{"id":67019,"date":"2022-05-29T16:25:08","date_gmt":"2022-05-29T14:25:08","guid":{"rendered":"https:\/\/www.lavoce.it\/?p=67019"},"modified":"2022-06-19T17:20:59","modified_gmt":"2022-06-19T15:20:59","slug":"card-zuppi-prima-conferenza-la-chiesa-ha-scelto-la-strada-italiana-per-la-lotta-agli-abusi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/card-zuppi-prima-conferenza-la-chiesa-ha-scelto-la-strada-italiana-per-la-lotta-agli-abusi\/","title":{"rendered":"Card. Zuppi, prima conferenza: \u201cla Chiesa ha scelto la strada italiana per la lotta agli abusi\u201d"},"content":{"rendered":"
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\u201cI vescovi hanno scelto la strada italiana per la lotta agli abusi\u201d. A spiegarlo ai giornalisti \u00e8 stato il card.\u00a0Matteo Maria Zuppi<\/b>, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nella prima conferenza stampa nel suo nuovo ruolo, svoltasi a Roma al termine dell\u2019Assemblea generale dei vescovi italiani. Entro il 18 novembre prossimo, ha annunciato il cardinale, verr\u00e0 reso noto il primo Report nazionale sugli abusi.<\/p>\n

\u201cLa Chiesa \u00e8 sempre dalla parte delle vittime, anche se tali azioni sono state provocate da fratelli o figli della stessa Chiesa\u201d,<\/h2>\n

ha ricordato il presidente della Cei: \u201cQuella che abbiamo scelto in questa assemblea \u00e8 la strada italiana nella lotta agli abusi: \u00e8 un passaggio ulteriore, che comporta cinque linee di azione, a partire dalla volont\u00e0 di rafforzare la rete dei Servizio diocesani per la tutela dei minori\u00a0 e delle persone vulnerabili e dei Centri di ascolto, partiti un anno fa e ormai presenti nel 70% delle diocesi\u201d. Il Report verr\u00e0 stilato entro il prossimo 18 novembre e sar\u00e0 affidato a due Istituti universitari di Criminologia e Vittimologia, \u201cche visioneranno tutto il materiale di prevenzione e relativo ai casi di abusi degli ultimi due anni\u201d. \u201cNon abbiamo bisogno di calmanti, \u00e8 una questione di seriet\u00e0\u201d, ha puntualizzato ancora Zuppi: \u201cvogliamo metterci anche noi di fronte agli abusi, senza correre il rischio di minimizzare o amplificare i fenomeni\u201d. \u201cMolto importante\u201d, a questo proposito, \u00e8 la collaborazione con il Dicastero per la Dottrina della Fede, anche questa \u201csupportata e verificata da Centri indipendenti per la raccolta e l\u2019analisi dei dati sulle denunce presentate dal 2000 al 2021\u201d. Interpellato dai giornalisti sul motivo della scelta di questo intervallo di tempo, e di non risalire indietro nei decenni come hanno fatto altre Conferenze episcopali, Zuppi ha risposto: \u201cCi \u00e8 sembrato molto pi\u00f9 serio, e ci fa molto pi\u00f9 male, concentrarci su quel periodo che ci coinvolge direttamente\u201d.<\/p>\n

\u201cNessuna resistenza o volont\u00e0 di copertura\u201d,<\/h2>\n

quindi: \u201ccerto i numeri sono importanti, ma c\u2019\u00e8 un problema qualitativo, oltre che quantitativo\u201d. Saranno i due Istituti indipendenti che sceglieranno gli esperti, ha precisato Zuppi: \u201cIl nostro interesse \u00e8 la chiarezza vera, non vogliamo discutere: ci prenderemo tutte le \u2018botte\u2019 che dobbiamo prenderci, le nostre responsabilit\u00e0 ce le siamo gi\u00e0 prese\u201d. \u201cPiena collaborazione\u201d, inoltre, con l\u2019Osservatorio per il contrasto alla pornografia e pedofilia minorile attivo presso il Ministero della Famiglia. Per quanto riguarda la sorte degli eventuali vescovi che hanno insabbiato i casi di pedofilia, il presidente della Cei ha ricordato che \u201cla Congregazione per i Vescovi e la Congregazione per la Dottrina della fede hanno procedure molto severe\u201d. Interpellato su eventuali risarcimenti alle vittime, Zuppi ha risposto: \u201cE\u2019 un discorso molto aperto: i nostri Centri diocesani garantiscono senz\u2019altro l\u2019accompagnamento psicologico, poi i casi sono diversissimi\u201d. Per quanto riguarda i reati di abuso, ha aggiunto il cardinale, \u201cc\u2019\u00e8 la Chiesa ma c\u2019\u00e8 anche lo Stato: per lo Stato c\u2019\u00e8 la prescrizione, per la Chiesa no. C\u2019\u00e8 il Diritto canonico, che prevede una grande tutela dei soggetti e dei responsabili\u201d. Di qui l\u2019importanza di riflettere sul cammino da fare per l\u2019accompagnamento degli abusatori: \u201cLa Chiesa \u00e8 come una madre: tuo figlio \u00e8 sempre tuo figlio, anche se ha sbagliato\u201d.<\/p>\n

