{"id":65540,"date":"2022-03-12T13:38:57","date_gmt":"2022-03-12T11:38:57","guid":{"rendered":"https:\/\/www.lavoce.it\/?p=65540"},"modified":"2022-03-12T13:38:57","modified_gmt":"2022-03-12T11:38:57","slug":"ucraina-preghiera-pace","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/ucraina-preghiera-pace\/","title":{"rendered":"Crisi Ucraina: Agesci, Fse, Cngei e Masci in preghiera per la pace"},"content":{"rendered":"

“Non \u00e8 giusto. Non \u00e8 giusto che tanti giovani come me muoiano, che tante madri perdano i figli e che tanti figli perdano i padri”. Conclude cos\u00ec la sua commossa testimonianza Carolina, giovane scolta del gruppo Scout d’Europa Fse di Perugia, di origine ucraina, nel corso di una veglia di preghiera, venerd\u00ec 11 marzo, nella chiesa del quartiere di Madonna Alta a Perugia, organizzata dalle associazioni scout Agesci Zona Etruria<\/a>, Scout d\u2019Europa Fse<\/a>, Cngei<\/a> e Masci<\/a> per chiedere la pace nel cuore d’Europa.<\/p>\n

La testimonianza di Carolina<\/h2>\n

Carolina \u00e8 nata in Italia da genitori ucraini che le hanno insegnato l’amore per la sua patria d’origine. “Non \u00e8 giusto” ribadisce in chiusura del suo intervento che ha commesso i tanti scout, e non, presenti. “La mia vita \u00e8 cambiata il 24 febbraio – inizia a raccontare -. Vedendo quanto stava accadendo in Ucraina mi sono sentita impotente. Chiudendo gli occhi, la sera, vedo solo le immagini del mio paese distrutto. I miei parenti sono ancora l\u00ec, si nascondono, hanno paura, e io sento la necessit\u00e0 di fare tutto quanto mi \u00e8 possibile per aiutare. Sono assuefatta all’idea di dover fare qualcosa, non posso fermarmi. Quanti dovranno soffrire prima che il popolo ucraino possa definirsi libero? Slava<\/em>\u00a0Ukra\u00efni!”.<\/p>\n

L’impegno di Caritas Perugia<\/h2>\n

“Tu sei mio fratello, tu sei mia sorella. Il sogno di Dio \u00e8 la fratellanza internazionale – commenta cos\u00ec le letture del giorno don Marco Briziarelli, direttore della Caritas diocesana di Perugia – Citt\u00e0 della Pieve rivolgendosi ai giovani nel corso della veglia. “Non dobbiamo mai chiudere la relazione con chi ci sta accanto perch\u00e9 cos\u00ec si toglie la pace. C’\u00e8 chi in questo momento sta dando il sangue e noi dobbiamo stare in comunione con i nostri fratelli e sorelle ucraini. \u2018Va\u2019 prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono\u2019, ci esorta il vangelo di oggi. Chiama chi ti sta vicino ‘fratello o sorella’. Esci da questa veglia desideroso di amare, chiedi un cuore nuovo, un cuore che ti faccia riconoscere come cristiano\u201d. Parlando dei profughi ucraini in fuga dalla guerra, molti gi\u00e0 arrivati anche in Umbria, il direttore della Caritas ha sottolineato \u201cquesti fratelli devono poterti incontrare e riconoscere che sei disposto a spezzare la tua vita per loro, che sei disposto a donare il sangue. Scommetti su di me ci dice Ges\u00f9”. Esortando tutti a prendersi cura di chi soffre, don Marco Briziarelli ha dato alcuni numeri dell\u2019azione della Caritas nell’ultimo anno: nel 2021 i centri di ascolto diocesani hanno effettuato 71 mila interventi tra aiuti, ascolti e accoglienza. Sono 1.700 le famiglie che si appoggiano agli Empori della Solidariet\u00e0; 28 mila gli euro elargiti come aiuti tra bollette e affitti. Tra tutti i servizi della Caritas di Perugia sono 5 mila le famiglie seguite. \u201cDove siamo noi rispetto a questi numeri?\u201d chiede il direttore ai giovani presenti, sottolineando in particolare i numeri dell\u2019emergenza ucraina in Umbria. “Sono circa 800 gli ucraini arrivati nella nostra regione, dato fornito dalla prefettura, ma si stima che gli arrivi siano molti di pi\u00f9 e molti altri ne arriveranno. Facciamoci prossimi, andiamo verso i poveri, diamo prima che la povert\u00e0 chieda – conclude don Marco -. dobbiamo amare prima che vi venga chiesto di farlo. Dobbiamo essere sale, essere luce e risplendere della luce di Cristo che ci rende liberi di amare. Accogliere, quando? Sempre. Donare, quanto? Tutto\u201d.<\/p>\n

Fermare il massacro del popolo ucraino<\/h2>\n

Un appello accorato a salvare il suo popolo da un ‘massacro’, \u00e8 quello lanciato da don Vasyl Hushuvatyy, cappellano della comunit\u00e0 cattolica ucraina di rito bizantino di Perugia, nel corso della serata. Ringraziando per la vicinanza dimostrata dal mondo scout perugino, che si \u00e8 messo subito a disposizione per aiutare a caricare i tir di aiuti diretti in Ucraina, don Vasyl ha esortato tutti a impegnarsi a chiedere la pace. \u201cIn questa 16esima giornata di guerra la coscienza di noi cristiani ci deve portare a dire \u2018mai pi\u00f9 la guerra\u2019\u201d. Parlando della citt\u00e0 di Mariupol, fondata dalla comunit\u00e0 greca come citt\u00e0 di Maria, ora assediata dai russi, don Vasyl ha sottolineato come \u201csi \u00e8 trasformata in un cimitero. Nei giorni scorsi \u00e8 stato bombardato un ospedale ostetrico, tanti i bambini rimasti uccisi. Dobbiamo dire a tutto il mondo \u2018No\u2019, no alle uccisioni di massa in ucraina. \u00c8 dal tempo del nazismo, da quello di Stalin, che l’Ucraina non vedeva sepolture di massa. Quanti corpi nelle fosse comuni, senza neanche una preghiera, un funerale. A Mariupol, i 450 mila abitanti sono ‘chiusi’ da cinque giorni: nessuno pu\u00f2 entrare e nessuno pu\u00f2 uscire dalla citt\u00e0. Tantissime persone stanno morendo di fame, di freddo, sotto le bombe. Dobbiamo ricordarci di loro – esorta don Vasyl -, parliamo di loro al mondo. Chiediamo di aprire corridoi umanitari, di dare la possibilit\u00e0 a bambini, donne e anziani di uscire dalla citt\u00e0 ma anche la possibilit\u00e0 di mandare aiuti a chi resta. Salvate il cielo sopra l’Ucraina\u201d, chiede il sacerdote rivolgendo poi un appello all\u2019accoglienza dei profughi in fuga: \u201cAlla citt\u00e0 di Perugia, ai perugini, chiedo di non far caso alla lingua, alla chiesa che frequentano, alle abitudini che hanno. Vi chiedo solo di aprire i cuori, accogliere nel nome di Dio. Non abbandonate questi fratelli. \u00c8 una catastrofe umanitaria che possiamo fermare, fermare insieme. Fate conoscere la verit\u00e0 sul genocidio del popolo ucraino – conclude don Vasyl -. Dobbiamo pregare per i morti sepolti senza neanche un funerale. Vogliamo dire insieme \u2018fermate la follia della guerra\u2019\u201d.<\/p>\n