{"id":6788,"date":"2008-07-04T00:00:00","date_gmt":"2008-07-04T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=6788"},"modified":"2015-06-18T16:00:46","modified_gmt":"2015-06-18T14:00:46","slug":"linvito-appassionato-ai-piccoli-e-sofferenti","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/linvito-appassionato-ai-piccoli-e-sofferenti\/","title":{"rendered":"L’invito appassionato ai piccoli e sofferenti"},"content":{"rendered":"
Matteo ha registrato poco prima di questo racconto l’ostinato rifiuto di Ges\u00f9 da parte della popolazione della Galilea, specie di quelle citt\u00e0 dove erano stati compiuti i miracoli pi\u00f9 numerosi, come Corozain, Btesaida, Caf\u00e0rnao. Quel rifiuto aveva indignato Ges\u00f9, che se ne era lamentato a voce alta con parole taglienti. Superato per\u00f2 il primo momento di sconforto, egli concentra la sua attenzione sulla gente buona e semplice che continua a credere in lui e a seguirlo. Gli sgorgano allora dal cuore due appassionati richiami che esprimono la sua consapevolezza e il suo affetto. Il primo grido \u00e8 un canto di riconoscenza al Padre che ha deciso fin dall’eternit\u00e0, nel suo disegno misterioso, di rivelare il mistero della salvezza ai piccoli e ai semplici, a preferenza dei dotti boriosi e dei saccenti di questo mondo.<\/p>\n
Il secondo grido \u00e8 un invito accorato a tutti coloro che prendono sul serio la fatica della vita e affrontano con coraggio l’oppressione del male fisico e della cattiveria umana. Insomma Ges\u00f9 scopre che il Padre si prende cura dei pi\u00f9 piccoli degli uomini, quelli che non contano agli occhi dei potenti e dei ricchi, e li invita a stringersi a lui e a collaborare con lui alla salvezza del mondo. Dio li ha scelti come collaboratori e figli. Con Dio sono a casa loro. E saranno proprio essi, con il loro lavoro faticoso e con la loro fede paziente a salvare questa societ\u00e0 orgogliosa, atea e superba. \u00c8 un messaggio provocatorio di grande speranza; ci piace ascoltarlo dal vangelo che Matteo oggi ci propone. Facciamoci coinvolgere.Il brano \u00e8 diviso in due parti: Inizia con una lode entusiasta di Ges\u00f9 al Padre per la scoperta gioiosa della volont\u00e0 divina manifestata nella scelta dei piccoli e dei semplici come candidati alla fede.<\/p>\n
Solo chi entra nel cuore di Dio, come il Figlio, scopre questo mistero cos\u00ec contrario alla cultura mondana. Sono sempre gli ultimi i primi nel regno dei cieli. La seconda parte \u00e8 un invito gridato ai pi\u00f9 bisognosi di aiuto e di conforto. \u00c8 composto di tre imperativi: venite, prendete, imparate. Ges\u00f9 si propone loro come modello di mitezza, di umilt\u00e0, di confidenza in Dio, e formula le sua promesse ai seguaci con tre vocaboli significativi: peso, giogo, riposo. Iniziamo da principio. Il grido di gioia di Ges\u00f9 \u00e8 come una scoperta e una confessione di fede (exomologhein<\/em>). \u00c8 introdotto con una formula di tono solenne, che ci abbraccia e ci coinvolge tutti: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perch\u00e9 hai rivelato queste cose ai piccoli”. Dio \u00e8 chiamato in campo con tutta la sua maest\u00e0 di Signore del cielo e della terra, sovrano della creazione della storia. \u00c8 lui che guida il corso degli eventi del mondo. “Le cose” (tauta<\/em>) da lui rivelate ai piccoli sono le cose di Dio, il suo misterioso piano di salvezza che non si scopre con i sofisticati ragionamenti umani, ma con la docilit\u00e0 alla parola divina del vangelo.<\/p>\n \u00c8 il regno dei cieli portato da Ges\u00f9, dove la sovranit\u00e0 amorosa di Dio \u00e8 accettata e apprezzata dai poveri nello spirito (Mt<\/em> 5,3), cio\u00e8 dagli umili e dagli ultimi. Ges\u00f9 poco dopo, prendendo in braccio un bambino, dir\u00e0: “Se non vi convertirete e non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perch\u00e9 chiunque diventa piccolo come questo bambino, sar\u00e0 il pi\u00f9 grande nel regno dei cieli”(18,2-4). Mentre parlava il Signore aveva davanti agli occhi i suoi discepoli e la povera gente che lo seguiva entusiasta, tutti assetati della sua parola. Diceva che i loro nomi erano scritti in cielo, come scrive Luca in un passo parallelo; perci\u00f2 i loro occhi vedono e le loro orecchie odono nella fede ci\u00f2 che i profeti e i re (d’Israele) desiderarono vedere e udire e non videro n\u00e9 udirono (Lc<\/em> 10, 20.24).