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\u201cIl pi\u00f9 grande diritto \u00e8 quello della pace, non si ragioni soltanto sulla logica delle armi\u201d,<\/h2>\n

l\u2019appello per la guerra in Ucraina: \u201ctutte le cose che vanno nella direzione del dialogo, per forza sono auspicabili\u201d.\u00a0\u201cC\u2019\u00e8 il piano di pace dell\u2019Italia\u201d<\/b>, ha proseguito Zuppi, rallegrandosi del fatto \u201cche ci sia\u201d e augurandosi \u201cche si crei un consenso, che sia il pi\u00f9 possibile europeo, che non si ragioni soltanto sulla logica delle armi, che si debba trovare una soluzione diplomatica, con la collaborazione di tutti\u201d. \u201cDi accoglienza e di solidariet\u00e0 ce n\u2019\u00e8 tanta \u2013 ha affermato il presidente della Cei \u2013\u00a0 ma non possiamo abituarci alla guerra, perch\u00e9 la guerra \u00e8 una tragedia, oltre che uno scandalo per i cristiani, perch\u00e9 quella in Ucraina \u00e8 una guerra tra cristiani\u201d. \u201cIn questa pandemia per la guerra \u00e8 importante l\u2019impegno per la pace\u201d, ha ribadito il cardinale: \u201cbisogna accogliere la grande sfida della durata: molti stanno cercando di tornare in Ucraina, ma parecchi rimangono\u201d. La guerra in atto nel cuore dell\u2019Europa, inoltre, per Zuppi \u201cnon deve farci dimenticare gli altri pezzi di guerra nel mondo, come in Afghanistan o in Libia, che richiedono risposte\u201d. Per quanto riguarda il versante internazionale, durante l\u2019assise di questi giorni i vescovi hanno caldeggiato l\u2019adesione al Trattato Onu per la messa al bando delle armi nucleari, che l\u2019Italia non ha ancora firmato. Anziani, giovani, morti sul lavoro e violenza sulle donne. Sono queste le \u201cpriorit\u00e0\u201d per la Chiesa italiana.<\/p>\n

Perch\u00e9, a livello mediatico, il Sinodo non decolla? \u201cPer la fatica di ascoltare, per la nostra tentazione di affermare, pi\u00f9 che ascoltare\u201d.<\/h2>\n

Cos\u00ec il cardinale ha risposto alle domande dei giornalisti. \u201cL\u2019ascolto aiuter\u00e0 a rispondere alle vere domande, non a quelle che pensiamo noi\u201d, ha assicurato il cardinale a proposito del secondo anno sinodale, che sar\u00e0 dedicato ancora una volta a questo tema. Tra le novit\u00e0 di questa assemblea della Cei, ha fatto notare il neopresidente, c\u2019\u00e8 stato il fatto che \u201cper la prima volta erano presenti a due sessioni dei lavori i referenti regionali del percorso sinodale, tra cui molte donne. Gruppi sinodali per la prima volta insieme ai vescovi, nel nome della collegialit\u00e0 e della sinodalit\u00e0: un binomio su cui il Papa ha insistito con molta forza: non ci ha chiesto una ricerca sociologica, ma di metterci in ascolto. Continueremo l\u2019anno prossimo questo cammino, che sar\u00e0 una sorta di grandi \u2018Stati generali\u2019 della Chiesa\u201d.<\/p>\n<\/div>\n