Purtroppo la pioggia mi perseguita in questi giorni, ma prendiamola come segno di benedizione, di fecondit\u00e0 della terra; \u00e8 un segno dello Spirito santo che bagna la terra secca delle nostre anime’. La pioggia, dunque, che nei due giorni del viaggio in Liguria di Benedetto XVI non ha quasi mai smesso di scendere. Scherza il Papa con i giovani, scherza con coloro che la Chiesa saluta come speranza per il mondo. A quei giovani dice di non pensare alla giovinezza come ad una forma di maquillage: non \u00e8 l’et\u00e0 anagrafica che conta. Cos\u00ec, se sabato a Savona aveva detto che gli anziani possono anche cadere ma \u00e8 la fede che li sostiene, ai ragazzi che si sono ritrovati in piazza Matteotti, nel centro della citt\u00e0 tra Palazzo ducale e la Curia e la cattedrale di San Lorenzo, Benedetto XVI ricorda che ‘la giovinezza, quella vera, non \u00e8 questione di anni, di vigore fisico, di forma smagliante, di efficienza’. Non \u00e8 la palestra che rende giovani, anche se sono in molti – afferma il Papa – che vogliono essere giovani, rimanere giovani, che si mascherano da giovani, anche se il tempo della giovinezza \u00e8 passato. Ancora, la giovinezza non \u00e8 sinonimo di gioia: ‘Ci sono, purtroppo, dei giovani di anni, ma che sono vecchi dentro; che si trascinano, pur non mancando di beni terreni: di cultura, di lavoro soddisfacente, di rapporti e possibilit\u00e0’. Per Benedetto XVI, che ha varcato la soglia dell’ottantunesimo anno di et\u00e0, ‘essere giovani significa aver scoperto le cose che non passano col passare veloce degli anni. Se un giovane scopre i valori veri e grandi, allora non invecchia mai, anche se il corpo segue le sue leggi. Resta giovane sempre nel cuore e irradia giovinezza, cio\u00e8 bont\u00e0, perch\u00e9 la bont\u00e0 sfugge alla presa del tempo’. Quel tempo che in molti vogliono arrestare proprio per paura del futuro, di un futuro vuoto, ‘vogliono subito consumare tutte le bellezze della vita’. Solo chi \u00e8 buono e generoso, afferma il Papa, \u00e8 veramente giovane: ‘Vi auguro di essere giovani non alla moda: le mode si bruciano in un baleno, in una rincorsa frenetica e stordita; la giovinezza invece, quella della bont\u00e0, resta per sempre. Anzi, sar\u00e0 perfetta e splendente in cielo con Dio’.Con i giovani \u00e8 il momento centrale della mattinata di domenica del Papa a Genova. Con loro recita l’Angelus e fa un appello perch\u00e9 la conferenza di Dublino sulle munizioni a grappolo sia occasione per ‘rimediare agli errori del passato ed evitare che si ripetano in futuro’. Occorre, per il Papa, uno ‘strumento internazionale forte e credibile’, cio\u00e8 una convenzione che interdica queste armi terribili. Parole che i giovani, da sempre impegnati nei campi del volontariato e della pace, hanno accolto con grande attenzione. D’altra parte, proprio al termine del discorso del Papa e prima della recita dell’Angelus, sono stati lanciati migliaia di foglietti con i messaggi che proprio i giovani hanno scritto per dire i loro pensieri, le loro attese e speranze per il futuro; certo, un futuro di pace. La domenica per il Papa ha avuto inizio all’istituto Gaslini, ‘santuario della vita e della famiglia’. L’auspicio \u00e8 che l’istituto ‘continui a svilupparsi nelle tecnologie, nelle cure e nei servizi; ma anche ad allargare sempre pi\u00f9 gli orizzonti, in quell’ottica di positiva globalizzazione per cui si riconoscono le risorse, i servizi e i bisogni creando e rafforzando una rete di solidariet\u00e0 oggi tanto urgente e necessaria’. Tutto questo, ha aggiunto, deve essere perseguito ‘senza mai venir meno a quel supplemento di affetto che dai piccoli degenti \u00e8 avvertito come la prima e indispensabile terapia. L’ospedale allora diventer\u00e0 sempre pi\u00f9 luogo di speranza’. E messaggio di speranza sono anche le parole con le quali saluta l’assemblea nella celebrazione conclusiva in piazza della Vittoria. Dice: in una societ\u00e0 tesa tra globalizzazione e individualismo, ‘la Chiesa \u00e8 chiamata ad offrire la testimonianza della comunione’, realt\u00e0 che non viene dal basso ma \u00e8 mistero che ha le radici in cielo. Cos\u00ec chiede una formazione ‘sostanziosa’, una ‘fede pensata’ capace di dialogare in profondit\u00e0 con tutti: i non cattolici, i non cristiani, i non credenti. ‘Portate avanti la vostra generosa condivisione con i poveri, i deboli’. Un pensiero, infine, a Genova e ai genovesi: ‘Guardate al futuro con fiducia e cercate di costruirlo insieme, evitando faziosit\u00e0 e particolarismi, anteponendo ai pur legittimi interessi particolari il bene comune’. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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