Don Ivan Maffeis, nello zainetto del prete di montagna, cosa ha messo?<\/strong><\/p>\n\u201cParto con l\u2019amore della mia gente. Anche queste settimane di saluto, di congedo, ti fanno toccare con mano la ricchezza della nostra comunit\u00e0. Quella comunit\u00e0 di cui a volte come preti magari ci lamentiamo pure, in cui magari cogliamo pi\u00f9 gli aspetti di fatica che di grazia.<\/p>\n
Ordinazione a Perugia: una scelta di don Maffeis<\/h2>\n
La scelta che ho fatto con l\u2019Arcivescovo di Trento, di essere ordinato a Perugia, vuole essere una scelta di campo, quella di dire: arrivo da umile prete, arrivo per essere figlio di questa Chiesa, ancor prima che padre.<\/p>\n
D\u2019altra parte le radici trentine, la famiglia, la Chiesa di l\u00ec spero possano diventare non tanto una nostalgia ma una possibilit\u00e0 in pi\u00f9. Vista dal Trentino, l\u2019Umbria \u00e8 una terra meravigliosa, una terra di santi, di bellezze artistiche e naturali incredibili. Per altro verso il Trentino ha da offrire accoglienza, ha da offrire turismo, ha da offrire una storia significativa. Credo che se le nostre due Chiese troveranno un po\u2019 alla volta la possibilit\u00e0 di una collaborazione e di uno scambio, potrebbe andare a beneficio di tutti\u201d.<\/p>\n
Il fratello morto sul lavoro<\/h2>\n
Lei ha perso un fratello, Marco, in et\u00e0 ancora piuttosto giovanile per un incidente sul lavoro. Un tema molto caldo nel nostro Paese, basti pensare ai dati Inail sulle morti bianche nella sola Umbria…<\/strong><\/p>\n\u201cQuesto non solo fa pensare, ma per molti versi \u00e8 motivo davvero di scandalo, specialmente quando la morte \u00e8 frutto di responsabilit\u00e0, di una sopravvalutazione magari di un risparmio. Non possiamo rassegnarci a contare i morti, chi semplicemente svolge il proprio lavoro e con questo si trova esposto a un pericolo di vita. Nel caso di Marco \u00e8 stata una morte drammatica, una morte improvvisa, ma credo che ognuno di noi abbia nel cuore, nella memoria persone care che ha amato e dal quale \u00e8 stato amato, e che ha visto a un certo punto partire.<\/p>\n
Quello che con la mia famiglia insieme abbiamo cercato di vivere \u00e8, da una parte, custodire la memoria degli affetti, non semplicemente per nostalgia ma per salvare ci\u00f2 che pu\u00f2 aiutarci ad andare avanti, non dimenticare, non lasciare che il tempo cancelli volti e storie condivise. Accanto alla memoria la riconoscenza per queste persone: un fratello, un pap\u00e0, una mamma, un figlio ci hanno donato molto, e questo aiuta anche a portare il dolore per la loro mancanza.<\/p>\n
Se posso aggiungere un pensiero che mi \u00e8 molto caro, sono convinto che i nostri defunti siano i primi santi di casa nostra\u201d.<\/p>\n
Primi passi del vescovo Maffeis davanti alla Madonna delle Grazie<\/h2>\n
Come pensa di trascorrere i primi \u201ccento giorni\u201d a Perugia?<\/strong><\/p>\n\u201cAnzitutto cercher\u00f2 di portare davanti alla Madonna delle Grazie le attese delle nostre comunit\u00e0, delle nostre famiglie. Di affidare a lei anche il mio servizio, chiedendo che sia lei ad aiutarmi a essere un Pastore buono, un Pastore che sappia davvero avvertire quello di cui le persone hanno bisogno, e cercare di \u2018esserci fino in fondo\u2019.<\/p>\n
Nei giorni che seguiranno cercher\u00f2 di conoscere i primi collaboratori, di mettermi in ascolto di quanto vorranno condividere, di cercare di imparare un po\u2019 la lingua umbra, senza presunzione e con la necessaria umilt\u00e0; e nel contempo di essere aiutato anche a compiere le prime scelte. La mia agenda \u00e8 bianca, \u00e8 vuota, e sono contento: \u00e8 la prima volta che mi si presenta un tempo davanti cos\u00ec sgombro.<\/p>\n
