{"id":6284,"date":"2007-11-23T00:00:00","date_gmt":"2007-11-23T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=6284"},"modified":"2015-06-19T14:07:58","modified_gmt":"2015-06-19T12:07:58","slug":"signore-ricordati-di-me-nel-tuo-regno","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/signore-ricordati-di-me-nel-tuo-regno\/","title":{"rendered":"Signore, ricordati di me nel tuo regno!"},"content":{"rendered":"

A chiusura dell’anno liturgico, facciamo nostra l’invocazione del ladrone pentito, compagno di sofferenza accanto alla croce di Ges\u00f9. Quest’ultima domenica dell’anno \u00e8 dedicata a Ges\u00f9 Cristo re dell’universo, perch\u00e9 egli \u00e8 il Signore del tempo e della storia, il primo e l’ultimo nell’opera della creazione. Con il suo atto creatore nasce la storia del mondo, e con il suo ritorno alla fine dei tempi, nella gloria della sua signoria divina, la nostra storia si chiuder\u00e0. Per celebrare questa regalit\u00e0 il Vangelo ci riporta paradossalmente al momento culmine della crocifissione di Ges\u00f9. C’\u00e8 qui una verit\u00e0 di fede fondamentale per il credente: Ges\u00f9 \u00e8 diventato re con la sua morte e risurrezione, ha regnato e regna dalla croce.<\/p>\n

Paolo lo ha gridato per primo: “Mentre i giudei cercano miracoli e i greci cercano la sapienza, noi annunciamo Cristo crocifisso, scandalo per i giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati (alla fede), sia giudei che greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio” (1 Cor<\/em> 1,22-24). Siamo davanti ad una regalit\u00e0 rovesciata, capovolta in confronto all’idea corrente nell’antichit\u00e0 e ai giorni nostri. Il limite estremo dell’umiliazione \u00e8 divenuto il culmine della gloria. Ad annunciare questa rivoluzione \u00e8 stato lo stesso Ges\u00f9, che aveva inventato il detto: “I primi saranno ultimi, e gli ultimi i primi” (Lc<\/em> 13,30). Pi\u00f9 specificamente ai discepoli aveva chiarito:”Voi sapete che i capi delle nazioni le dominano e i loro grandi esercitano su di esse il loro potere. Fra voi per\u00f2 non sia cos\u00ec; ma chi vuole essere grande tra voi si faccia vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sia il servo di tutti. Come il Figlio dell’uomo che non \u00e8 venuto per essere servito, ma per servire e dare la vita in riscatto per molti” (Mc<\/em> 10,42-45).<\/p>\n

La vera regalit\u00e0 per Dio \u00e8 quella del Crocifisso. Con questa chiarezza di idee, leggiamo il racconto proposto dalla liturgia. Appartiene alla narrazione pi\u00f9 ampia della crocifissione di Ges\u00f9, composta da Luca in maniera ordinata, ma sintetica. L’evangelista rifugge da descrizioni macabre o patetiche. Dice in modo asciutto che Ges\u00f9 fu crocifisso fra due “mal-fattori” (alla lettera, in greco kako-urgoi<\/em>), e le sue prime parole dalla croce sono state di perdono per i suoi carnefici. La scena \u00e8 variegata: c’\u00e8 la folla silenziosa e inorridita che sta a guardare, i capi religiosi che lo deridono, pur riconoscendo la sua attivit\u00e0 taumaturgica che ora dovrebbe sfruttare come prova delle sue pretese messianiche; ci sono i soldati che lo scherniscono dandogli a bere l’aceto, infine ci sono i due malfattori che in modo diverso lo interpellano. Ne risulta una triplice tentazione, che richiama le tre tentazioni subite da Ges\u00f9 nel deserto (4,1-13).<\/p>\n

Tutte convergono su un’unica sfida:”Salva te stesso!”. I soldati hanno appena fissato sulla cima della croce il cartello che il condannato portava appeso al collo e che conteneva il motivo della condanna: “Questi \u00e8 il re dei giudei”. Quel “titolo” fornisce loro lo spunto per lo scherno: “Se tu sei il re dei giudei, salva te stesso”. La sfida ha un apparente sapore di scherno, ma contiene una specie di proclamazione ufficiale dell’autorit\u00e0 romana. Giovanni dice che il cartello era scritto in tre lingue, ebraico, greco, latino; un’iscrizione poliglotta per dire a tutti la regalit\u00e0 di Cristo, che scavalca i confini della nazione giudaica. Del resto quel cartello \u00e8 l’unica scritta contemporanea su Ges\u00f9, ha per contenuto la sua regalit\u00e0 e orienta l’attenzione proprio al centro del messaggio cristiano.<\/p>\n

