{"id":6884,"date":"2008-08-08T00:00:00","date_gmt":"2008-08-08T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=6884"},"modified":"2015-06-18T15:19:39","modified_gmt":"2015-06-18T13:19:39","slug":"non-abbiate-paura-ci-sono-io-con-voi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/non-abbiate-paura-ci-sono-io-con-voi\/","title":{"rendered":"Non abbiate paura ci sono io con voi"},"content":{"rendered":"
\u00c8 il primo brano di una serie di tre episodi che hanno per protagonista Pietro. Qui egli cammina sulle acque incontro a Ges\u00f9; pi\u00f9 avanti riceve la promessa che lui sar\u00e0 la roccia di fondamento della Chiesa di Cristo (16,13-20); poi verr\u00e0 associato a Ges\u00f9 nel pagamento della tassa per il tempio con una moneta trovata in bocca ad un pesce da lui pescato nel lago (17,24-27). Si ha l’impressione che Ges\u00f9, dopo aver descritto la potenza misteriosa del regno dei cieli con i miracoli e le parabole, ora voglia attirare l’attenzione sui suoi seguaci, uomini ai quali ha affidato quel regno sulla terra. Sono persone paurose, vulnerabili, incerte, ambiziose, ma anche capaci di osare, di credere, di amare fino lasciare tutto per Ges\u00f9. Insomma, uomini in cammino di fede con pregi e difetti, come noi.<\/p>\n
Dopo il miracolo del pane, Ges\u00f9 congeda la folla, ma “costringe” i suoi discepoli a salire in barca e allontanarsi dal luogo del prodigio. L’evangelista Giovanni ci fa capire che si stanno montando la testa, dopo quel miracolo sbalorditivo. Credono che sia venuto il momento di proclamare Ges\u00f9 re d’Israele, come era nelle attese popolari (Gv<\/em> 6,15). Cos\u00ec avrebbero compromesso tutto anzi tempo. La soluzione migliore era spedirli lontano dalla folla entusiasta ed esaltata. Lui si ritira, tutto solo, sul monte a pregare, come ha fatto sempre nei momenti pi\u00f9 impegnativi. Da quel monte scender\u00e0 solo per soccorrere i suoi in difficolt\u00e0 sul lago in tempesta. Quel fenomeno naturale era forse lo specchio della tempesta che si agitava nei loro cuori delusi. Ges\u00f9 verr\u00e0 a calmare l’una e l’altra tempesta.<\/p>\n Dio non rimane indifferente davanti alle nostre difficolt\u00e0, siano esse esteriori o interiori. Anche se apparentemente sembra lontano, come quella barca dalla riva, il nostro grido di aiuto arriva ugualmente ai suoi orecchi. Egli viene a salvarci perch\u00e9 \u00e8 amico fedele. \u00c8 ci\u00f2 che accadde quella notte sul lago. Quando la barca era al centro del lago, lontana da riva, si abbatt\u00e9 all’improvviso su di essa una forte tempesta di vento, come a volte accade anche oggi. La cosa non sembra preoccupare pi\u00f9 di tanto gli esperti pescatori, abituati a quei cambiamenti repentini. Ci\u00f2 che li inquieta \u00e8 la lontananza di Ges\u00f9, solo sul monte, incurante delle loro difficolt\u00e0. Era stato lui a costringerli a salpare in modo sbrigativo, come se fosse arrabbiato con loro. Dove e quando l’avrebbero rivisto? Non immaginavano che egli era invece molto vicino.<\/p>\n Ges\u00f9 \u00e8 l’Emmanuele, il Dio sempre con noi, pronto a tenderci la mano nell’ora del pericolo. Non siamo mai soli; ogni assenza di Dio \u00e8 solo apparente lontananza. Gli apostoli lo hanno sperimentato quella notte per tutti noi. Nella quarta vigilia della notte (tra le 4 e le 6 del mattino), l’ora delle sentinelle del mattino (Is<\/em> 21,11), ma anche l’ora del canto del gallo, Ges\u00f9 passa loro accanto camminando sulle onde. Lo intravedono all’incerta luce dell’alba, e si spaventano perch\u00e9 credono di vedere un fantasma. Forse ritornano loro in mente i racconti popolari che, nei paesini della costa, favoleggiavano di morti affogati che talvolta riemergevano di notte a chiedere di non essere dimenticati. Fa impressione sentire quegli omoni robusti gridare di paura come bambini. Ges\u00f9 li sente e ne prova pena e compassione.