{"id":6626,"date":"2008-05-02T00:00:00","date_gmt":"2008-05-02T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=6626"},"modified":"2008-05-02T00:00:00","modified_gmt":"2008-05-02T00:00:00","slug":"una-candelina-di-meno-un-giornale-di-piu","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/una-candelina-di-meno-un-giornale-di-piu\/","title":{"rendered":"‘Una candelina di meno, un giornale di pi\u00f9’"},"content":{"rendered":"

Oggi non c’\u00e8 nessuno al mondo che non trascorra ogni giorno una parte pi\u00f9 o meno considerevole del suo tempo a guardare la televisione o a viaggiare in internet o a leggere giornali e riviste. Siamo tutti sempre pi\u00f9 immersi in un mare di informazioni e di stimoli psicologici che finiscono per incidere nei modi di pensare e di essere delle persone. La comunicazione sociale \u00e8 il massimo produttore di ‘cultura’, in senso antropologico, al mondo, la scuola che distribuisce le informazioni e impartisce nel modo pi\u00f9 costante le sue lezioni. In tal modo formano la mentalit\u00e0 e la coscienza delle persone e finiscono per influenzare i comportamenti e le scelte. Si pensi alle scelte politiche influenzate dalle campagne elettorali e spot pubblicitari. La Chiesa ha da tempo compreso questo meccanismo e vi si \u00e8 inserita in molti modi; educando le persone e richiamando ad usare con discernimento e capacit\u00e0 critica i programmi e i servizi giornalistici ed inoltre mettendo in campo dei propri strumenti di comunicazione. Nel periodo del Concilio Vaticano II \u00e8 stato affrontato questo tema e trattato in un documento che ha ancora tutta la sua attualit\u00e0. Pur essendo pubblicato nel 1963, quando ancora non era stato scoperto il vasto e stupendo mondo del computer il Decreto conciliare sugli strumenti della comunicazione sociale parla di ‘meravigliose invenzioni tecniche’ che ‘possono raggiungere e influenzare non solo i singoli individui, ma moltitudini di persone e la stessa societ\u00e0’. Per questo \u00e8 nata dal Concilio l’iniziativa della Giornata mondiale dedicata a questo tema, destinata a richiamare i fedeli ai loro doveri in questo campo, invitarli a pregare e contribuire economicamente per sostenere i mezzi di comunicazione sociale cattolici. La Giornata ha anche preso a tema argomenti importanti che riguardano la comunicazione sociale in tutti i suoi aspetti e in tutti i risvolti di carattere morale culturale e sociale dal punto di vista cristiano. Oggi sappiamo quanto sia decisiva l’informazione anche per le sorti della pace e della guerra, per la lotta contro la fame e le malattie. E sappiamo anche quanto siano deficienti le fonti di informazione rispetto a situazioni di sofferenza di popolazioni senza voce e quindi senza peso in campo internazionale, semplicemente non esistenti. Se qualcuno volesse fare una verifica potrebbe confrontare ci\u00f2 che scrive ogni giorno l’Osservatore romano con quanto strillano i nostri telegiornali. Scoprirebbe che tutta una serie di notizie riguardanti l’Africa, l’Asia, i focolai di violenza, le trenta nazioni in cui si rischia la guerra civile per la mancanza del grano e del riso, non sono dette al grande pubblico. Ecco perch\u00e9 il Papa ammonisce di cercare e dire la verit\u00e0 e non essere servi di grandi potentati economici raccontando solo ci\u00f2 che piace ai potenti. Per questo i padri del concilio, con molto realismo raccomandavano anche di ‘contribuire con le loro offerte al sostentamento ed all’incremento delle istituzioni e delle opere promosse dalla Chiesa in questo settore’. In termini semplici si tratta non tanto di dare maggiori contributi, ma come si disse a Padova in un recente convegno: ‘una candelina di meno e un giornale di pi\u00f9’. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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