{"id":6467,"date":"2008-02-22T00:00:00","date_gmt":"2008-02-22T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=6467"},"modified":"2008-02-22T00:00:00","modified_gmt":"2008-02-22T00:00:00","slug":"false-accuse-di-insensibilita","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/false-accuse-di-insensibilita\/","title":{"rendered":"False accuse di insensibilit\u00e0"},"content":{"rendered":"
Nel clamore delle polemiche sull’aborto – scrive Claudio Magris sul Corriere della Sera del 19 febbraio – c’\u00e8 un grande dimenticato, Norberto Bobbio’, di cui ricorda un’intervista rilasciata alla vigilia del referendum sull’aborto dell’8 maggio 1981. Bobbio, morto nel 2004 a 94 anni, non era credente n\u00e9, peraltro, ateo dichiarato. Era un cercatore della verit\u00e0, che non riusc\u00ec a riconoscere nella rivelazione cristiana. Per coerenza e per rispetto, rifiut\u00f2 i funerali religiosi. Lo citiamo non come un esempio di fede, quindi, ma di un atteggiamento che riteniamo onesto e sincero nei confronti della verit\u00e0, e per ribadire la possibilit\u00e0 di confrontarsi in modo civile, rispettosi gli uni degli altri, tra credenti e non, aperti al dialogo considerato stile e frontiera di umana convivenza. Nella discussione sulla 194, e in generale sulle questioni che riguardano la vita, c’\u00e8 un’agitazione che scuote i Consigli comunali, le sedi dei partiti, le tribune elettorali. Un po’ di moderazione di toni sarebbe necessaria, tenendo conto di dati concreti e di risultati tratti dalle osservazioni scientifiche. Sappiamo tutti che l’approfondimento delle conoscenze sull’origine e i meccanismi della vita nascente sono talmente progrediti che implicano un rispetto ancora maggiore di quello che potevano avere le generazioni passate, fornite di conoscenze meno certe e precise.Bobbio, il filosofo maestro di diritto e di laicit\u00e0, come lo definisce Magris, autore di opere fondamentali che tutti gli studiosi di filosofia e di diritto hanno nelle loro librerie, in quell’intervista rilasciata a Giulio Nascimbeni per il Corriere della Sera diceva: ‘Vorrei chiedere quale sorpresa ci pu\u00f2 essere nel fatto che un laico consideri come valido in senso assoluto, come un imperativo categorico, il ‘non uccidere’. E mi stupisco a mia volta che i laici lascino ai credenti il privilegio e l’onore di affermare che non si deve uccidere’. Aggiunge inoltre che il problema dell’aborto \u00e8 ‘molto difficile, \u00e8 il classico problema nel quale ci si trova di fronte a un conflitto di diritti e di doveri’ e ribadiva con chiarezza ‘il diritto fondamentale del concepito, quel diritto di nascita sul quale, secondo me, non si pu\u00f2 transigere. \u00c8 lo stesso diritto in nome del quale sono contrario alla pena di morte. Si pu\u00f2 parlare di depenalizzazione dell’aborto, ma non si pu\u00f2 essere moralmente indifferenti di fronte all’aborto’. Questo modo di ragionare di un non credente \u00e8 molto lontano dalle rampogne della Bonino e dei radicali, che se la prendono con chi \u00e8 contrario all’aborto perch\u00e9 accuserebbe le donne di essere ‘assassine’ e farebbe ripiombare nella cupa clandestinit\u00e0 le pratiche abortive. Non \u00e8 cos\u00ec che i cattolici hanno impostato la loro difesa della vita. Si \u00e8 detto da sempre: aiutiamo le donne in difficolt\u00e0 perch\u00e9 non siano psicologicamente ‘costrette’ ad abortire, non lasciamole sole di fronte all’impegno di accogliere una vita umana, la societ\u00e0 non dia solo il permeso di eliminare una vita in maniera igienica, ma aiuti la donna a sostenerne lo sviluppo. Ci basti, pertanto, dire che essere accusati di insensibilit\u00e0, di non avere comprensione e piet\u00e0 per situazioni di sofferenza e disagio perch\u00e9 si difende il diritto alla vita contro il diritto alla soppressione di una vita, non ha un fondamento oggettivo n\u00e9 ragionevole. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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