{"id":6455,"date":"2008-02-15T00:00:00","date_gmt":"2008-02-15T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=6455"},"modified":"2015-06-19T10:44:03","modified_gmt":"2015-06-19T08:44:03","slug":"quella-luce-che-trasfigura-il-credente","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/quella-luce-che-trasfigura-il-credente\/","title":{"rendered":"Quella luce che trasfigura il credente"},"content":{"rendered":"

\u201cLa nostra cittadinanza \u00e8 nei cieli e di l\u00e0 aspettiamo come salvatore il Signore nostro Ges\u00f9 Cristo, il quale trasfigurer\u00e0 il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso\u201d (Fil<\/em> 3,21). Il racconto di Matteo di oggi sembra tener presente la luce della vita divina accesa in ogni cristiano col battesimo, e che aspetta di essere rivelata nella risurrezione finale. Ges\u00f9 come vero uomo era Figlio di Dio, ma la sua realt\u00e0 divina rimase velata nel suo corpo di carne e solo sul Tabor riusc\u00ec a filtrare e ad esplodere davanti agli occhi attoniti dei tre discepoli privilegiati. Ognuno di noi si porta dentro questa luce divina nascosta nella carne di peccato, una luce che un giorno filtrer\u00e0 dal nostro corpo trasfigurato dalla visione di Dio. \u201cGuardate quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente.<\/p>\n

Noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ci\u00f2 che saremo non si \u00e8 ancora rivelato. Sappiamo per\u00f2 che quando egli si sar\u00e0 manifestato, noi saremo simili a lui, perch\u00e9 lo vedremo cos\u00ec come egli \u00e8\u201d (1 Gv<\/em> 3,1-2). Bisognava insegnare ai catecumeni questa meravigliosa verit\u00e0 che li incoraggiava nel cammino verso il battesimo. Presto sarebbero stati abitati da quel mistero di luce che brill\u00f2 sul volto di Cristo. Il lato oscuro della loro esistenza carnale sarebbe diventato il pi\u00f9 luminoso della loro esistenza. Perci\u00f2 l’episodio della Trasfigurazione era letto in questa seconda domenica di Quaresima. Ges\u00f9 ha voluto anticipare a met\u00e0 del suo ministero la luce divina che a Pasqua trasfigur\u00f2 la sua carne in corpo glorioso. Lo ha fatto per convincere i suoi seguaci che era veramente quel Figlio del Dio vivente che Pietro aveva confessato, quasi inconsapevolmente, poco prima a Cesarea di Filippo (Mt<\/em> 16,16). Ma lo ha fatto soprattutto per rassicurare Pietro e gli apostoli, spaventati e scandalizzati del suo primo annuncio di passione, di morte e di resurrezione (Mt<\/em> 16,21-23).<\/p>\n

Nessuno poteva spegnere mai la luce divina che abitava Ges\u00f9 in cammino verso la Pasqua. L’episodio \u00e8 inquadrato da due coordinate: quella cronologica e quella topografica. \u00c8 situato sei giorni dopo la confessione di Pietro a Cesarea, dunque nel settimo giorno (lo Shabath<\/em>), un tempo divenuto sacro per gli ebrei perch\u00e9 dedicato alla contemplazione e all’ascolto di Dio. L’indicazione contiene anche un riferimento discreto alla teofania del Sinai, quando Mos\u00e8 prese con s\u00e9 Aronne, Nadab e Abiu e sal\u00ec sul monte, dove Dio gli si rivel\u00f2 solo nel settimo giorno in tutta la sua gloria (Es 24,9-16). Il riferimento al Sinai, monte della rivelazione, \u00e8 rafforzato dalla presenza sul Tabor dei due grandi abitatori della sacra montagna, Mos\u00e8 ed Elia.<\/p>\n

Il monte \u00e8 sempre legato, in Matteo, ad una particolare rivelazione di Ges\u00f9: c’\u00e8 il monte delle tentazioni che segna la vittoria di Ges\u00f9 su Satana (4,8), c’\u00e8 il monte delle beatitudini dove viene rivelata la nuova legge evangelica (5,1), c’\u00e8 l’alto monte dove Ges\u00f9 si trasfigura (17,1), c’\u00e8 il monte della Galilea dove il Cristo risorto si rivela ai discepoli e li invia nel mondo ad ammaestrare le genti (28,16). Per vedere e ascoltare Dio bisogna salire in alto e sottrarsi al fastidioso inquinamento luminoso e chiassoso della valle. La narrazione procede descrivendoci due eventi straordinari: uno legato alla vista, l’altro legato all’udito.<\/p>\n

