{"id":6174,"date":"2007-10-12T00:00:00","date_gmt":"2007-10-12T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=6174"},"modified":"2007-10-12T00:00:00","modified_gmt":"2007-10-12T00:00:00","slug":"la-legge-naturale-ha-la-rivincita","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/la-legge-naturale-ha-la-rivincita\/","title":{"rendered":"La legge naturale ha la ‘rivincita’"},"content":{"rendered":"
Dietro l’assordante attualit\u00e0 della politica e dell’antipolitica, dietro la debolezza della politica, che si percepisce in Italia e nelle democrazie pi\u00f9 consolidate, ci sono alcune questioni di fondo. Il Papa ne ha nuovamente affrontata una su cui da tempo insiste, quella della ‘legge naturale’. Sembrava definitivamente mandata in soffitta dalla ‘concezione positivista del diritto’, per cui in ultima istanza ‘la maggioranza di un momento diventerebbe l’ultima fonte del diritto’. La questione, che non \u00e8 solo filosofica o teologica – il Papa ne ha parlato, da ultimo, all’annuale riunione della Commissione teologica internazionale -, ha delle chiarissime implicazioni pratiche. Insomma, cacciata dalla porta del processo di secolarizzazione, la questione dei fondamenti, dunque del radicamento dei diritti e doveri della persona, ritorna oggi in una situazione ‘di smarrimento e di confusione’. Ritorna, nel discorso del Papa, il tema chiave del suo magistero: ‘La trasparenza della ragione umana alla Ragione creatrice’. Di qui l’appello a ‘mobilitare tutte le coscienze degli uomini di buona volont\u00e0’, senza alcuna barriera confessionale. La legge naturale (che in fin dei conti, osserva il Papa citando il Catechismo, \u00e8 esposta nel Decalogo) ‘diventa cos\u00ec la vera garanzia offerta ad ognuno per vivere libero e rispettato nella sua dignit\u00e0, e difeso da ogni manipolazione ideologica e da ogni arbitrio e sopruso del pi\u00f9 forte’. D’altra parte, \u00e8 vero che le certezze apparentemente inossidabili del positivismo giuridico sono ormai messe in discussione proprio da questo senso di sfilacciamento e di vuoto. Si pu\u00f2 fare a meno, nel tessuto della democrazia, del bene come criterio di giudizio e obiettivo essenziale per i singoli come per tutta la societ\u00e0? \u00c8 l’esperienza quotidiana che falsifica l’idea per cui solo il relativismo sui valori pu\u00f2 fondare la democrazia, pu\u00f2 garantire la tolleranza e il rispetto reciproco tra le persone. Il punto \u00e8 come rilanciare un percorso che tenga al centro – in modo aperto e non dogmatico – proprio i fondamentali valori etici, alla base dell’idea e della pratica del diritto naturale. Si apre in realt\u00e0 un grande spazio alla ricerca e all’impegno. La sensazione infatti \u00e8 che le categorie filosofico-politiche della secolarizzazione siano ormai inadeguate e che sia tempo di quei nuovi percorsi cui proprio Benedetto XVI va pungolando. \u00c8 la stessa preoccupazione peraltro che aveva spinto il suo predecessore, Giovanni Paolo II, nel suo dialogo a tutto campo e, in particolare, nel suo magistero sulle radici cristiane dell’Europa. Non \u00e8, come Benedetto XVI ha pi\u00f9 volte sottolineato, una negazione della modernit\u00e0: anzi… \u00c8 il rilancio del dinamismo cristiano e cattolico della modernit\u00e0, dopo i conflitti del Settecento e dell’Ottocento, sulla strada di una sintesi che gi\u00e0 si era sperimentata a met\u00e0 del XX secolo.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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