{"id":6922,"date":"2008-09-12T00:00:00","date_gmt":"2008-09-12T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=6922"},"modified":"2018-01-03T19:55:06","modified_gmt":"2018-01-03T17:55:06","slug":"cattolici-che-fanno-informazione","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/cattolici-che-fanno-informazione\/","title":{"rendered":"Cattolici che fanno informazione"},"content":{"rendered":"

Un giornalista cattolico, forse in polemica con noi de La Voce<\/em>, in un recente incontro ha ricordato che vi sono due tipi di giornali cattolici: i giornali cattolici d’informazione e i giornali d’informazione cattolica.<\/p>\n

Voleva dire che i cattolici dovrebbero fare informazione su tutto, partendo dal punto di vista della loro fede, e non fare, invece, un giornale di sole notizie cattoliche. Auspicava un’informazione aperta alla vita concreta di persone e comunit\u00e0, che non abbia paraocchi clericali o di sagrestia, per cui vede solo le cose di Chiesa.<\/p>\n

Chi potrebbe dargli torto? Questa \u00e8 anche la visione che la Chiesa cattolica ha dato di se stessa nel Concilio, quando i Padri hanno stilato il famoso documento ‘La Chiesa nel mondo contemporaneo’<\/em> correggendo la precedente impostazione ‘La Chiesa e il mondo contemporaneo’<\/em>, quasi fossero due realt\u00e0 separate e contrapposte. Il testo ha il bellissimo inizio: ‘Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, sono anche le gioie e le tristezze dei discepoli di Cristo’ (GS n.1).<\/p>\n

Detto ci\u00f2, si rende necessario considerare che la Chiesa non si diluisce talmente nel mondo da non farsi riconoscere nei suoi gesti, parole, manifestazioni e attivit\u00e0. In questo periodo, ad esempio, non pu\u00f2 dimenticare i suoi martiri, le sue battaglie per la vita, il magistero dei suoi Pastori. \u00c8 vero che il sale si scioglie e il lievito si mescola totalmente nella pasta fino a scomparire, ma c’\u00e8 un prima, il momento nascente della formazione del sale e del lievito di derivazione evangelica. E poi la luce risplende, rischiara e illumina, senza perdere il vivo raggio della sua irradiazione, tanto che, se \u00e8 forte, devi coprirti gli occhi.<\/p>\n

Cos\u00ec \u00e8 e, secondo me, dovrebbe essere il giornale cattolico: si interessa e informa sui fatti della gente e del territorio dal suo punto di vista, senza pretendere di essere esclusivo, competitivo e esaustivo, in presenza di moltissime altre fonti di informazione su questi temi. Non deve correre il rischio di coinvolgersi senza riserva nelle cause, pur legittime, locali fino a perdere il punto di vista di cui si diceva sopra. Ma, soprattutto, non pu\u00f2 trascurare di far conoscere i fatti di Vangelo e le opere della Chiesa che molti giornali laici, salvo occasionali e nobili eccezioni, ignorano o conoscono negli aspetti meno importanti e pi\u00f9 deteriori; preferendo, alcuni, mettere in pagina scandali del presente e del passato, anche il pi\u00f9 remoto.<\/p>\n

Raccontare la vita della Chiesa, d’altra parte, non vuol dir essere fuori dal mondo sul quale essa ha avuto ed ha un influsso evidente sul piano culturale e sociale. Chi ha seguito la storia dei sette secoli di vita dell’Universit\u00e0 perugina non pu\u00f2 che condividere questa affermazione, e non potr\u00e0 consentire di mettere sullo stesso piano culturale la fede cattolica e le altre fedi sopraggiunte nel territorio, anche se molti laicisti sostengono il contrario.<\/p>\n

Alcuni di questi, ad esempio, ritengono che la storia della libert\u00e0 della citt\u00e0 di Perugia sia iniziata nel 1859, dimenticando il 547 del vescovo Ercolano e tutto ci\u00f2 che segue. Sono gli stessi che preferiscono che nelle scuole ci vada a parlare l’imam piuttosto che il prete, e al posto del presepio si faccia una carnevalata di canti folkloristici delle varie nazioni, compresa l’India delle caste e dei dalit. Un giornale cattolico non pu\u00f2 tacere. Deve essere chiaro e forte nella denuncia.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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