\u00e8 in gioco qualcosa di ‘ decisivo.Rispondendo alla domanda se per un Cristiano vivere bene accanto a un soggetto gravemente handicappato \u00e8 possibile, affermavo che non solo \u00e8 possibile, ma doveroso. E avanzavo una prima tesi: quando di mezzo c’\u00e8 una persona, il relativo diventa assoluto. Adesso avanzo la seconda: il verbo che va quotidianamente coniugato quando si vive con un disabile grave (il verbo Custodire) senza la luce della fede rischia di connotare un’operazione ingiusta e crudele, la luce della fede, invece, apre’lo zoom su ‘ tutt’altra cosa. Se la vita \u00e8 tutta qui, hanno ragione le politiche custodialiste che tanto spesso vengono proposte (ovviamente sotto mentite spoglie ) dai nostri politici. Non lo dicono (perch\u00e9 ‘on sta bene), ma lo pensano. Secondo loro, e secondo l’opinione pubblica dominante, tutti meritano di essere ‘promossi’, ‘spinti in avanti’; i disabili no, i disabili basta ‘custodirli’. In attesa della morte: per la loro vita, infatti, non c’\u00e8 niente da aspettare, tranne la Commare Secca. Diceva Giggibbielle, bracciante Doc a sua figlia ventenne, gravemente colpita dalla polio: ‘Figlia mia, un piatto di minestra ce l’hai ‘ : cosa vuoi di pi\u00f9 dalla vita?’. E lo diceva con affetto. Giusto. ‘\u00a0Se la vita \u00e8 tutta qui, i disabili, gli emarginati, sono un peso: bene che vada possono esser tollerati, con un po’ di sforzo in pi\u00f9 possono essere addirittura amati e valorizzati (nei giorni festivi). Se la vita invece \u00e8 quella che propone la visione cristiana del mondo, se la connotazione della vita come essenzialmente fetale non \u00e8 la filiale proposta stravagante di una suorina impazzita, ma la tesi centrale dell’antropologia cristiana, se non \u00e8 un piccolo \u00e9scamotage per aggirare il problema, se \u00e8 Vera com’\u00e8 Vera, con la maiuscola, allora custodire i deboli, farli crescere nel rispetto della loro debolezza, applaudire ogni loro minimo passo in avanti, allora ‘ siamo al top della risposta al comando dell’inizio, quando ci venne chiesto: ‘Crescete, moltiplicatevi e Custodite il mondo’. ‘Custodire’, non ‘dominare’. ‘Dominio’ \u00e8 parola estranea al lessico cristiano. Custodire, accogliere. Farsene carico, in attesa del Momento della Verit\u00e0, che verr\u00e0 in ogni caso. Allora ‘\u00a0i disabili e gli emarginati non sono un peso, non ci pu\u00f2 ridurre a tollerarli, vanno non solo amati e valorizzati anche nei giorni feriali, ma vanno assunti come maestri di vita. L’altra sera Franchino ha fatto un altro enorme passo in avanti. Sapendo con quanta facilit\u00e0 mi perdo le cose, mi ha gridato, mentre uscivo dalla sala da pranzo, dimenticando su di una sedia il mio indumento autunnale,. ‘Il giacchetto, testa di rapa!’ A parte quello scampolo di ‘ riguardo grazie al quale, tra le tante ‘teste’ presenti sul mercato delle parole, Franco ha scelto la meno offensiva, ma ‘ : ma che volete di pi\u00f9 dalla vita? <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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