{"id":6213,"date":"2007-10-26T00:00:00","date_gmt":"2007-10-25T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=6213"},"modified":"2015-08-05T15:36:09","modified_gmt":"2015-08-05T13:36:09","slug":"piccolo-grande-spaccato-di-cattolicita","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/piccolo-grande-spaccato-di-cattolicita\/","title":{"rendered":"Piccolo, grande spaccato di cattolicit\u00e0"},"content":{"rendered":"

Si \u00e8 appena conclusa la 45a Settimana sociale, inaugurata a Pistoia il 18 ottobre e proseguita con le sessioni di studio a Pisa fino a domenica 21. \u00c8 stata un’edizione particolare perch\u00e9 nell’anno centenario dalla prima del 1907, Settimana nata grazie all’opera di Giuseppe Toniolo. Una sassaiola accolse i partecipanti della prima Settimana, un’accoglienza attenta ha invece accolto i delegati, pi\u00f9 di mille, provenienti da tutte le diocesi italiane. Benedetto XVI nel suo messaggio di saluto ha commentato il tema del Convegno: ‘Il bene comune oggi. Un impegno che viene da lontano’ con queste parole: ‘Il tema scelto, pur essendo gi\u00e0 affrontato in alcune precedenti edizioni, mantiene intatta la sua attualit\u00e0 ed anzi \u00e8 opportuno che sia approfondito e precisato proprio ora, per evitare un uso generico e talvolta improprio del termine bene comune’. \u00c8 toccato ad Andrea Riccardi, fondatore della Comunit\u00e0 di Sant’Egidio, ripercorrere la storia delle Settimane, mettendo in evidenza, in ultimo, come siano state lo specchio da un lato, proposta propulsiva di nuove vie dall’altro, della situazione politico-economico-sociale del nostro Paese. L’economista Stefano Zamagni ha relazionato sul tema ‘Bene comune nell’era della globalizzazione’ e, attraverso un percorso articolato tra storia ed analisi economica, ha proposto una visione di bene comune raggiungibile e godibile mediante l’intersezione a pieno titolo e con eguale dignit\u00e0 dell’economia civile (il terzo settore) nel binomio classico di Stato-mercato, grazie anche ad un allargamento degli spazi della partecipazione alla costruzione della polis mediante l’esercizio della democrazia deliberativa. Pierpaolo Donati, sociologo dell’Universit\u00e0 di Bologna ha relazionato sul tema ‘Stato, mercato e terzo settore’; al cuore della sua tesi, il superamento dello stile hobbesiano contrattuale e conflittuale della relazione politica-societ\u00e0 civile: ‘La res publica in Italia \u00e8 un campo di lotta fra partiti politici, gruppi di potere, di pressione e di influenza che perseguono interessi particolaristici senza alcuna reale responsabilit\u00e0 verso il bene comune. Questa concezione storica del bene comune e dello Stato ha esaurito la sua spinta e diventa patogena. Occorre rifondare lo Stato sociale sulla base di una visione del bene comune alternativa alla soluzione hobbesiana e che si ispira alla dottrina sociale cattolica’. Francesco D’Agostino dell’Universit\u00e0 di Tor Vergata ha invece parlato sul tema ‘Le prospettive della biopolitica’, indagando sulla sempre maggiore pervasivit\u00e0 del legislatore sulla vita personale e sulla sfera privata della persona. Luigi Alici, presidente di Azione cattolica italiana, ha avuto l’incarico di esporre l’ultima relazione: ‘Educare e formare’, il ‘lavoro’ dell’educazione come lavoro di fascino, di testimonianza, di formazione integrale della persona. Infine la tavola rotonda della domenica ha chiuso i lavori. Tra gli interventi, da segnalare quello di Savino Pezzotta, che ha presentato il bene comune come ‘scelta antropologica, come visione dell’uomo e del suo essere nel mondo’. Novit\u00e0 di questa Settimana sociale, la presenza di politici: il ministro Fioroni, Paola Binetti, Luisa Santolini, Pierligi Castagnetti, Rocco Buttiglione, Luca Marconi ed altri che si sono avvicendati, hanno partecipato ai lavori anche con interventi, ma soprattutto hanno ‘respirato’ il vento che tira nella comunit\u00e0 ecclesiale: no all’antipolitica, ma al contempo un desiderio di trovare spazi nuovi di partecipazione, una domanda di non invasivit\u00e0 della sfera politica sul civile, una richiesta di attenzione ai problemi concreti della gente. L’assemblea dei delegati ha lasciato trasparire, dai numerosi interventi (pi\u00f9 di 200), dalla ‘geografia’ degli applausi, l’esistenza di anime diverse decise ad ascoltarsi, a capirsi, ma anche, a volte, prigioniere di schemi pi\u00f9 ideologici che teologico-pastorali. Un esempio su tutti: \u00e8 stato da pi\u00f9 parti descritto lo scenario di una spaccatura tra chi difende i valori della vita e della famiglia, ‘sentiti’ di destra, e chi invece quelli della pace, della giustizia, della salvaguardia del creato, attribuiti alla sinistra. Molti si sono decisamente dissociati da questa visione, ricordando l’unitaria completezza dell’insegnamento del Magistero. Niente di nuovo forse, ma di nuovo c’\u00e8 stata la ricchezza degli interventi, la grande attenzione nell’ascoltare e nel capire, una variet\u00e0 di esperienza, di mondi, che, pur nella naturale dialettica, riescono tuttavia a coesistere. Pisa \u00e8 stato un piccolo spaccato di cattolicit\u00e0 della Chiesa cattolica. E per noi umbri? Siamo tornati con tanta voglia di comunicare prima di tutto la bellezza della Chiesa italiana, viva e varia, comunicare la voglia di tanti cattolici di partecipare al dibattito pubblico del proprio Paese, e soprattutto di lavorare perch\u00e9 proprio in Umbria, terra di Francesco, tante volte ricordato in questa Settimana, i cattolici possano contribuire – di pi\u00f9 di quanto fino ad ora hanno fatto – al bene comune, allargando gli spazi della partecipazione democratica. E in Umbria ce n’\u00e8 davvero bisogno. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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