Ecco le domande e una rapida sintesi delle risposte di don Ivan<\/em><\/h3>\nGIOVANE FAMIGLIA:<\/strong> Eccellenza, siamo una giovane famiglia: ci chiamiamo Giacomo e Lucia, abbiamo entrambi ventisei anni, siamo lavoratori e viviamo il nostro essere Chiesa in un cammino di fede. La testimonianza delle famiglie che ci hanno accompagnato nel fidanzamento ci ha persuaso che, se Gesu\u0300 Cristo e\u0300 colonna portante della quotidianita\u0300 familiare, si puo\u0300 vivere il “per sempre”, coltivando il matrimonio nell’Amore come nucleo di evangelizzazione, “costruendo la propria casa sulla roccia\u201d. Di fronte alle difficolta\u0300 che nel tempo tantissime famiglie vivono nel “rimanere ancorati alla roccia” e nel riuscire a vivere i sacramenti e i momenti comunitari. secondo Lei cosa si puo\u0300 fare di piu\u0300 per sostenere le famiglie da questo punto di vista? (Giacomo e Lucia Zausa)<\/p>\nGIOVANE LAVORATORE:<\/strong> Eccellenza, nella lettera apostolica Patris Corde<\/em>, Papa Francesco scrive: \u201cSan Giuseppe era un carpentiere che ha lavorato onestamente per garantire il sostentamento della sua famiglia. Da lui Gesu\u0300 ha imparato il valore, la dignita\u0300 e la gioia di cio\u0300 che significa mangiare il pane frutto del proprio lavoro\u201d. Il lavoro non puo\u0300 essere alienazione ma realizzazione di se\u0301, miglioramento del mondo e luogo di solidarieta\u0300 reciproca in cui i giovani potrebbero vivere da protagonisti, senza essere condannati a mendicare occupazioni non dignitose o a emigrare. Eccellenza, le mani, le menti e le capacita\u0300 dei tanti giovani della nostra diocesi sono un prezioso patrimonio per la comunita\u0300: come possiamo aiutarli e sostenerli nell\u2019essere protagonisti dell\u2019oggi e del nostro futuro? (Elisa Calzuola)<\/p>\nGIOVANE DISABILE:<\/strong> Buongiorno Eccellenza, benvenuto. Mi chiamo Anna, sono una ragazza in carrozzina con una malattia grave e rara, non curabile. Sono sempre stata educata a non piangermi addosso, ad affrontare tutto col sorriso e la Gioia di Cristo. Per i miei genitori sono un dono di Dio. Anche la parrocchia mi aiuta a crederlo. Io ci riesco a parlare con Lui! La parrocchia e\u0300 la mia seconda casa. I miei amici preferiscono la discoteca, lo svago, le mie giornate invece sono vuote senza la Chiesa. A volte pero\u0300 accade che la tristezza arrivi a turbare la mia gioia di vivere. Quello che vorrei chiederle e\u0300: che cos’e\u0300 per Lei la Gioia? Quale e\u0300, se c’e\u0300, una preghiera che a Lei mette gioia? (Anna Martinelli)<\/p>\nRisposta di don Ivan<\/strong><\/p>\nLa cosa pi\u00f9 importante non sono le risposte ma le domande. Nella vita ho imparato che la cosa importante non sono le risposte ma le domande e le risposte da cercare insieme.<\/em><\/p>\nDevo dire che sono colpito dalla vostra freschezza. <\/em>Non credo di poter rispondere a tutti ma credo che nel nostro cuore c’\u00e8 una domanda di infinito. E c’\u00e8 una risposta da ascoltare. La famiglia: Voi siete una testimonianza, e questo \u00e8 importante.<\/em><\/p>\nElisa: il lavoro. Di lavoro si muore anche. \u00c8 successo anche a mio fratello.<\/em><\/p>\nIo vorrei dirvi cercate di coltivare i sogni, di non accontentarvi. Ci sono momenti in cui dovremmo farlo, ma anche nel lavoro i sogni diventano vocazione, diventano chiamata, perch\u00e8 quando troviamo il nostro posto il lavoro diventa il luogo dove diamo il meglio di noi stessi.<\/em><\/p>\nAnna: penso che la risposta pi\u00f9 bella l’hai data tu con il tuo esserci, con i tuoi genitori. Viviamo in un mondo in cui correre \u00e8 diventato un idolo ma pi\u00f9 corriamo meno incontriamo. \u00c8 dura essere fermi, ma tu non sei ferma. Mi hai provocato a cercare una preghiera. La cercher\u00f2, cos\u00ec avremo occasione di rivederci.<\/em><\/p>\nGIOVANE ADOLESCENTE:<\/strong> L\u2019impegno e la vita di noi adolescenti passa spesso per il servizio vissuto nel Gruppo Scout, in oratorio, in esperienze missionarie, e serve ad alimentare i nostri sogni e i nostri desideri di bene, di bellezza e di pienezza. Sappiamo che ‘Una sola e\u0300 la Via’, ma poi, nel quotidiano, fatichiamo a riconoscerla come nostra, aldila\u0300 delle occasioni e delle esperienze forti. Quale consiglio da\u0300 al nostro bisogno di certezze e di riferimenti? (giovascout)<\/p>\nGIOVANE UNIVERSITARIO:<\/strong> Un nuovo anno accademico sta per cominciare ed anche in Universita\u0300 sembra viva la societa\u0300 liquida descritta da Bauman sul finire del secolo scorso. Lo spazio di dialogo e relazione tra studenti e docenti di cui era fucina l\u2019Universita\u0300 e\u0300 ridotto ormai a una rapida fermata della vita in cui acquisire conoscenze e competenze nel minor tempo possibile per diventare \u201cqualcuno\u201d. Appare impossibile parlare di spiritualita\u0300, di bisogno dell\u2019umano e addirittura di se stessi, figuriamoci di Dio. Eppure in molti di noi permane forte il desiderio di condividere senza timore che le fatiche, lo studio, il raggiungimento di grandi obiettivi acquistano significato grazie all\u2019incontro con un Altro. Come e\u0300 possibile per noi poter essere presenti in Universita\u0300 in questo modo? Come condividere il proprio bisogno umano di significato, in una societa\u0300 che sembra non averne bisogno o quantomeno non averne cura? (Emanuele Salera)<\/p>\nDon Ivan Maffeis
\n<\/strong><\/p>\nImpariamo a guardare con gli occhi del cuore e vedremo che di risposte ce ne sono tante.<\/em><\/p>\nAlessandro: credo che nella domanda ci sia gi\u00e0 la risposta. Cosa fare: credo che gi\u00e0 lo state facendo. Datevi appuntamento, imparate ad aprire la giornata con un momento insieme e vedrete quanti condividono la vostra fede, ma anche quanti non credendo condividono la vostra ricerca.<\/em><\/p>\nAl termine dell’incontro<\/strong> don Ivan invita a pregare insieme il Padre nostro<\/em> per la vita, per il lavoro, per i malati affinch\u00e9 nessuno sia mai lasciato indietro. E conclude con la benedizione e una breve preghiera davanti all’effige della Madonna delle Grazie che riproduce quella della Cattedrale di San Lorenzo.
\n<\/em><\/p>\n