{"id":6398,"date":"2008-01-25T00:00:00","date_gmt":"2008-01-25T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=6398"},"modified":"2008-01-25T00:00:00","modified_gmt":"2008-01-25T00:00:00","slug":"il-migliore-specchio-dellitalia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/il-migliore-specchio-dellitalia\/","title":{"rendered":"Il migliore specchio dell’Italia"},"content":{"rendered":"
Sembrava un miracolo, la mattina del 23 gennaio scorso, vedere deputati e senatori riuniti in seduta comune per la celebrazione del 60’della Costituzione italiana, quando il Presidente della repubblica Napolitano ha parlato nell’aula di Montecitorio. C’erano tutti, senatori e deputati, nei loro scranni tranquilli e solenni in tutti i settori dell’emiciclo della Camera. Le parole del Capo dello Stato avevano il tono solenne dell’orgoglio nazionale proprio di chi sa di rappresentare un’Italia che pu\u00f2 vantare una Costituzione specchio di un cos\u00ec elevato livello di civilt\u00e0 in cui tutti si possono riconoscere. Il Presidente ha condiviso l’idea di molti secondo cui vi sono parti della Costituzione che possono e debbono essere riformate. Ma ci\u00f2 deve essere fatto insieme da tutte le componenti dello schieramento politico, con lo stesso stile con cui la Costituzione si \u00e8 formata, quello cio\u00e8 del dialogo e della collaborazione tra le parti. Napolitano ha rievocato questo modo di operare che ha consentito di rendere la Costituzione italiana un ‘patrimonio condiviso’, invitando i parlamentari a fare altrettanto anche oggi nella riforma delle istituzioni. Ed ha aggiunto: ‘Conoscendo i motivi di inquietudine e sfiducia che serpeggiano tra i cittadini \u00e8 confortante poter guardare tutti, senza spirito di parte, a un grande quadro di riferimento unitario che \u00e8 quello che l’Italia si diede con la Costituzione del 1948’. C ‘\u00e8 anche da notare che le parti avverse si sono dimostrate d’accordo nella valutazione positiva del discorso del Capo dello Stato ed oltre a ci\u00f2, prima dell’inizio della seduta, Prodi e Berlusconi, incontrandosi in aula, a quanto riferito dai giornali, si sono scambiati una stretta di mano. Questo al mattino. Nel pomeriggio il quadro cambia e nella dichiarazione di voto i singoli parlamentari hanno ripreso la slancio dialettico e si sono scagliati l’uno contro l’altro con l’accompagnamento di clamori e vivaci manifestazioni di assenso – dissenso. \u00c8 forse naturale, ma in questi giorni, soprattutto nelle trasmissioni politiche delle varie reti televisive, si \u00e8 data dell’Italia una descrizione di divisione, conflittualit\u00e0 e frammentazione che il card. Bagnasco, presidente della Cei, ha caratterizzato con l’immagine ‘coriandoli’ usata nel rapporto Censis: un Paese formato da tanti frammenti ognuno dei quali va per conto suo non si sa bene dove. O meglio, se si segue la direzione del vento popolare, questi frammenti vanno nel senso della delusione e dell’avvilimento, come \u00e8 stato notato da giornalisti stranieri. Il discorso di Napolitano pu\u00f2 aiutare, nel ricordo di un passato nel quale gli eletti dal popolo sono stati capaci di tirar fuori l’Italia dal disastro economico e morale causato dalla guerra, ma non \u00e8 sufficiente per delineare il futuro. Mentre scriviamo non si vede cosa sta per accadere: quale governo, elezioni, riforme? Nella confusione di questi giorni alcuni partiti se la prendono anche con la Chiesa. Non hanno capito che la Chiesa aiuta, d\u00e0 una mano, in tanti modi. Vorrebbe pure stimolare i cristiani laici ad essere pi\u00f9 attivi, responsabili e coerenti nel servire il bene comune, lasciando da parte i propri interessi. Succede invece che le parole dei vescovi siano utilizzate dagli uni contro gli altri, tanto da far balenare la tentazione (o ispirazione) di un sofferto silenzio per non essere strumentalizzati da nessuno. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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