{"id":6268,"date":"2007-11-16T00:00:00","date_gmt":"2007-11-16T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=6268"},"modified":"2015-06-19T14:11:41","modified_gmt":"2015-06-19T12:11:41","slug":"perseveranza-nella-fede-garanzia-di-salvezza","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/perseveranza-nella-fede-garanzia-di-salvezza\/","title":{"rendered":"Perseveranza nella fede garanzia di salvezza"},"content":{"rendered":"
Il brano del Vangelo inizia con la constatazione della precariet\u00e0 di tutte le costruzioni umane e termina con l’invito alla perseveranza nell’impegno cristiano di vita. Nella storia tutto passa, nulla resiste all’usura del tempo. Il mondo \u00e8 pieno di rovine. I grandi monumenti delle civilt\u00e0 antiche sono ridotti a resti archeologici fotografati dai turisti, che cercano di indovinare le splendide forme che li rivestivano. I grandi imperi del passato sono ormai ricordi lontani, presenti solo nei libri di storia; molti di essi nessuno li ricorda pi\u00f9 perch\u00e9 non hanno lasciato traccia. Il libro biblico di Qohelet<\/em> ha cantato con profonda nostalgia la volubilit\u00e0 delle cose umane, e ne ha inculcato il disincanto con il suo celebre ritornello: “Vanit\u00e0 delle vanit\u00e0, tutto \u00e8 vanit\u00e0”.<\/p>\n A questa instabilit\u00e0 materiale e sociale delle cose terrene si aggiunge oggi il disimpegno e la provvisoriet\u00e0 delle scelte fatte nella nostra societ\u00e0. Sembra che sia impossibile avere idee, affetti e sentimenti che durino e sfidino il pur breve spazio delle vita. Possono allora suonare strane ed estemporanee le parole di Ges\u00f9 che chiudono il brano: “Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime” o quelle equivalenti: “Chi perseverer\u00e0 fino alla fine, sar\u00e0 salvato” (Mt<\/em> 10,22). La perseveranza nelle scelte e nell’impegno \u00e8 dunque virt\u00f9 cristiana indispensabile in tempo di crisi come il nostro, che produce montagne di spazzatura e cataste di fallimenti umani. L’ammonimento divino \u00e8 contenuto nel discorso escatologico, cio\u00e8 il discorso di Ges\u00f9 sugli eventi ultimi della storia e della vita umana sulla terra. La Chiesa ce ne propone un brano in questo scorcio di anno liturgico che sta per terminare. La fine di ogni anno, anche quello della liturgia, invita a riflettere sul significato della storia e dell’esistenza.<\/p>\n \u00c8 prudente saggezza, perch\u00e9 abbiamo una sola vita da spendere e, fallita questa occasione, \u00e8 fallito tutto. Lo spunto al discorso \u00e8 fornito a Ges\u00f9 da anonimi ascoltatori che ammirano estasiati le bellezze del tempio di Gerusalemme, dove il Signore sta parlando. La loro sensibilit\u00e0 artistica \u00e8 raccolta da Ges\u00f9, che la condivide, ma avverte subito realisticamente: “Verranno giorni in cui di tutto quello che ammirate non rester\u00e0 pietra su pietra”. Chi visita oggi la spianata del tempio di Gerusalemme, occupata dalle due moschee islamiche, constata che della splendida costruzione ristrutturata con grande magnificenza da Erode il Grande dal 19 al 10 a.C. non resta pi\u00f9 nulla nel modo pi\u00f9 assoluto. Luca distingue con maggiore precisione, nel discorso escatologico, il tema delle fine di Gerusalemme – avvenuta nel 70 d.C. ad opera dell’esercito romano di Tito, figlio dell’imperatore Vespasiano (69-79) dal tema della fine del mondo, di impossibile datazione e descrizione. Ci\u00f2 \u00e8 dovuto al fatto che egli pu\u00f2 citare le profezie che si sono gi\u00e0 realizzate, o che sono in corso di realizzazione nel tempo in cui scrive il suo Vangelo, quando gi\u00e0 si preparavano o erano in corso la guerra giudaica e la storia della Chiesa.