Quella proclamazione di regalit\u00e0 \u00e8 confermata dai segni che accompagnano la morte di Cristo: l’eclissi di sole che sparge il buio su tutta la terra, a significare l’orrore della natura intera per la morte del suo sovrano; lo squarciarsi del velo del tempio, ad indicare che Dio non \u00e8 pi\u00f9 chiuso nell’ambito di una nazione, ma apre le porte della sua casa a tutti. La richiesta-sfida lanciata dai capi e dai soldati: “Salva te stesso”, \u00e8 completata dalla “bestemmia”‘ di uno dei malfattori, che suona come invocazione, con una significativa aggiunta: “Salva te stesso e anche noi”. Dal punto di vista cristiano, \u00e8 il riconoscimento dell’efficacia salvifica della regalit\u00e0 del Crocifisso, descritta nel racconto che segue. La prima risposta sta nell’invocazione dell’altro malfattore, che prende le difese di Cristo, riconoscendone l’innocenza in contrapposizione alla sua colpevolezza sinceramente confessata. Il suo \u00e8 un atteggiamento di fede che si traduce in una supplica accorata, che ricorre qui per la prima e ultima volta: “Ges\u00f9, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”.<\/p>\n

La richiesta inizia con l’invocazione del semplice nome di Ges\u00f9, non usata mai da nessuno fino a quel momento, e prosegue col riconoscimento che nella sofferenza di quel suo compagno di sofferenza c’\u00e8 l’inizio di un regno spirituale capace di salvare lui e il mondo intero peccatore. Quell’uomo \u00e8 il prototipo del credente che unisce la propria croce a quella di Cristo e ne viene redento; cos\u00ec la sovranit\u00e0 salvifica di Dio prende possesso di lui e lo libera dai suoi peccati. Per questa operazione di misericordia non \u00e8 mai troppo tardi, la casa di Dio \u00e8 aperta a tutti fino all’ultimo istante di vita. La risposta di Ges\u00f9 \u00e8 meravigliosa: “Oggi sarai con me in paradiso”. Sulle labbra di Cristo quel regno diventa il paradiso.<\/p>\n

Nella lingua persiana da cui deriva, significa “giardino” e richiama l’Eden dove la prima coppia umana visse felice. Per i cristiani diventa sinonimo di “vita eterna”, di felicit\u00e0 e di beatitudine senza fine con Dio. La frase vuole affermare la sopravvivenza della persona dopo la morte e la sua unione con Cristo in Dio (1 Tes<\/em> 4,14). Nessuno, morendo, scompare nel nulla. C’\u00e8 un “oggi” del regno di Dio che raggiunge tutti individualmente in vita e in morte, e c’\u00e8 un domani collettivo di resurrezione che ci raggiunger\u00e0 alla fine dei tempi. Il regno di Dio \u00e8 a cavallo tra il “gi\u00e0” e il “non ancora”. Abbraccia il presente e il futuro, il tempo e l’eternit\u00e0.<\/p>\n

La morte di Ges\u00f9 in croce \u00e8 una morte regale che produce salvezza. Il primo ad accaparrarsela \u00e8 il malfattore pentito (ladro fino in fondo!, direbbe sant’Agostino), poi il centurione che comanda il manipolo di soldati incaricati della crocifissione, poi le folle finora rimaste a guardare, e che rientrano in citt\u00e0 battendosi il petto. Solo i capi non si convertono e rimangono fuori della sovranit\u00e0 salvifica di Cristo, perch\u00e9 si escludono volutamente dal suo regno. Si attuano qui le profezie del Giusto sofferente che, con la sua morte, provoca la conversione di molti. Tale conversione \u00e8 descritta dal Salmo 22 (vv. 28-30) e dal profeta Isaia nell’ultimo canto del Servo del Signore (53,12). La base della signoria misericordiosa di Ges\u00f9 \u00e8 sul Calvario (il luogo del cranio), nel sacrificio estremo della sua vita offerta per amore. Il racconto di Luca iniziava con la preghiera di perdono del Crocifisso e termina con la conversione del malfattore suo compagno di sofferenza, del centurione esecutore materiale del supplizio, della folla che ha assistito alla scena. La regalit\u00e0 di Cristo si afferma qui e da qui si espande.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

A chiusura dell’anno liturgico, facciamo nostra l’invocazione del ladrone pentito, compagno di sofferenza accanto alla croce di Ges\u00f9. Quest’ultima domenica dell’anno \u00e8 dedicata a Ges\u00f9 Cristo re dell’universo, perch\u00e9 egli \u00e8 il Signore del tempo e della storia, il primo e l’ultimo nell’opera della creazione. Con il suo atto creatore nasce la storia del mondo, […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_acf_changed":false,"footnotes":""},"categories":[492],"tags":[],"acf":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/6284"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/1"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=6284"}],"version-history":[{"count":2,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/6284\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":36323,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/6284\/revisions\/36323"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=6284"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=6284"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=6284"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}