{"id":6386,"date":"2008-01-18T00:00:00","date_gmt":"2008-01-17T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=6386"},"modified":"2015-07-24T11:14:28","modified_gmt":"2015-07-24T09:14:28","slug":"ecco-lagnello-di-dio-2","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/ecco-lagnello-di-dio-2\/","title":{"rendered":"Ecco l’agnello di Dio"},"content":{"rendered":"
Il Vangelo di oggi \u00e8 in stretta continuit\u00e0 con quello di domenica scorsa. Solo che alla presentazione del Figlio da parte del Padre si sostituisce qui la presentazione da parte di Giovanni Battista. Ancora una volta sentiamo risuonare la voce del Precursore sulle rive del Giordano, questa volta a commento delle parole dette da Dio stesso dopo il battesimo di Ges\u00f9. Scopriamo cos\u00ec l’origine della formula liturgica che sentiamo proclamare dal sacerdote poco prima della comunione in ogni messa. Per l’evangelista Giovanni, il Battista \u00e8 il primo testimone del Verbo di Dio fatto carne. Troviamo questo suo compito intrecciato con quello del Verbo addirittura nel prologo del quarto Vangelo. \u00c8 un testimone umile, disinteressato, coraggioso, entusiasta, come dovrebbe essere ogni cristiano.<\/p>\n
La sua professione pubblica di fede \u00e8 posta all’inizio del cammino liturgico per dire a tutti noi che non basta credere nel cuore e pregare in forma privata: \u00e8 necessario testimoniare coraggiosamente la propria fede con la parola e la vita, in un mondo che ha rifiutato Ges\u00f9 o lo ha ridotto a uno dei tanti capi religiosi apparsi nella storia; in un mondo che ha ridotto al religione ad un semplice fatto privato senza incidenza sociale. \u00c8 tempo di gridare forte la propria fede, senza fanatismi, con umilt\u00e0, ma anche con coraggio. Guai a chi si vergogna di Ges\u00f9 (Mt<\/em> 10,33). L’indicazione temporale \u201cil giorno dopo\u201d si riferisce al battesimo di Cristo, che per\u00f2 Giovanni non descrive e che ci \u00e8 stato invece raccontato da Matteo domenica scorsa. L’evangelista sembra contare sette giorni prima di raccontarci le nozze di Cana, che \u00e8 cos\u00ec il miracolo del sesto giorno della settimana, quello in cui Dio cre\u00f2 l’uomo e la donna (Gn<\/em> 1,26-31).<\/p>\n \u00c8 il giorno del primo segno della nuova creazione, compiuto a Cana con il dono del vino nuovo donato ad un coppia di sposi. Il Verbo di Dio, che aveva creato il mondo (Gv<\/em> 1,2-3), ricomincia dalla coppia umana, uomo e donna, come nella prima creazione. Matteo, nel racconto del battesimo, ci faceva capire che il Battista conosceva Ges\u00f9 gi\u00e0 prima che venisse da lui al Giordano; infatti voleva negargli il battesimo perch\u00e9 non lo riteneva adatto ad uno pi\u00f9 grande di lui, esistente prima di lui, capace di battezzare con lo Spirito (Mt<\/em> 3,14). Oggi Giovanni l’evangelista ci informa che il profeta precursore sapeva per rivelazione molto di pi\u00f9 sulla persona e il destino di Ges\u00f9 che veniva verso di lui. Naturalmente le sue affermazioni rispecchiano la fede esplicita dei primi cristiani, che aveva interpretato e arricchito la testimonianza del Battista.<\/p>\n Questa visione cristiana dei tempi apostolici appare gi\u00e0 nel prologo del quarto Vangelo, dove ci viene detto: \u201cVenne un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce\u201d Giovanni gli d\u00e0 questa testimonianza e proclama: \u201cEcco l’uomo del quale ho detto: Quello che verr\u00e0 dopo di me \u00e8 avanti a me, perch\u00e9 era prima di me\u201d (Gv<\/em> 1,6-7.15). Egli pu\u00f2 dunque tracciare un ritratto di Cristo al centro della fede cristiana. Nel brano di oggi, il Battista indica con il dito Ges\u00f9 definendolo \u201cl’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo\u201d. Che cosa intendeva dire con l’immagine dell’agnello? Nella tradizione giudaica del tempo si parlava di un agnello vittorioso che avrebbe distrutto, negli ultimi tempi, il male del mondo. La sua mansuetudine contrastava con la violenta cattiveria degli uomini, eppure alla fine ne usciva vincitrice.