<\/p>\n A quel grido di spavento risponde con forza per rassicurarli: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!”. Risuona in queste parole il nome sacro del Dio dell’Esodo, che si definiva “Io Sono”, a indicare la sua concreta presenza nella vita della sua gente. Il Dio che aveva salvato gli antichi padri sul Mar Rosso era ora su quel lago nella persona del suo Figlio, come cantava un Salmo dell’Esodo: “Sul mare passava la tua via, il tuo sentiero sulle grandi acque e le tue orme rimasero invisibili. Guidasti come un gregge il tuo popolo per mezzo di Mos\u00e8 e di Aronne” (Sl<\/em> 77,20). La rassicurazione \u00e8 sempre la stessa, e risuona in ogni apparizione divina: \u00e8 un invito a vincere la paura con il coraggio e la fiducia. Negli scritti del Nuovo Testamento ricorre ben 40 volte a dire a tutti che il Dio rivelato da Ges\u00f9 \u00e8 il Dio che non punta sulla paura ma sulla fiducia; non intende spaventare nessuno. Pietro \u00e8 il primo anche questa volta a reagire e chiede di venire incontro a Ges\u00f9: “Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque”. Richiesta subito approvata e caldeggiata da Cristo, che ammira il suo coraggio di uscire dal rifugio sicuro della barca per affrontare le acque agitate del mare aperto.<\/p>\n La vera sequela di Ges\u00f9 richiede il coraggio del rischio, ma sempre dietro suo comando. Senza il suo invito, sarebbe presunzione e temerariet\u00e0. I primi passi di Pietro sono sicuri ed eccitanti, ma ben presto subentra in lui la paura per le onde furiose che lo circondano. Comincia allora ad affondare, perch\u00e9 le onde e la fede non lo reggono pi\u00f9, e grida aiuto al Maestro che cammina sicuro accanto a lui. Ges\u00f9 gli afferra la mano e gli rivolge un amichevole rimprovero: “Uomo di poca fede, perch\u00e9 hai dubitato?”. Poi salgono insieme sulla barca e il vento immediatamente cessa. Ancora una volta Pietro ci rappresenta tutti, perch\u00e9 anche in noi convivono fede e dubbio, fiducia e paura. Ges\u00f9 ha scelto proprio lui, che alterna la generosit\u00e0 della fede alla paura fino al rinnegamento, per rassicurarci sui cambiamenti di umore che ci caratterizzano come uomini. Nonostante le nostre debolezze e i nostri limiti, Egli continua ad aver fiducia in noi, ad attendere la nostra maturazione cristiana.<\/p>\n L’episodio poi anticipa il racconto degli Atti degli apostoli, quando Pietro ebbe il coraggio di uscire per primo dalla barca del giudaismo per portare il Vangelo ai pagani della casa del centurione Cornelio di Cesarea, rompendo ogni titubanza, dietro invito di Dio (At<\/em> 10,17-23). Dovette allora affrontare il rimprovero dei suoi connazionali per il suo ardimento, ma si giustific\u00f2 dicendo che era stato proprio Dio ad invitarlo a compiere quel passo decisivo verso l’universalit\u00e0 della fede (At<\/em> 11,1s). Se non l’avesse fatto, avrebbe meritato il rimprovero che Ges\u00f9 gli rivolse sul lago. Quella lezione era servita. Essa dovrebbe servire a tutti noi, che siamo nella barca di Pietro, per divenire pi\u00f9 coraggiosi e intraprendenti nella fede e nell’impegno cristiano. Dovremmo anche noi buttarci fuori della nostra barca di vita comoda e affrontare con coraggio le tempeste della vita. Se rispondiamo all’invito di Ges\u00f9, nessun mare \u00e8 difficile da attraversare. Dovremmo coltivare nel cuore la professione di fede che confessarono i discepoli quando videro che la tempesta era immediatamente cessata: “Davvero tu sei il Figlio di Dio!”.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" \u00c8 il primo brano di una serie di tre episodi che hanno per protagonista Pietro. 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