{"id":6415,"date":"2008-02-01T00:00:00","date_gmt":"2008-02-01T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=6415"},"modified":"2008-02-01T00:00:00","modified_gmt":"2008-02-01T00:00:00","slug":"educazione-alla-pace-e-al-dialogo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/educazione-alla-pace-e-al-dialogo\/","title":{"rendered":"Educazione alla pace e al dialogo"},"content":{"rendered":"

Le migliaia di persone e i molti bambini presenti in piazza San Pietro domenica 27 gennaio per il tradizionale appuntamento dell’Angelus, hanno visto, non senza sorpresa, affacciarsi alla finestra del Papa, la finestra pi\u00f9 famosa del mondo, una ragazza, Federica, 12 anni, e poi un ragazzo, Andrea, della stessa et\u00e0. Sono l\u00ec per leggere un messaggio a conclusione del mese della pace che l’Acr ha svolto in gennaio. La ragazza inizia: ‘Caro Papa’, con confidenza e senza emozioni, e presenta l’impegno di aiutare i ragazzi di due Paesi africani, il Malawi e la Sierra Leone, costruendo una scuola in ognuno dei due. Terminato il messaggio, Benedetto XVI libera in volo due colombe bianche: ‘Questa volta \u00e8 andata bene, qualche volta ritornano’, ha detto sorridendo. L’educazione alla pace funziona e prende sempre pi\u00f9 corpo e questo \u00e8 il frutto di una stagione in cui si \u00e8 riscoperto l’ ‘altro’ non pi\u00f9 come nemico, ma come fratello, ed \u00e8 iniziata nella coscienza di tanti in ogni parte del mondo la cultura dell’incontro, del dialogo e della vicendevole comprensione. Questa cultura ha prodotto gi\u00e0 i suoi santi e i suoi martiri, che hanno i nomi dei sette monaci trappisti in Algeria, di don Andrea Santoro in Iraq, di Annalena Tonelli in Somalia e altri innominati. Oggi nelle nostre parrocchie, nelle associazioni e movimenti non troviamo un ragazzo o una ragazza che non nutra sentimenti di pace. Il clima che si \u00e8 venuto a determinare nella Chiesa su questo versante, a livello di consapevolezza soprattutto nei bambini e nei giovani, \u00e8 un traguardo importante dello sviluppo della societ\u00e0 e un valore da consolidare. A questo traguardo hanno contribuito molto i Pontefici nell’insegnamento da essi impartito senza sosta ancor prima del Concilio Vaticano II e ancor prima delle due Guerre mondiali del secolo scorso. Valga per tutti l’esempio di Giovanni Paolo II, che si \u00e8 dedicato con tutte le energie a contrastare la guerra contro l’Iraq di Saddam Hussein. Benedetto XVI ha risposto al messaggio dei ragazzi di Azione cattolica, esortandoli: ‘Continuate sulla strada che Ges\u00f9 ci ha indicato per costruire la vera pace’. Ed ha richiamato poi la lettera che ha scritto per la diocesi e citt\u00e0 di Roma sul ‘compito urgente dell’educazione’, firmata il 21 gennaio, annunciando un appuntamento speciale per il 23 febbraio in Vaticano per tutti tutti coloro che siano coinvolti nella grande sfida educativa: educatori e fanciulli, adolescenti e giovani. Pace ed educazione sono due dei punti che il Papa ha toccato nel suo discorso all’Angelus. Prima ancora aveva trattato il tema della ‘buona novella’. Il termine, ‘vangelo’, ai tempi di Ges\u00f9 era utilizzato dagli imperatori romani per i loro proclami: indipendentemente dal contenuto, questi proclami erano definiti annunci di salvezza perch\u00e9 l’imperatore era considerato come il signore del mondo. Che cosa ha significato allora – si \u00e8 domandato il Papa – applicare questa parola alla predicazione di Ges\u00f9? Vuol dire: ‘Dio, non l’imperatore, \u00e8 il Signore del mondo, e il vero Vangelo \u00e8 quello di Ges\u00f9 Cristo. La buona notizia che Ges\u00f9 proclama si riassume in queste parole: Il regno di Dio – o regno dei cieli – \u00e8 vicino’. Un messaggio quanto mai attuale. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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