{"id":6801,"date":"2008-07-11T00:00:00","date_gmt":"2008-07-11T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=6801"},"modified":"2008-07-11T00:00:00","modified_gmt":"2008-07-11T00:00:00","slug":"federica-a-maria-elena-marcella","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/federica-a-maria-elena-marcella\/","title":{"rendered":"Federica, A. Maria, Elena, Marcella"},"content":{"rendered":"

Storie tragiche di donne, raccontate in lungo e in largo sui giornali di questi giorni, si vanno moltiplicando nel periodo estivo, attirano l’attenzione e suscitano perplessit\u00e0 e discussioni. Tante donne vittime, perch\u00e9? Non vogliamo ripercorrere le vicende. Il nostro giornale evita di riportare casi di cronaca nera e, se lo fa, \u00e8 per domandarsi se, dietro a queste storie, non vi sia una questione pi\u00f9 profonda. L’enigmatica vicenda di Federica, uccisa in Spagna durante un periodo di vacanze allegre e spensierate, non pu\u00f2 lasciare nessuno indifferenti, soprattutto quei genitori che hanno figli in giro per il mondo. So che richiamare alla prudenza e alla moderazione dei comportamenti non \u00e8 di moda. Ma forse pu\u00f2 giovare per evitare drammi e tragedie. Non solo le tragedie della strada, come \u00e8 successo a Isabel, deceduta in un incidente di macchina guidata dal fidanzato, sembra, senza patente di guida, ma anche di cadere vittime di qualche malintenzionato, come \u00e8 successo ad Ana Maria, giovanissima romena, uccisa da uno sconosciuto lasciato entrare in camera. In situazione diversa, ed ancora pi\u00f9 tragica, la fine di Elena di Citt\u00e0 di Castello, uccisa da una dose di sostanza tossica. Molti conoscono una o un’altra di queste storie, tutte tragiche e che hanno a che fare con una condizione di difficolt\u00e0 e disagio, che espone giovani donne alla violenza. Non si vuol dire che non vi siano morti violente tra gli uomini (un giovane morto per overdose mercoled\u00ec scorso, ndr) ma, se andiamo a vedere bene, la donna \u00e8 maggiormente esposta. Basti pensare a tutto l’ampio fenomeno della prostituzione femminile in cui sono coinvolte decine di migliaia di ‘prostitu\u00ecte’, come le chiamava don Oreste Benzi, per sottolinearne lo stato di passivit\u00e0. \u00c8 diffusa tuttora l’opinione della donna oggetto, convalidata dalla maggior parte degli spot pubblicitari e dalle mode dell’abbigliamento estivo, diffuso nelle citt\u00e0 come nelle spiagge. Diverso discorso per la storia di un’altra donna, non vittima di violenza, quanto di eccesso, se si vuole, di amore e dedizione verso i propri figli: Marcella, la giovane madre ammirata e pianta da tutta la cittadina di Umbertide e da tutti quelli che ne sono venuti conoscenza. Sacrificare la propria vita per salvare la vita di qualcuno \u00e8 il massimo di amore che si possa realizzare. Lo stesso che ha manifestato Cristo sulla croce. Anche questo caso ci induce a guardare alle donne con occhi nuovi, per la loro capacit\u00e0 di amare, per la bellezza, l’eleganza e dignit\u00e0 della loro persona, per la loro vocazione e lo stile del loro modo di essere e di porsi, per il grande ruolo che hanno nella famiglia di origine e in quella che andranno a formare. Alla societ\u00e0 devono chiedere non solo l’accesso alle carriere, ma il rispetto per la libert\u00e0 nelle scelte della vita, in coerenza con la nostra cultura. Anzi, della vita umana, di cui sono le principali sorgenti, devono sentirsi anche le pi\u00f9 sicure tutrici. Non sono obbligate, ad esempio, a coprirsi, come si fa in certi Paesi, quasi fossero pacchi riservati all’acquirente, n\u00e9 a svestirsi per esibirsi al miglior offerente. Vent’anni fa, un Papa illuminato e appassionato, Giovanni Paolo II, ha scritto un’enciclica sulla donna, la Mulieris dignitatem. Riprenderla in mano anche oggi pu\u00f2 servire ad allontanare lo spettro della violenza e riconoscere, appunto, la dignit\u00e0 della donna. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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