<\/p>\n Quella tradizione ha ispirato certamente la figura dell’agnello come appare nell’Apocalisse: un agnello vivo, che porta i segni della sua immolazione, assiso in trono con Dio; tiene in mano il libro del piano salvifico di Dio, chiuso da sette sigilli perch\u00e9 misterioso (Ap<\/em> 5,6 ss). L’agnello di Dio \u00e8 il rivelatore unico e autorizzato dei segreti di Dio. Per molti Padri orientali, la figura dell’agnello \u00e8 ricavata dalla profezia di Isaia che presenta il Servo del Signore come un agnello mansueto davanti ai suoi carnefici: \u201cMaltrattato, si lasci\u00f2 umiliare; era come agnello condotto al macello, come pecora muta davanti ai suoi tosatori\u201d (Is<\/em> 53,7). \u00c8 il brano profetico spiegato in senso cristologico dal diacono Filippo al ministro etiope della regina Candace sulla via di Gaza (At<\/em> 8,29-35).<\/p>\n Quel Servo-Agnello \u201c\u00e8 stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquit\u00e0, per le sue piaghe siamo stati salvati, il Signore fece ricadere su di lui l’iniquit\u00e0 di tutti noi\u201d (Is<\/em> 53,5-6). \u00c8 detto che \u201cegli porta\u201d\u00a0i nostri peccati, li prende su di s\u00e9 per espiarli e cancellarli. \u00c8 stato osservato che il verbo usato qui \u00e8 ph\u00e9rein<\/em> (portare) e non a\u00ecrein<\/em> (togliere) come in Giovanni. Ma ambedue i verbi traducono lo stesso originale ebraico nas\u00e2<\/em>, che significa sia prendere che togliere. C’\u00e8 chi ha pensato che il Battista parlando di Ges\u00f9 abbia usato il termine aramaico talya<\/em>, che significa contempora- neamente sia \u201cservo\u201d che \u201cagnello\u201d. I Padri latini, a questa figura del Servo del Signore, aggiungono quella dell’\u201cagnello pasquale\u201d, immolato dagli ebrei al momento della partenza dall’Egitto.<\/p>\n Al tempo dell’Esodo l’agnello non ebbe significato sacrificale, ma solo liberatorio: il suo sangue serv\u00ec per indicare le case degli ebrei salvati e le carni furono consumate nella cena nella notte della partenza. Ma al tempo di Ges\u00f9 l’agnello pasquale, da consumare nella cena, veniva immolato nel tempio e il suo sangue veniva versato ai piedi dell’altare, due segni inconfondibili del suo carattere sacrificale commemorativo. L’evangelista ci ricorda che, mentre nel Tempio venivano sacrificati gli agnelli (era il 14 del mese di Nisan), Ges\u00f9 era issato in croce, trattato come agnello pasquale al quale era proibito rompere le ossa (Gv<\/em> 19,33.36). I soldati infatti non gli ruppero alcun osso, ma lo trafissero con una lancia. Questo collage di figure messe insieme dalla tradizione ebraico-cristiana viene posto in bocca al Battista nella sua presentazione di Ges\u00f9 che oggi leggiamo. \u00c8 un quadro grandioso, dentro il quale va posta anche la preesistenza di Cristo e la sua qualit\u00e0 di Figlio di Dio: \u201cDopo di me viene un uomo che \u00e8 avanti a me, perch\u00e9 era prima di me\u201d.<\/p>\n Affiorano qui le parole dell’inno che aprono il vangelo di Giovanni: \u201cIn principio era il Verbo e il Verbo era con Dio\u201d (1,1). Il Battista indica Ges\u00f9 come l’uomo in cui abita lo Spirito: \u201cHo veduto lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui\u201d. L’evangelista lo presenter\u00e0 come la sorgente dello Spirito, come \u201cacqua viva che zampilla verso la vita eterna\u201d (4,14; 7,37-39). Infine, al culmine della sua confessione ormai totalmente cristiana, dice: \u201cHo visto e ho testimoniato che questi \u00e8 il Figlio di Dio\u201d. La stessa confessione di Natanaele di Cana (1,49). Ne risulta una confessione cristiana limpida che risale alla tradizione apostolica e che ogni credente \u00e8 tenuto anche oggi e professare e testimoniare: Ges\u00f9 \u00e8 colui che cancella il peccato del mondo, inteso come forza malefica che avvelena le coscienze e la societ\u00e0; \u00e8 colui che esiste prima del tempo perch\u00e9 \u00e8 eterno come Dio; \u00e8 il regno di Dio, cio\u00e8 la presenza personale della signoria di Dio nel mondo; in lui risiede lo Spirito santo come in una sorgente che zampilla; in una parola, \u00e8 il Figlio di Dio. Questa \u00e8 la nostra fede, quella che gridiamo al mondo!<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Il Vangelo di oggi \u00e8 in stretta continuit\u00e0 con quello di domenica scorsa. Solo che alla presentazione del Figlio da parte del Padre si sostituisce qui la presentazione da parte di Giovanni Battista. 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