{"id":65606,"date":"2022-03-19T11:51:48","date_gmt":"2022-03-19T09:51:48","guid":{"rendered":"https:\/\/www.lavoce.it\/?p=65606"},"modified":"2022-03-19T12:10:31","modified_gmt":"2022-03-19T10:10:31","slug":"limpegno-della-chiesa-locale-nellaccoglienza-dei-profughi-ucraini","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/limpegno-della-chiesa-locale-nellaccoglienza-dei-profughi-ucraini\/","title":{"rendered":"L’impegno della Chiesa locale nell’accoglienza dei profughi ucraini"},"content":{"rendered":"
“Non si arresta nemmeno nella nostra comunit\u00e0 diocesana il flusso degli arrivi di profughi dall\u2019Ucraina devastata dalla guerra, in gran parte mamme e bambini”. \u00c8 quanto evidenzia il direttore della Caritas diocesana di Perugia-Citt\u00e0 della Pieve<\/strong> don Marco Briziarelli<\/strong> nel tracciare un primo \u201cbilancio\u201d dell\u2019attivit\u00e0 di “accoglienza dignitosa della nostra Chiesa locale \u2013 precisa il sacerdote \u2013 in aiuto di quanti fuggono da morte, violenze e sofferenze. Abbiamo notizia di pi\u00f9 gruppi di famiglie che stanno arrivando, ma al momento il numero preciso \u00e8 impossibile calcolarlo. Nella maggior parte dei casi si tratta di persone che giungono dai confini dell\u2019Ucraina sempre con pulmini o autobus, un fenomeno in gran parte ancora legato ai cosiddetti ‘ricongiungimenti’ con parenti, amici e conoscenti”.<\/p>\n In quest\u2019ultima settimana, prosegue il direttore della Caritas diocesana, “sono iniziate ad arrivare anche a Perugia le prime persone che non hanno nessun tipo di legame con i connazionali gi\u00e0 residenti. Per queste persone ci stiamo adoperando grazie a una rete di solidariet\u00e0 tessuta in poco tempo da una dozzina tra opere segno, realt\u00e0 socio-caritative afferenti a Caritas e parrocchie che hanno messo a disposizione le canoniche. Queste strutture \u2013 precisa don Briziarelli \u2013 a breve saranno sature e per questo, di concerto con le istituzioni, ognuno, attraverso i propri canali, continuer\u00e0 a cercare nuove soluzioni”.<\/p>\n “L\u2019appello fatto ai nostri cittadini di aprirsi all\u2019accoglienza diffusa, attraverso la messa a disposizione di spazi abitativi inutilizzati o di porzioni di appartamenti \u2013 commenta il sacerdote \u2013, \u00e8 stato subito accolto attraverso sia i canali Caritas sia quelli dei servizi comunali. Basti pensare che a tutt\u2019oggi sono ben 70 le famiglie perugine<\/strong> che hanno dato la propria disponibilit\u00e0 a Caritas<\/strong> per queste tipologie di accoglienza. Attualmente sono ospitati 24 ucraini<\/strong> di cui 21 condividono il tetto con famiglie perugine e 3 in appartamento. Molte di queste 70 disponibilit\u00e0 sono all\u2019accoglienza di massimo due persone e in questo momento non utilizzabili, dal momento che i nuclei in arrivo sono composti minimo da tre-quattro persone. Il flusso migratorio \u00e8 comunque in continua evoluzione e potrebbe variare anche nella sua composizione e quindi anche queste disponibilit\u00e0 restano importantissime. L\u2019auspicio \u00e8 che il conflitto termini immediatamente e che queste disponibilit\u00e0 all\u2019accoglienza restino inevase”.<\/p>\n Altro dato significativo, prosegue il direttore della Caritas, “\u00e8 quello delle canoniche che hanno gi\u00e0 messo a disposizione 14 posti<\/strong>, tutti assegnati, come anche le opere segno e le strutture socio-caritative<\/strong> per un totale di 44 posti di cui 37 occupati<\/strong>. Non da ultimo c\u2019\u00e8 il Centro di accoglienza straordinaria (Cas)<\/strong>, gestito dalla societ\u00e0 cooperativa \u201cUnitatis Redintegratio\u201d<\/strong>, che ha riservato ai profughi ucraini 40 posti di cui 24 gi\u00e0 utilizzati<\/strong>. Significativo anche il numero delle tessere<\/strong> attivate ai fratelli e sorelle ucraini per accedere ai servizi dei 4 Empori della Solidariet\u00e0 della Caritas<\/strong>, che attualmente ammontano a 50, permettendo a quasi 170 persone tra adulti e minori di accedere alla spesa gratuita in maniera molto semplice e snella, presentando il documento d’identit\u00e0 e la compilazione di una scheda; un servizio volto ad accompagnare i profughi in un percorso di autonomia, integrazione e dignit\u00e0”.