{"id":6710,"date":"2008-06-06T00:00:00","date_gmt":"2008-06-06T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=6710"},"modified":"2008-06-06T00:00:00","modified_gmt":"2008-06-06T00:00:00","slug":"equivoci-e-pregiudizi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/equivoci-e-pregiudizi\/","title":{"rendered":"Equivoci e pregiudizi"},"content":{"rendered":"

Se il Papa, ricevendo i Vescovi italiani, dice che in questo periodo in Italia c’\u00e8 un clima nuovo e lui se ne rallegra, qualcuno pensa e scrive che ha voluto dare la benedizione al Governo e al suo indiscusso leader Berlusconi. Se, invece, il card. Raffaele Renato Martino o il vescovo Agostino Marchetto, segretario del Pontificio consiglio per i migranti, intervengono sulla questione degli immigrati e dei clandestini, si pensa e si scrive che sono contro la maggioranza che vuole pi\u00f9 stretti controlli sugli immigrati. Se andiamo a ragionare pi\u00f9 cautamente, troviamo che il Papa parlava del clima pi\u00f9 tranquillo e operoso riferendosi al quadro politico con minore conflittualit\u00e0 tra maggioranza e opposizione. Il Papa infatti a proposito della situazione politica ha ribadito: ‘Non siamo schierati e neppure ritirati’. E cos\u00ec, mons. Marchetto ha detto e scritto sull’Osservatore Romano (4 giugno), in un articolo intitolato ‘L’integrazione dei migranti, valore di civilt\u00e0’, che la Chiesa ‘addita con forza, ma anche con mansuetudine, le eventuali mancanze di equilibrio nella tensione tra sicurezza e accoglienza’, che sono due criteri di comportamento da mettere sempre insieme. Fa osservare che ‘i flussi migratori all’alba del terzo millennio rappresentano circa 195 milioni di persone’ e, pertanto, \u00e8 un fenomeno sul quale ci si deve muovere con grande senso di responsabilit\u00e0 e cautela, tenendo in piedi diverse esigenze; che riguardano prima di tutto i Paesi di origine, che dovrebbero favorire i cittadini a rimanere nella propria terra, senza costringerli a cercare altrove una vita degna. ‘Tuttavia, il raggiungimento del bene comune dell’intera umanit\u00e0 – aggiunge – richiede sostegno, solidariet\u00e0, assistenza e cooperazione degli altri’. Tutto ci\u00f2 comporta che non si debbano fare facili equiparazioni ‘tra immigrato irregolare e criminale, anche se ovviamente chi si trasferisce in un Paese deve osservare le regole sociali e giuridiche’.Tornando a Benedetto XVI, anzich\u00e9 voler sempre vedere nei suoi interventi l’aspetto pi\u00f9 controverso in un senso o in un altro, sarebbe bene per tutti riferirsi ai suoi grandi discorsi in cui addita la pace e la giustizia tra le nazioni. Il 3 giugno scorso, ad esempio, \u00e8 stato letto nella sede della Fao un suo messaggio in cui si dice che la povert\u00e0 e la fame non sono una fatalit\u00e0 della natura, ma sono causate da ‘limiti strutturali, da politiche protezionistiche, da fenomeni speculativi che relegano intere popolazioni ai margini dei processi di sviluppo’. E ribadisce con severit\u00e0 e forza che ‘la fame e la malnutrizione sono inaccettabili in un mondo che, in realt\u00e0, dispone di livelli di produzione, di risorse e di conoscenze sufficienti per mettere fine a tali drammi ed alle loro conseguenze’. Senza fare polemiche, la Santa Sede – spesso identificata con il Vaticano, che ne \u00e8 solo il braccio strumentale per le relazioni internazionali – oggi rappresenta la cattedra pi\u00f9 credibile per l’assenza di interessi commerciali e di mercato che, invece, inquinano i rapporti tra i Governi. Si pensi alla convenzione per le bombe a grappolo, cos\u00ec fortemente caldeggiata dalla Santa Sede, che quattro grandi nazioni si sono rifiutate di firmare. Benedetto XVI nel suo insegnamento, anche in questo campo, indica ai popoli la legge delle genti, la legge naturale iscritta nel cuore di tutti gli uomini Non vuole, pertanto, cattolicizzare il mondo, come qualcuno teme, ma umanizzare la vita dei popoli.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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