<\/p>\n Per rassicurare poi i suoi ascoltatori, che non sta sognando mentre parla, Ges\u00f9 rivela che comunica loro il pensiero stesso del Padre, perch\u00e9 i due si conoscono bene e si compenetrano fino ad essere una cosa sola. Tra loro c’\u00e8 uno scambio di conoscenza e di amore tale che agiscono e parlano di comune accordo. Non si pu\u00f2 mettere in dubbio la rivelazione del Padre arrivata attraverso il Figlio. \u00c8 la pi\u00f9 certa delle cose certe. Da quella comune conoscenza unitiva e chiara sgorga la lode che Ges\u00f9 ha appena pronunciata per noi. Grazie a lui e al Padre, perch\u00e9 dobbiamo loro la fede che ci fa cristiani. La seconda parte del brano che abbiamo ascoltato \u00e8 un invito gridato a tutti gli uomini sulla cima del mondo: “Venite a me voi tutti che siete stanchi e oppressi!” \u00c8 chiamato dagli esegeti “il grido del salvatore” perch\u00e9 \u00e8 un invito pressante alla salvezza portata da Ges\u00f9. E come se le braccia di Ges\u00f9 si allargassero dalla cerchia dei suoi uditori storici per abbracciare ora gli uomini di tutti tempi e di tutte le latitudini. Non a caso ha detto, come per inciso: “Tutto mi \u00e8 stato donato dal Padre mio”.<\/p>\n Nulla e nessuno \u00e8 escluso dalla salvezza portata da Ges\u00f9. L’invito formulato ora da Ges\u00f9 risuon\u00f2 la prima volta nella chiamata alla sequela per i primi apostoli come Andrea, Pietro, Giacomo, Giovanni e Matteo il pubblicano: “Venite dietro a me”(4,19-22; 9,9). Essi, lasciarono tutto per seguire Ges\u00f9 e divennero i capofila di una lunga carovana di seguaci che attraversa i secoli, tutti in cerca della pace del cuore che solo Ges\u00f9 pu\u00f2 dare, tutti convinti di aver raggiunto la perfetta realizzazione della loro esistenza. Era il richiamo della sorgente dello Spirito che attira gli assetati di pace e di bene vero: “Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me…fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo grembo” (Gv<\/em> 7,37). Nel nostro brano l’invito \u00e8 rivolto a chi \u00e8 schiacciato dal peso insopportabile di una vita difficile, da chi \u00e8 oppresso da una schiavit\u00f9 morale o sociale che lo priva del bene della libert\u00e0. In una parola, Ges\u00f9 chiama tutti gli emarginati del mondo a riscattarsi dal vizio e dal male che li opprimono.<\/p>\n L’immagine del giogo ci riporta nei campi dove i buoi appaiati trascinano faticosamente l’aratro. Ges\u00f9 vuole invitare gli affaticati e gli oppressi a condividere il giogo con lui, a portare i pesi e le fatiche insieme. \u00c8 pi\u00f9 leggero il peso portato in due, specie se la controparte se ne assume la maggiore fatica. \u00c8 come se dicesse: “Ti aiuto io, affiancati e affidati a me. Sono allenato alla fatica, dopo che ho lavorato per trenta anni a Nazareth come artigiano e ho finito col portare una pesantissima croce fino al Calvario. Se vuoi, mi offro a farti da Cireneo. Porter\u00f2 per te e con te la tua croce”. Tutto questo \u00e8 espresso nella successione dei termini usati da Ges\u00f9 in successione: “affaticati e oppressi” indicano la condizione umana pi\u00f9 comune, “il giogo” \u00e8 lo strumento per dividere in due la fatica, “il riposo” \u00e8 il risultato dell’aiuto e del conforto di Cristo. Solo in questa condivisione di pesi e di fatiche si impara ad essere miti, pazienti e umili come Ges\u00f9, che si propone qui come modello e maestro. Il credente trova pace nelle tribolazioni, perch\u00e9 non si sente solo. Ha accanto a s\u00e9 il Dio della pace del conforto e dell’amore che cammina e soffre con lui. Provare per credere!<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Matteo ha registrato poco prima di questo racconto l’ostinato rifiuto di Ges\u00f9 da parte della popolazione della Galilea, specie di quelle citt\u00e0 dove erano stati compiuti i miracoli pi\u00f9 numerosi, come Corozain, Btesaida, Caf\u00e0rnao. Quel rifiuto aveva indignato Ges\u00f9, che se ne era lamentato a voce alta con parole taglienti. 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