{"id":6911,"date":"2008-09-05T00:00:00","date_gmt":"2008-09-05T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=6911"},"modified":"2015-06-18T15:11:21","modified_gmt":"2015-06-18T13:11:21","slug":"la-chiesa-comunita-di-fratelli","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/la-chiesa-comunita-di-fratelli\/","title":{"rendered":"La Chiesa, comunit\u00e0 di fratelli"},"content":{"rendered":"

Spesso le nostre comunit\u00e0 parrocchiali non sono accoglienti, perch\u00e9 sono la somma di individui che non si conoscono tra loro e vivono il loro rapporto personale con Dio in una specie di religione privata. Tolto un nucleo centrale pi\u00f9 o meno numeroso, che si stringe intorno al parroco e collabora alle attivit\u00e0 pastorali pi\u00f9 urgenti, come il catechismo ai bambini e ai ragazzi, la Caritas, la lectio divina, non esistono momenti forti di incontro e di scambio che coinvolgano la maggioranza dei fedeli. Restano freddi e formali gli incontri con le famiglie in occasione di lutti e disgrazie, di feste e benedizioni pasquali. Ci manca il senso della fraternit\u00e0 solidale, che consente di vivere insieme gioie e dolori. Il discorso ecclesiale che Matteo ha inserito nel c. 18 del suo Vangelo tratta proprio questo tema di estrema attualit\u00e0.<\/p>\n

Ges\u00f9 vi descrive la sua Chiesa come una famiglia di piccoli e di fratelli preoccupati del bene degli uni e degli altri. Egli parla della cura gelosa che si deve nutrire verso i pi\u00f9 deboli e poveri, perch\u00e9 non subiscano scandalo ed emarginazione. Poco prima del nostro brano ha raccontato la parabola della pecorella che si smarrisce e che il pastore deve cercare con passione amorosa. Si tratta di un fratello pi\u00f9 debole che smarrisce la fede e lascia la comunit\u00e0. Chi si sente responsabile, deve avvertire la pena nel cuore e tentare ogni iniziativa per riportare lo smarrito a casa. Solo allora \u00e8 festa di tutta la famiglia insieme a Dio (Mt<\/em> 18,12-14).<\/p>\n

A quella parabola \u00e8 legato il brano che leggiamo oggi. Vi si descrive l’atteggiamento verso il fratello colpevole, che bisogna continuare ad amare e a cercare. Ges\u00f9 detta qui alcune regole di vita ecclesiale che devono servire da orientamento e da guida per ogni comunit\u00e0 cristiana, piccola o grande, riunita nel suo nome. Sono 5 regole espresse in forma casistica per renderle pi\u00f9 aderenti alla vita concreta, iniziano perci\u00f2 con un “se” condizionale. Sono anche accompagnate da tre assicurazioni che ne garantiscono l’efficacia: la certezza di veder convalidato in Cielo il legame fraterno stabilito sulla terra; l’esaudimento sicuro di ogni preghiera fatta di comune accordo tra fratelli di fede; la presenza personale di Ges\u00f9 dove sono riuniti insieme due o tre fratelli che si amano.<\/p>\n

Si inizia con il caso concreto di un fratello che pecca contro un altro con un’offesa e un affronto grave. E’ tirato in campo il caso del “tu” dell’ascoltatore, non un caso generico e astratto. Ogni ascoltatore cristiano si deve sentire interpellato personalmente in modo diretto. Nel Discorso della montagna Ges\u00f9 aveva formulato un caso simile: “Se presenti la tua offerta sull’altare e ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia l\u00ec il tuo dono davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello, poi torna ad offrire il tuo dono” (Mt<\/em> 5,23s). Non si tratta, come nel nostro caso, di riconciliazione con il fratello da te offeso, ma del fratello che ha recato offesa a te. In questo caso l’iniziativa del perdono spetta a chi crede di aver ragione: “Va’ tu, non aspettare che venga lui”. Chi ha pi\u00f9 amore, lo adoperi. \u00c8 descritta in questo brano la prassi ecclesiale in vigore nelle comunit\u00e0 cristiane delle origini. Essa inizia con la correzione fraterna fatta a tu per tu con l’interessato. Si cerca prima di tutto di chiarire le cose a quattrocchi.<\/p>\n

