{"id":6502,"date":"2008-03-07T00:00:00","date_gmt":"2008-03-06T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=6502"},"modified":"2015-06-04T15:00:30","modified_gmt":"2015-06-04T13:00:30","slug":"cio-che-fate-a-un-povero-lo-fate-a-gesu","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/cio-che-fate-a-un-povero-lo-fate-a-gesu\/","title":{"rendered":"“Ci\u00f2 che fate a un povero, lo fate a Ges\u00f9”"},"content":{"rendered":"

Tra i riti di beatificazione o canonizzazione presieduti da Giovanni Paolo II, ai quali ho partecipato anch’io, ho avuto la percezione che quelle che lo hanno commosso di pi\u00f9 siano state le canonizzazioni di Pio da Pietrelcina e di Massimiliano Kolbe e la beatificazione di Madre Teresa di Calcutta, della quale, recentemente, sono stati dati alle stampe alcuni dei suoi scritti pi\u00f9 intimi, raccolti in Madre Teresa: una vita straordinaria di Kathryn Spink (Piemme) e Madre Teresa: sii la mia luce di Brian Kolodiejchuk (Rizzoli). Madre Teresa aveva espresso il desiderio di non essere portata a morire in una clinica privata, come di solito fanno i ricchi. Voleva morire a Calcutta, e non diversamente da come muoiono i pi\u00f9 poveri dei poveri. \u00c8 facile innamorarsi di Madre Teresa, anche solo leggendo alcune pagine circa la sua esistenza e il suo servizio per i poveri. Forse non tutti sanno che le suore Missionarie della Carit\u00e0 – tale \u00e8 il nome dato da Madre Teresa alla congregazione – ai voti di obbedienza, povert\u00e0 e castit\u00e0, comuni a tutti i religiosi, aggiungono il voto di ‘servire i pi\u00f9 poveri dei poveri’. Per avere una pallida idea del valore e delle difficolt\u00e0 di praticare questo quarto voto, bisognerebbe soggiornare anche solo per un giorno negli slums o periferie di Calcutta! Nei miei dodici anni di vita missionaria in India, i miei incontri con Madre Teresa sono stati molti. Come vicario generale e vicario capitolare dell’immensa diocesi di Lucknow, con una popolazione di 25 milioni di abitanti, ho avuto il privilegio di essere vicino a lei nell’apertura e conduzione di un ‘centro residenziale’ per poliomelitici e di un ‘villaggio’ per lebbrosi. La forza nell’affrontare e superare difficolt\u00e0 di ogni genere le proveniva dalla ininterrotta preghiera, che iniziava comunitariamente con le sue suore ogni mattina alle quattro, inginocchiate ‘all’indiana’ per terra (non hanno mai usato panche o sedie). Poi si recavano ogni giorno negli slums o bassifondi della citt\u00e0 per visitare, confortare e condividere le sofferenze con i pi\u00f9 derelitti e reietti dalla societ\u00e0 indiana. Non a molti \u00e8 noto che, per l’affetto e l’ammirazione che nutriva per Madre Teresa, Giovanni Paolo II volle che in Vaticano ella aprisse una casa di accoglienza per i tantissimi poveri che esistono anche a Roma, per offrire loro un pasto, una doccia, trascorrere qualche ora in serenit\u00e0, ecc. Questa casa \u00e8 all’angolo tra largo Porta Cavalleggeri e via del Sant’Uffizio, dove c’\u00e8 un portoncino che si fa fatica a distinguere dai portoni adiacenti. Ha una targa di marmo dal nome curioso: ‘Casa dono di Maria’. All’inizio alcuni si dimostrarono molto meravigliati, se non addirittura scandalizzati, per l’invasione nella Citt\u00e0 del Vaticano di poveracci, ubriaconi e perfino donne di strada. Madre Teresa, con semplicit\u00e0 angelica, smont\u00f2 i diversi pregiudizi, perfino di cardinali, con questo semplice ragionamento: ‘Se in una notte gelida e piovosa Ges\u00f9 bussasse alla porta dell’appartamento del Papa con timore e tremore e dall’altra parte si sentisse dire: Chi \u00e8?, e la risposta fosse: Sono Ges\u00f9!, il Papa, pieno di confusione, di incredulit\u00e0, ma anche di gioia, esclamerebbe: Ges\u00f9, io sono solo il tuo vicario, questa \u00e8 tutta casa tua! Non solo, ma farebbe suonare dalla gioia le campane di San Pietro, accenderebbe tutte le luci del Vaticano, gridando a tutti: Ges\u00f9 ci ha fatto visita!’. Madre Teresa, dicendo questo, voleva puntualizzare che ‘tutto ci\u00f2 che \u00e8 fatto ad ogni povero, sia materiale che spirituale, \u00e8 fatto a Cristo stesso e quindi era pi\u00f9 che logico che anche in Vaticano vi fosse un luogo di accoglienza’. Madre Teresa esortava spesso le sue suore dicendo: ‘Noi saziamo la sete di Ges\u00f9 adorandolo nel sacramento dell’eucaristia, nell’incontro personale con Lui, faccia a faccia. Rinnovate il vostro zelo per saziare la sua sete sotto le specie del pane e nelle sembianze dolorose dei pi\u00f9 poveri dei poveri. Non dividete mai queste parole di Ges\u00f9: Ho sete, e: Voi l’avete fatto a me’. E ripeteva spesso: ‘Non sono del parere che bisogna fare grandi cose. A noi ci\u00f2 che importa \u00e8 la persona. Per amare una persona dobbiamo entrare in contatto con lei. Se no, corriamo il rischio che la persona diventi per noi un numero, e ci perderemmo nei numeri, e non saremmo in grado di dimostrare che cosa significa amare e rispettare la persona. Io penso ad ogni persona singolarmente. Ogni persona per me \u00e8 Cristo, e Cristo \u00e8 uno solo, c’\u00e8 una sola persona nel mondo per me in quel momento’.Una volta le portarono a casa sua, a Calcutta, una donna in condizioni molto ripugnanti: un corpo disfatto a causa della lebbra. La donna rifiutava ogni espressione di affetto, ma Madre Teresa la curava con grande tenerezza. Alla fine la donna esclam\u00f2: ‘Sorella, tu sei diversa da tutte le altre persone che ho incontrato: perch\u00e9 fai questo?’. E la Madre rispose: ‘Lo faccio per amore’. La donna rest\u00f2 sorpresa da questa logica che non conosceva, e chiese: ‘Chi te lo ha insegnato?’. Allora Madre Teresa rivel\u00f2 il segreto della sua vita e disse: ‘Me lo ha insegnato il mio Dio’. E la donna, piangendo, soggiunse: ‘Fa conoscere anche a me il tuo Dio!’. \u00c8 la provocazione gi\u00e0 insegnata da Ges\u00f9 agli apostoli: ‘Dalle vostre opere riconosceranno che siete miei discepoli’.Madre Teresa nei suoi discorsi, sempre brevi, era di una schiettezza e di un coraggio incredibili. Come quando disse ai rappresentanti dell’Onu: ‘Fino a quando si permetter\u00e0 o si incentiver\u00e0 la pratica dell’aborto come un diritto della donna, allora non meravigliamoci pi\u00f9 di nessuna guerra’! <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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