{"id":6945,"date":"2008-09-19T00:00:00","date_gmt":"2008-09-19T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=6945"},"modified":"2015-06-18T15:05:51","modified_gmt":"2015-06-18T13:05:51","slug":"la-sorprendente-generosita-di-dio","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/la-sorprendente-generosita-di-dio\/","title":{"rendered":"La sorprendente generosit\u00e0 di Dio"},"content":{"rendered":"
Possiamo definire questo racconto: la parabola delle sorprese. Essa ci avverte che l’agire sovrano di Dio non \u00e8 l’agire di noi uomini. C’era d’aspettarselo, perch\u00e9 Dio \u00e8 Dio, non un uomo (Os<\/em> 11,9). Gi\u00e0 per mezzo del profeta Isaia ci avvertiva: “I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Quanto il cielo \u00e8 alto sulla terra, tanto le mie vie sono lontane dalle vostre, i miei pensieri sono diversi dai vostri” (Is<\/em> 55,8s). Le beatitudini enunciate da Ges\u00f9 sul monte sono il manifesto di un Dio che capovolge ogni criterio umano di valutazione. Del resto, un Dio che agisca con criteri solamente umani possiamo sospettare che sia un idolo creato da noi, non molto diverso da quelli che adoravano i pagani fuori di Israele.<\/p>\n Una cosa \u00e8 certa, Dio non \u00e8 capriccioso come gli d\u00e8i della mitologia greca: agisce sempre per amore dell’uomo, schierato decisamente e sempre dalla nostra parte. Non dimentichiamo che il nostro Dio \u00e8 amore (agap\u00e8<\/em>). Tutto ci\u00f2 che fa, lo fa per la salvezza dell’uomo, non per la sua rovina. Le sorprese del nostro Dio, che troviamo nella parabola, sono tre: le modalit\u00e0 di reclutamento dei braccianti; le modalit\u00e0 del pagamento; la giustificazione dell’agire anomalo. Protagonista della parabola \u00e8 un ricco proprietario terriero, indicato come “padrone di casa” (oikodesp\u00f2tes<\/em>) e come “Signore” (Kyrios<\/em>). Chiaramente Ges\u00f9 descrive la sovranit\u00e0 di Dio e il suo agire con gli uomini chiamati al suo servizio. La prima sorpresa della parabola riguarda il modo con cui il padrone recluta i braccianti.<\/p>\n \u00c8 assolutamente anomalo che la chiamata avvenga in diversi momenti nell’arco della giornata, dalla prima (6 del mattino) all’ultima ora lavorativa (le ore 17). Era consuetudine ingaggiare i braccianti necessari al lavoro la mattina presto. Non si pu\u00f2 pensare qui a lavori urgenti come quelli della mietitura, perch\u00e9 l’uva resiste a lungo sulla vite e, anche se appassisce un po’, rende il vino migliore. L’ingaggio a cinque intervalli regolari ha significato teologico. Forse avevano ragione i Padri antichi che nel racconto vedevano la chiamata di Dio alla fede e all’impegno cristiano, in tempi diversi nella vita degli uomini. Concludevano che Dio chiama l’uomo a tutte le ore e tutte le et\u00e0. Non \u00e8 importante quando si \u00e8 chiamati, ma come si risponde. Alcuni codici occidentali infatti aggiungono una seconda conclusione alla parabola, che suona cos\u00ec: “Molti sono i chiamati, pochi gli eletti”, che si ritrova anche altrove (Mt<\/em> 20,16b; 22,14).<\/p>\n Forse dovremmo dire meglio che nasciamo con un personale progetto di Dio iscritto nella nostra vita, disegno che si dipana fino ad affiorare coscientemente nella stagione della vita stabilita da Dio. A tutti gli operai il padrone assicura che riceveranno un giusto salario per il loro lavoro, senza precisare quanto. Sappiamo che ai chiamati della prima ora aveva garantito un denaro come compenso; era lo stipendio giusto di un bracciante che lavorava dodici ore, dalla 6 alla 18, fatto salvo l’intervallo del pranzo. Chi arrivava pi\u00f9 tardi aveva una paga proporzionata, sempre per\u00f2 a scalare sul valore di un denaro. Alla fine della giornata per\u00f2 scatta un’altra sorpresa, riassunta paradossalmente nella conclusione: “Gli ultimi saranno i primi e i primi gli ultimi” (v. 16). Che cosa significa? Ordinariamente il pagamento iniziava dai primi, che avevano dedicato pi\u00f9 tempo al lavoro e scalpitavano per tornare a casa.