{"id":6469,"date":"2008-02-22T00:00:00","date_gmt":"2008-02-21T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=6469"},"modified":"2015-07-20T15:51:14","modified_gmt":"2015-07-20T13:51:14","slug":"mafia-legambiente-la-denunciava-da-tempo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/mafia-legambiente-la-denunciava-da-tempo\/","title":{"rendered":"Mafia: Legambiente la denunciava da tempo"},"content":{"rendered":"

L’immagine dell’Umbria \u00e8 messa in discussione dalle infiltrazioni criminali (camorra e ‘ndrangheta) scoperte dall’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Perugia, che ha portato all’arresto di oltre 50 persone tra Calabria ed Umbria. L’obiettivo delle cosche era quello di impadronirsi di aziende ‘pulite’ con le quali espandere le proprie attivit\u00e0, anche attraverso varie complicit\u00e0. A quanto risulta, la scelta dell’Umbria per programmare e gestire le attivit\u00e0 criminali, anche in altre regioni, \u00e8 stata dettata dalla possibilit\u00e0 di agire con pi\u00f9 ‘tranquillit\u00e0’ rispetto a quelle meridionali. I personaggi di spicco arrestati, a partire dall’assessore al Turismo della Regione Calabria, Pasquale Tripodi, sono per lo pi\u00f9 calabresi. Solo qualche fiancheggiatore \u00e8 umbro. \u00c8 per\u00f2 il contesto a preoccupare. Quando si scoprono ramificazioni cos\u00ec complesse, vuol dire che il tessuto socio-economico del territorio si \u00e8 indebolito. In passato se ne \u00e8 parlato in un convegno, ma l’attenzione \u00e8 rapidamente calata. \u00c8 probabile che dall’analisi dei documenti sequestrati possa scaturire qualche novit\u00e0 sul coinvolgimento di personaggi legati all’imprenditoria operanti in Umbria. Sulla vicenda \u00e8 intervenuta la sezione regionale di Legambiente. ‘Negli ultimi giorni \u00e8 un susseguirsi di informazioni sempre pi\u00f9 allarmanti: una risposta a chi si ostinava a chiudere gli occhi e continuava a parlare di un’isola felice che non c’\u00e8 – sostiene l’associazione ‘ e le rappresentanze istituzionali e tutte le forze titolate al controllo del sistema sociale regionale sembrano accorgersi solo adesso del fenomeno’. Nella nota si ricorda che Legambiente ‘da anni pubblica il rapporto sulle ecomafie, in cui si ripeteva e si ripete che la nostra regione, a dispetto della convinzione di molti, non \u00e8 immune da infiltrazioni di eco-criminalit\u00e0 organizzata. Sono stati cos\u00ec individuati due settori pi\u00f9 permeabili e gi\u00e0 permeati: il traffico dei rifiuti e il ciclo del cemento’. A questo proposito si ricorda l’arresto del legale rappresentante di una societ\u00e0 di Trevi che si occupa della gestione dei rifiuti. Fu il primo arresto che evidenziava l’organizzazione per il traffico illecito dei rifiuti. Legambiente ritiene che i reati, riconducibili al ciclo del cemento, ‘sembrano coincidere invece con i lavori di ricostruzione avviati dopo il sisma del 1997. Allora tornarono in attivit\u00e0, dopo anni di blocco, cave terrestri e fluviali con un parallelo aumento del ritiro di concessioni di nuove autorizzazioni. La situazione dei fiumi si fece allarmante perch\u00e9 furono oggetto di un vero e proprio assalto dietro la giustificazione di ‘opere di manutenzione idraulica’, che mascheravano vere e proprie attivit\u00e0 di cava in alveo. Da allora prolificano in modo impressionante le cementificazioni, molte delle quali sottintendono con ogni probabilit\u00e0 intenti riciclatori di denaro sporco. Un fenomeno che ormai colpisce tutto il territorio regionale, dalle pi\u00f9 grandi citt\u00e0 ai pi\u00f9 piccoli agglomerati urbani, attraverso l’interessamento di grandi e piccoli cosiddetti ‘immobiliaristi”. La situazione regionale forse non sar\u00e0 cos\u00ec compromessa, ma ‘Umbria, isola felice’ sembra solo uno spot. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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