L’evento visibile riguarda la trasfigurazione luminosa di Ges\u00f9: \u201cIl suo volto brill\u00f2 come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce\u201d (v. 2). Qui tutto \u00e8 luce, perch\u00e9 \u201cDio \u00e8 luce e in lui non ci sono tenebre\u201d (1 Gv<\/em> 1,5). Tutto il corpo di Cristo \u00e8 un incendio di luce che filtra anche attraverso le sue vesti. Il linguaggio umano non ha altre categorie per descrivere Dio. Quel globo di luce che apparve sul Tabor era l’anticipazione della glorificazione del Figlio di Dio realizzata nella sua resurrezione, quando egli \u00e8 entrato con il suo corpo nella gloria del Padre. \u00c8 anche garanzia della nostra condizione finale, quando \u201ci giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro\u201d (Mt<\/em> 13,43).<\/p>\n

Gli antichi Padri descrivevano la condizione dei credenti e della Chiesa come misterium lunae<\/em> (mistero della luna), piuttosto che come misterium solis<\/em> (mistero del sole), in quanto dicevano che il credente e la Chiesa non brillano di luce propria, ma di luce riflessa come quella della luna che riflette la luce del sole, che nel nostro caso \u00e8 Ges\u00f9. Noi siamo figli nel Figlio e sul nostro volto risplende la luce riflessa del Figlio primogenito, fatti a sua immagine e somiglianza. Accanto al Cristo luminoso appaiono Mos\u00e8 e Elia a conversare con lui. Il contenuto di quella conversazione ci viene rivelato da Luca: \u201cParlavano del suo esodo che stava per compiersi a Gerusalemme\u201d (Lc<\/em> 9,31). I due personaggi rappresentano la Legge e i Profeti, cio\u00e8 le Scritture che hanno rivelato a Cristo uomo la vera strada da seguire per salvare gli uomini: il servizio umile fino alla morte e alla risurrezione. Fu la scelta fatta a conclusione delle tentazioni. Confuso e frastornato, Pietro propone a Ges\u00f9 di costruire tre tende sul monte per prolungare nel tempo quella visione straordinaria e poterla contemplare a lungo. Proposta inaccettabile, perch\u00e9 le apparizioni di Dio sono rapide e improrogabili.<\/p>\n

Nessuno pu\u00f2 comandare a Dio di fermarsi. Lo sapevano bene Mos\u00e8 e Elia, che sul Sinai videro solo Dio \u201cpassare\u201d accanto a loro come di sfuggita (Es<\/em> 33,22; 1 Re<\/em> 19,11). Nell’esperienza interiore di Dio, bisogna saper cogliere il momento e tornare subito al quotidiano. Dopo la visione rapida scese sul Tabor una nube luminosa che avvolse tutti. Nella Bibbia, la nube \u00e8 sempre simbolo della presenza di Dio invisibile e inarrestabile. Qui Dio accoglie come in un grande abbraccio tutti protagonisti della scena. Allora il Dio invisibile \u201cparla\u201d come un padre che conversa con i figli. Il Dio invisibile della nube \u00e8 il Dio che parla, il Dio della Parola; non mostra il suo volto, ma fa udire la sua voce. Quella voce si \u00e8 incarnata in Ges\u00f9, divenuto \u201cParola di Dio\u201d da ascoltare.<\/p>\n

Perci\u00f2 Dio nella nube dice: \u201cQuesti \u00e8 i mio Figlio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo!\u201d L’invito \u00e8 per Pietro e i suoi compagni che rifiutavano di ascoltare il Figlio che parlava della sua passione, morte e resurrezione, una prospettiva ostica per loro. Ma quell’invito arriva a tutti noi oggi e sempre: \u201cBeati coloro che ascoltano la parola di Dio\u201d (Lc<\/em> 11,28). La reazione dei discepoli fu di paura che pieg\u00f2 loro le gambe, ma subito la mano fraterna di Cristo li rassicur\u00f2: \u201cAlzatevi, non abbiate paura\u201d. Ges\u00f9 non abbandona mai chi sale con lui sul monte per ascoltare Dio. A noi che lo seguiamo portando la sua immagine e la sua parola scolpite nel cuore, dice: \u201cIo sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo\u201d\u00a0(Mt<\/em> 28,20).<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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