<\/p>\n Qui si vedono invece scavalcati dagli ultimi, dai penultimi e via scalando. Questo basta a giustificare l’enigmatica conclusione? Non sembra. Probabilmente la scelta di cominciare dagli ultimi \u00e8 fatta ad arte ed ha valore pedagogico. Se il padrone avesse cominciato dai primi, questi sarebbero andati subito via, e non avrebbero notato l’apparente ingiustizia operata nei loro confronti. Il fatto che il padrone dia agli ultimi un denaro pieno, crea aspettative e speranze nei primi, che pensano di ricevere di pi\u00f9, in proporzione del maggior numero di ore lavorative. Quando viene il loro turno per\u00f2 ricevono un solo denaro come gli altri. Scatta allora la loro energica protesta sindacale, condivisa certamente dai primi ascoltatori e da noi, abituati alla stretta giustizia retributiva.<\/p>\n Il padrone si giustifica adducendo tre constatazioni importanti: innanzi tutto dice che non fa torto a nessuno, perch\u00e9 ha mantenuto scrupolosamente l’accordo; non sta rubando nulla ai suoi operai. In secondo luogo, afferma di essere stato guidato non dalla giustizia retributiva, ma dall’amore; il suo \u00e8 stato un gesto di pura generosit\u00e0 nei confronti degli operai ingaggiati pi\u00f9 tardi, e che si sarebbero trovati svantaggiati; avevano anche loro una famiglia da mantenere. Del resto i soldi che ha dato agli ultimi sono suoi e pu\u00f2 farne ci\u00f2 che vuole. In terzo luogo il padrone fa notare che l’operaio contestatario non si lamenta perch\u00e9 gli \u00e8 stata sottratta parte del salario che gli spettava per contratto, ma perch\u00e9 \u00e8 stato dato agli ultimi quanto a lui. Questa \u00e8 pura invidia, perci\u00f2 gli replica: “Tu sei invidioso perch\u00e9 io sono buono”.<\/p>\n Fuori metafora, Ges\u00f9 vuole insegnare che Dio agisce con generosit\u00e0 inaudita verso chi ha accettato di servirlo anche per un’ora sola. Egli \u00e8 al disopra dei nostri criteri umani di retribuzione, sovranamente libero di agire con amore, che non annulla la giustizia, ma la supera e la esalta. Al ladrone pentito sulla croce ha assicurato il paradiso come a sant’Antonio l’eremita che fece penitenza per pi\u00f9 di cento anni nel deserto. Dio non assicura privilegi a nessuno, nemmeno a coloro che ha chiamato per primi; ci\u00f2 che conta \u00e8 averlo servito con umilt\u00e0 e generosit\u00e0, mettendosi all’ultimo posto.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Possiamo definire questo racconto: la parabola delle sorprese. Essa ci avverte che l’agire sovrano di Dio non \u00e8 l’agire di noi uomini. C’era d’aspettarselo, perch\u00e9 Dio \u00e8 Dio, non un uomo (Os 11,9). Gi\u00e0 per mezzo del profeta Isaia ci avvertiva: “I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_acf_changed":false,"footnotes":""},"categories":[492],"tags":[],"acf":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/6945"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/1"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=6945"}],"version-history":[{"count":4,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/6945\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":31611,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/6945\/revisions\/31611"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=6945"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=6945"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=6945"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}