Cos\u00ec inizia una lettera giunta in redazione e prosegue: ‘ho 31 anni e 3 figli di 10 e 7 anni e quindi di un et\u00e0 non facilissima’ e dichiara di essere preoccupata dopo aver visto una trasmissione che va in onda prima di mezza notte, nella quale non c’erano scene particolarmente oscene, ma \u00e8 rimasta negativamente colpita dall’abbigliamento della conduttrice. E si domanda se non manchi di rispetto per i telespettatori. Ritiene che la giustificazione sia la ricerca di fare ascolti da parte dei produttori, ma si domanda se sia giusto poi lamentarsi ‘se succedono stupri e se l’et\u00e0 degli aggressori \u00e8 sempre pi\u00f9 bassa’. ‘Se presentare fisici nudi – aggiunge Monica – e sempre e comunque presentare scene di violenza diventa cos\u00ec normale, dove andiamo a finire?’. Fa un appello a fare qualcosa, boicottando i programmi che non rispettano le regole di buon senso e del rispetto dei telespettatori, considerando che molti di questi spesso sono bambini o ragazzi. Conclude scrivendo: ‘Vi prego voi giornale avete la possibilit\u00e0 di farlo, sicuramente anche voi avrete figli. Cerchiamo di fargli capire che la vita \u00e8 vita anche se non si ha un fisico perfetto, non si \u00e8 veline o calciatori, si pu\u00f2 apparire mostrando altre qualit\u00e0’. La lettera non aggiunge nulla pi\u00f9 di quanto si sapeva e si va ripetendo da tutti. Ma ci ha colpito per la spontaneit\u00e0 del linguaggio e l’intensit\u00e0 del tono, preoccupato e accorato. Ci \u00e8 sembrato giusto metterla in evidenza come una continuazione della riflessione che abbiamo fatto in occasione della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali e rendere ancora pi\u00f9 attuale il messaggio che Benedetto XVI ha inviato per l’occasione. In questo messaggio egli avverte che i grandi mezzi della comunicazione sociale sono oggi ad un bivio: o il protagonismo, che significa fare ascolti a qualsiasi costo, o mettersi al servizio della societ\u00e0 per aiutarla nel suo sviluppo culturale morale e umano. I produttori di informazione, molti dei quali sono o si dicono cattolici, devono sentire un forte senso di responsabilit\u00e0 nell’allestirre programmi televisivi e servizi giornalistici, sapendo che dal loro lavoro potrebbero derivare gran di benefici per la societ\u00e0, ma anche abissali disastri. Anche per i giornalisti dovrebbe valere il principio del bene e del male e il rispetto dei limiti, come c’\u00e8 un limite di velocit\u00e0 e le strisce pedonali, cos\u00ec, al minimo livello di relazioni sociali, si dovrebbe avere la certezza di poter guardare uno schermo senza dover arrossire o vergognarsi di stare l\u00ec a guardare. Purtroppo, con una frase felice quanto tragica il presidente regionale del’Ordine dei giornalisti ha affermato recentemente (v. art. p. 15) che per molti oggi ‘il nichilismo \u00e8 lo spazio della libert\u00e0, concepita come totale irresponsabilit\u00e0’. Per questo il messaggio del Papa \u00e8 ‘aria fresca per i nostri polmoni’, ha affermato Ciliani. Ma oltre a ci\u00f2 la Chiesa oggi intende investire molto sulla comunicazione a livello capillare di diocesi e di parrocchie, rispondendo ad una esigenza non solo di Monica, ma di tutte le perone coscienti e responsabili, di risanare la societ\u00e0 incominciando dalla educazione e formazione della mentalit\u00e0 e della coscienza dei giovani. In un recente convegno, tra il serio e il faceto \u00e8 stato proposto ai fedeli devoti parrocchie:’Una candelina di meno e un giornale di pi\u00f9’. Salvo che per leggere il giornale uno non debba accendere la candela. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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