Prima di tutto le persone<\/h2>\n
Ecco, pi\u00f9 che riempirla di appuntamenti, vorrei riempirla di volti, di persone, anche di problemi, cercando insieme – se non di superarli – almeno di affrontarli, con quella speranza che nasce dall\u2019esperienza evangelica e dal sentire che non c\u2019\u00e8 \u2018un uomo solo al comando\u2019, ma siamo all\u2019interno di un\u2019esperienza di fraternit\u00e0 dove ciascuno, con la responsabilit\u00e0 che gli \u00e8 stata affidata, cerca di educarsi e di educare, di guidare e anche di essere guidato\u201d.<\/p>\n
Don Maffeis, i vescovi dell\u2019Umbria riprendono l\u2019attivit\u00e0 della loro Conferenza episcopale il giorno 19 ad Assisi. Ci sar\u00e0 anhce lei. E sar\u00e0 presente anche il card. Bassetti, con il quale lei ha collaborato per dieci anni, da quando era vice presidente della Cei e poi presidente.<\/strong><\/p>\n\u201cAl Cardinale mi lega una storia anche di lavoro, che ci ha portato a una conoscenza reciproca.<\/p>\n
Vescovo tra i vescovi. L’amicizia con Bassetti<\/h2>\n
Nei suoi confronti sento una profonda gratitudine e un affetto, per la sua bont\u00e0, per il modo con cui ha supportato anche in momenti di tensione o difficili. Abbiamo lavorato bene insieme, e gli sono grato di tanta fiducia che mi ha dato. Quindi sono contento che rimanga in diocesi, credo che rester\u00e0 davvero un riferimento. Nel mio piccolo, cercher\u00f2 di inserirmi nel solco di chi mi ha preceduto, aiutato anche dagli altri collaboratori.<\/p>\n
Quanto agli altri Vescovi umbri, qualcuno l\u2019avevo conosciuto anche prima, e sono contento di collaborare adesso con tutti loro. Sono persone, da quello che ho potuto sperimentare, animate dalla passione pastorale, dall\u2019amore alla Chiesa; sono testimoni di fede. Quindi la loro presenza per me \u00e8 anche una garanzia; significa sentire che, anche da questo punto di vista, cammino con confratelli che, anche semplicemente dai messaggi che mi son giunti, mi accolgono con generosit\u00e0 e spirito di fraternit\u00e0. Credo che questo sia il massimo che si possa chiedere\u201d.<\/p>\n
Don Maffeis, arrivando nella sua nuova diocesi, attraverser\u00e0 vari luoghi-simbolo. Come li vivr\u00e0?<\/strong><\/p>\n\u201cL\u2019amore alla gente passa attraverso la conoscenza del territorio, attraverso un lasciarsi plasmare dalla ricchezza di tradizioni, spiritualit\u00e0, fede, cultura. Passa attraverso quella conoscenza delle persone che ci fa comunit\u00e0, che ci fa Chiesa. Dai giovani penso che abbiamo tante cose da imparare, anche come Chiesa, cercando nel contempo di far s\u00ec che la Parola del Vangelo possa correre anche oggi tra di loro.<\/p>\n
Imparare dai giovani e dai poveri<\/h2>\n
Il Papa poi non si stanca di richiamarci quanto i poveri abbiano da insegnarci. Non si tratta certo di edulcorare la povert\u00e0, che rimane tante volte un\u2019umiliazione, una forma di degrado, quanto piuttosto di camminare con questi fratelli e condividere ci\u00f2 che siamo, ci\u00f2 che abbiamo, e di lasciarci aiutare da loro ad andare sempre pi\u00f9 all\u2019essenziale.<\/p>\n
Cercher\u00f2 di essere Pastore, s\u00ec, ma ricordando che il Pastore \u00e8 uno e uno solo, e rimane il Signore Ges\u00f9. Nella misura in cui sapr\u00f2 e sapremo camminare con lui, diventer\u00e0 una bella partita. Diventer\u00e0 una vita buona secondo il Vangelo\u201d.<\/p>\n