{"id":67760,"date":"2022-07-21T19:24:19","date_gmt":"2022-07-21T17:24:19","guid":{"rendered":"https:\/\/www.lavoce.it\/?p=67760"},"modified":"2022-11-18T18:09:02","modified_gmt":"2022-11-18T16:09:02","slug":"profughi-crisi-climatica-jihadismo-noi-e-il-sahel","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/profughi-crisi-climatica-jihadismo-noi-e-il-sahel\/","title":{"rendered":"Profughi, crisi climatica, jihadismo: noi e il Sahel"},"content":{"rendered":"

Quando parliamo di emergenze, forse non abbiamo veramente presenti le mappe del dolore, della fame, della paura e della disperazione. <\/span><\/p>\n

Filippo Grandi<\/strong>, alto commissario delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr), ha appena terminato un giro di ricognizione nell\u2019area del Sahel per raccogliere \u201cdati\u201d che sono persone in carne e ossa. Alla fine di giugno, 4,8 milioni di persone risultano sfollate in Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania e Niger. Sono spinte a scappare via dai loro rispettivi Paesi per via dell\u2019azione del terrorismo e per le condizioni climatiche; e molto spesso vengono accolte nei campi profughi di nazioni poverissime anch\u2019esse. <\/span><\/p>\n

Tra i campi che Grandi ha visitato nei giorni scorsi c\u2019\u00e8 quello di Kalambari<\/strong>, a una trentina di chilometri a sud di N\u2019Djamena, capitale del Ciad<\/strong>, dove vivono circa 8.000 rifugiati provenienti dal confinante Camerun. Una folla che non possiamo continuare a ignorare e che interpella fortemente le nostre coscienze. <\/span><\/p>\n

Grandi continua a segnalare che il fenomeno del jihadismo non si pu\u00f2 contrastare ricorrendo alla sola azione militare. \u00c8 piuttosto necessario uno sforzo maggiore nella lotta alla povert\u00e0, al sottosviluppo e per l\u2019istruzione. E adesso che cominciamo a toccare con mano i disastri che i cambiamenti climatici provocano anche da noi, possiamo comprendere cosa significano per il Sahel.<\/span><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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