<\/p>\n Per lui quelle profezie erano la garanzia del futuro, decisivo intervento di Dio nella storia per liberare il suo popolo e rinnovare il mondo. Qui per\u00f2 tutto rimane nel vago, e le immagini simbolo sono prese dal repertorio classico dei profeti, che avevano annunciato l’avvento del “giorno del Signore”. Proprio per questa impossibilit\u00e0 di conoscere gli eventi ultimi, sovrapposti nella visione profetica a quelli recenti, Ges\u00f9 non risponde alla domanda sul quando e sul come avverranno. La descrizione che segue riguarda dunque il tempo della Chiesa apostolica, che Luca descriver\u00e0 poi, in dettaglio, nel libro degli Atti degli apostoli. Tre sono gli eventi annunciati nel prossimo futuro che seguir\u00e0 la Pasqua: la comparsa di falsi profeti, il sopravvenire di rivoluzioni e di catastrofi naturali, la persecuzione della Chiesa. La comparsa di falsi profeti, che eccitarono gli animi e scatenarono la febbre nazionalistica degli ebrei all’origine della guerra giudaica, \u00e8 descritta con precisione dallo storico Giuseppe Flavio, direttamente coinvolto negli eventi che narra.<\/p>\n Una sintesi \u00e8 fatta da rabbi Gamaliele al Sinedrio, riunito per decidere la sorte di Pietro e Giovanni sorpresi a predicare nel tempio (At<\/em> 5,35-39). Ges\u00f9 esorta a non ascoltare questi improvvisati Messia e a non aver paura di loro. Sono personaggi di tutti i tempi, anche dei nostri. La lunga vicenda della guerra giudaica (66-70) \u00e8 poi descritta brevemente con l’annuncio di rivoluzioni, ribellioni e guerre, e si chiude con l’invito a non farsi terrorizzare. I terremoti, le carestie e la peste erano mali ricorrenti in quel tempo (At<\/em> 11,27-30). Meno scontato poteva essere l’annuncio della persecuzione dei cristiani. Qui la descrizione si fa pi\u00f9 dettagliata, ricalcando la storia narrata da Luca negli Atti, con protagonisti Pietro e Giovanni (At<\/em> 5,17s), Stefano (6,12s; 7,55s), i cristiani di Gerusalemme e di Damasco perseguitati da Saulo (8,1s), Pietro e Giacomo (12,1s).<\/p>\n La stessa persecuzione continuer\u00e0 poi nella missione di Paolo, preso di mira da giudei e pagani. Ges\u00f9 assicura a tutti la sua vicinanza, e la sua difesa e la sua protezione. Nessuno \u00e8 abbandonato a se stesso nella sua testimonianza di fede (martyr\u00eca). Lo Spirito santo promesso veglier\u00e0 su tutti (Gv<\/em> 15,26s) e render\u00e0 efficace e inarrestabile la diffusione della Parola. Alla persecuzione delle autorit\u00e0 giudaiche e romane si aggiunger\u00e0 la divisione e la persecuzione all’interno delle famiglie. Tutte cose che Ges\u00f9 aveva gi\u00e0 annunciato ai suoi discepoli nel corso della sua predicazione (Lc<\/em> 12,51-53), con l’aggiunta sconcertante: “Sarete odiati da tutti a causa del mio nome”. Egli non ha mai illuso i suoi seguaci, prospettando loro un’esistenza tranquilla e pacifica. Gi\u00e0 la vita \u00e8 difficile per tutti, ma per i cristiani lo \u00e8 ancora di pi\u00f9 per il loro impegno che contrasta le convinzioni e lo stile della societ\u00e0 pagana in cui sono immersi. Perci\u00f2 da loro si richiedono decisioni definitive e convinte, la perseveranza e la costanza nella fede. Solo con queste premesse \u00e8 assicurata loro la vita eterna (At<\/em> 14,22). Sono insegnamenti pi\u00f9 che mai attuali in tempi di instabilit\u00e0 psicologica come i nostri.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Il brano del Vangelo inizia con la constatazione della precariet\u00e0 di tutte le costruzioni umane e termina con l’invito alla perseveranza nell’impegno cristiano di vita. Nella storia tutto passa, nulla resiste all’usura del tempo. Il mondo \u00e8 pieno di rovine. 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