<\/p>\n Non mancano i problemi per quest\u2019accoglienza, perch\u00e9, osserva sempre don Briziarelli, “\u00e8 molto articolata in quanto i profughi, come \u00e8 facile immaginare, vogliono restare uniti tra loro<\/strong>, evitando di dividersi anche per questioni legate alla lingua, all’organizzazione pratica quotidiana, soprattutto nei primi giorni dopo l\u2019arrivo, e ad un profondo senso di appartenenza. Gran parte della nostra opera \u00e8 riservata al loro ascolto e all\u2019orientamento negli adempimenti burocratici in stretta collaborazione con i connazionali referenti. Inoltre siamo in continuo contatto con la comunit\u00e0 ucraina di rito greco-cattolico e con altre, per cercare anche di fare incontrare le professionalit\u00e0 che sono arrivate dall’Ucraina: medici, psicologi, insegnanti\u2026”.<\/p>\n “Soprattutto credo che nei prossimi giorni ci sia la necessit\u00e0 di un supporto psicologico molto pi\u00f9 serio \u2013 sostiene il sacerdote \u2013. \u00c8 importante che gli stessi profughi con questo tipo di professionalit\u00e0 abbiano gi\u00e0 dato la loro disponibilit\u00e0 a collaborare. Questo testimonia che sono molto uniti tra loro, mettendosi a disposizione l’uno dell’altro”. Altro aspetto da evidenziare, che emerge dai colloqui con gli ucraini, racconta il direttore della Caritas, “\u00e8 il profondo desiderio di ritornare in Ucraina al pi\u00f9 presto. Nel periodo della loro permanenza stiamo cercando di accompagnarli in una presa di coscienza che questo tempo sar\u00e0, probabilmente, pi\u00f9 lungo di quello immaginato e questo lo facciamo anche di concerto con le Istituzioni civili preposte in materia. Significativo, al fine di vivere con loro un percorso di integrazione, il fatto che venga rilasciato un permesso di soggiorno che permetta loro anche di poter svolgere un’attivit\u00e0 lavorativa. Al riguardo sono arrivate in Caritas le prime disponibilit\u00e0 di alcune aziende ad assumere i profughi in base alla loro esperienze professionali e competenze”.<\/p>\n Altro aspetto molto bello di questa fase iniziale, racconta sempre don Briziarelli, “\u00e8 il cammino di integrazione per i ragazzi che facevano attivit\u00e0 sportiva in forma agonistica in Ucraina; attivit\u00e0 che potranno svolgere qui da noi. Alcune associazioni sportive del territorio hanno gi\u00e0 dato la loro disponibilit\u00e0 a coinvolgere ragazzi, ragazze e bambini nelle attivit\u00e0 sportive. Questo \u00e8 il metodo Caritas, quello di un accompagnamento che non guarda solo al dare risposta a un bisogno immediato, ma ad avere uno sguardo profetico e di integrazione nel segno di una continuit\u00e0 pi\u00f9 vicina possibile alla vita in Ucraina. Ci incoraggia vedere come nelle comunit\u00e0, dove queste famiglie sono state accolte, si siano create velocemente relazioni di grande collaborazione e scambio tra gli accolti e coloro che li ospitano in tutte le attivit\u00e0 della vita quotidiana. Come sempre i bambini sono i primi ad insegnarci a superare qualsiasi barriera”.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" “Non si arresta nemmeno nella nostra comunit\u00e0 diocesana il flusso degli arrivi di profughi dall\u2019Ucraina devastata dalla guerra, in gran parte mamme e bambini”. \u00c8 quanto evidenzia il direttore della Caritas diocesana di Perugia-Citt\u00e0 della Pieve don Marco Briziarelli nel tracciare un primo \u201cbilancio\u201d dell\u2019attivit\u00e0 di “accoglienza dignitosa della nostra Chiesa locale \u2013 precisa il […]<\/p>\n","protected":false},"author":474,"featured_media":65615,"comment_status":"open","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_acf_changed":false,"footnotes":""},"categories":[517,3991],"tags":[6887,7248,2507,2303],"acf":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/65606"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/474"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=65606"}],"version-history":[{"count":9,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/65606\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":65617,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/65606\/revisions\/65617"}],"wp:featuredmedia":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/media\/65615"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=65606"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=65606"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=65606"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}La rete della solidariet\u00e0<\/h3>\n
L\u2019accoglienza delle famiglie<\/h3>\n
L’accoglienza nelle strutture della diocesi<\/h3>\n
Il desiderio di restare uniti<\/h3>\n
Aspetti incoraggianti<\/h3>\n
Nel segno della continuit\u00e0<\/h3>\n