Se il chiarimento non riesce, si chiede l’aiuto degli amici comuni che possono fare da intermediari. Se anche questo secondo approccio fallisce, si chiede l’intervento della comunit\u00e0, che interviene con tutta la sua autorevolezza. Insomma, nei casi di contrasti gravi nati tra i membri della Chiesa, non bisogna lasciare nulla di intentato. L’unit\u00e0 di amore \u00e8 il bene pi\u00f9 prezioso, addirittura \u00e8 il segno di autenticit\u00e0 delle nostre comunit\u00e0 cristiane, non un optional (Gv<\/em> 13,35). Chi non capisce e non accetta questa verit\u00e0, si mette fuori della Chiesa, non come uno scomunicato, ma “come un pagano e un pubblicano”, che ha bisogno di conversione; diventa terra nuova di missione e di evangelizzazione. La prospettiva di Matteo non \u00e8 l’espulsione dalla Chiesa, ma l’esortazione alla conversione e al perdono. Il giudizio insindacabile della Chiesa sulla autenticit\u00e0 della prassi cristiana \u00e8 convalidato in Cielo.<\/p>\n

La Chiesa, nella persona dei suoi ministri, ha il potere in terra di legare e di sciogliere, cio\u00e8 di giudicare il peccatore e riammetterlo con il perdono nella comunione violata. Lo aveva assicurato Ges\u00f9 a Pietro nella promessa del primato nella Chiesa universale, lo ripete qui ai responsabili della Chiesa locale. Le Chiese particolari sono viste come immagini in piccolo della Chiesa universale, perch\u00e9 \u00e8 la stressa Chiesa che vive nel mondo intero e in ogni territorio. Con il suo “legare e sciogliere”, la comunit\u00e0 cristiana \u00e8 sempre aperta al dialogo e al perdono. Matteo ama sviluppare in positivo questo accordo fra Cielo e terra fondato sull’armonia dei membri della Chiesa. L’amore sintonizza i credenti con il Ges\u00f9 della gloria: “Se due di voi sulla terra si accorderanno per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che \u00e8 nei cieli ve la conceder\u00e0”. Il pensiero corre subito alla famiglia, la Chiesa pi\u00f9 piccola, dove marito e moglie pregano insieme con amore e armonia.<\/p>\n

La preghiera \u00e8 lo strumento pi\u00f9 potente che ogni comunit\u00e0 piccola o grande possiede per far breccia sul cuore di Dio. La preghiera fatta insieme \u00e8 un duetto e una sinfonia pi\u00f9 efficace di un assolo, per quanto virtuoso. Il motivo di fondo di tutto questo sta nel fatto che “dove sono due o tre riuniti nel mio nome, l\u00ec ci sono io in mezzo a loro”. Per Matteo Ges\u00f9 \u00e8 l’Emmanuele, il Dio-con-noi, che non ha mai lasciato la sua Chiesa, pur salendo al Cielo. Qui ci viene detto dove trovarlo con sicurezza: nella comunit\u00e0 che prega e vive in armonia di fede e di sentimenti, superando divisioni e separazioni sempre in agguato. Ogni piccola o grande comunit\u00e0 \u00e8 il suo tempio, fatto di pietre vive, \u00e8 il suo Corpo di cui i credenti sono membra (Mt<\/em> 26,61; 1 Cor<\/em> 3,16s).<\/p>\n

Con questo, Ges\u00f9 non dice che i membri della comunit\u00e0 siano tutti santi e puri; la Chiesa \u00e8 fatta anche di pubblicani e di pagani, pecore smarrite da ricercare e da ricondurre all’unit\u00e0, specie con la preghiera. Egli assicura che continua a camminare con la sua Chiesa, come camminava con i suoi discepoli durante la sua vita terrena. Come allora, egli chiama tutti a s\u00e9 offrendo amore, perdono e salvezza, perch\u00e9 vuole tutti salvi. Vuole una comunit\u00e0 di fratelli che si amino e sappiano stare insieme, buoni e cattivi, per raggiungere insieme la casa del Padre.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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