{"id":6127,"date":"2007-09-21T00:00:00","date_gmt":"2007-09-21T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=6127"},"modified":"2015-06-22T12:51:15","modified_gmt":"2015-06-22T10:51:15","slug":"fatevi-amici-in-cielo-con-la-vostra-ricchezza","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/fatevi-amici-in-cielo-con-la-vostra-ricchezza\/","title":{"rendered":"Fatevi amici in cielo con la vostra ricchezza"},"content":{"rendered":"
Se questa parabola non l’avesse raccontata Ges\u00f9, nessuno avrebbe osato inventarla, perch\u00e9 a prima vista appare scandalosa. Sembra quasi che Ges\u00f9 proponga come esempio un autentico truffatore, un furbo doppiamente disonesto: prima di tutto perch\u00e9 \u00e8 stato un amministratore (in greco oik\u00f2nomos) incapace e ladro, tanto che il padrone aveva deciso di licenziarlo; poi perch\u00e9, prima di lasciare l’incarico, ha contraffatto le fatture per assicurarsi un avvenire sicuro. \u00c8 chiaro che siamo davanti ad un uomo senza scrupoli; e meraviglia che il padrone gli abbia lasciato ancora per un po’ la possibilit\u00e0 di derubarlo. L’episodio non meraviglia pi\u00f9 di tanto noi che siamo abituati ormai a truffe di ben altre proporzioni: la corruzione stimmatizzatala Ges\u00f9 \u00e8 cronaca di tutti i giorni… In pi\u00f9 noi abbiamo l’aggravante della mafia, della camorra, della ‘ndrangheta che riempiono le cronache dei nostri giornali e la televisione. Le tangenti, il pizzo, l’emissione di fatture false sono per noi pane quotidiano. Il male \u00e8 che ci abbiamo fatto l’abitudine e rischiamo di caderci dentro.<\/p>\n
Di questa corruzione parla Ges\u00f9 per mettere in guardia contro la scaltrezza umana, sempre cos\u00ec ricca di inventiva nel progettare il male. Egli la paragona alla mancanza di fantasia dei credenti nel fare il bene. L’ambiente descritto \u00e8 quello palestinese del tempo. Alcuni latifondisti, che spesso vivevano all’estero, si erano accaparrati grandi poderi, dati poi in gestione ad amministratori locali. Questi facevano il bello e cattivo tempo nel gestire enormi capitali difficilmente controllabili, perch\u00e9 non esisteva una vera contabilit\u00e0 e l’amministrazione era di tipo fiduciario. Uno di questi fattori \u00e8 stato accusato di corruzione e viene licenziato. L’interessato non pensa nemmeno di cercarsi una nuova amministrazione da gestire, perch\u00e9 ormai si sente squalificato. Dopo un breve monologo, dove formula varie ipotesi, decide di operare un’ultima truffa ai danni del suo padrone, che ha commesso l’ingenuit\u00e0 di lasciarlo ancora per un po’ al suo posto. Modifica le cifre contabili e si crea cos\u00ec amici e complici. Nel racconto tutto \u00e8 costruito ad arte per colpire gli ascoltatori, scioccati da questa storia inverosimile e paradossale.<\/p>\n
La conclusione appare sorprendente nel testo originale greco: “Il Signore (Kyrios<\/em> = Ges\u00f9) lod\u00f2 quell’amministratore disonesto, perch\u00e9 aveva agito con scaltrezza”. Ges\u00f9 non loda la truffa in s\u00e9, che rimane un atto stimmatizzato come disonesto, alla pari del fattore. Ges\u00f9 invita a guardare con ammirazione l’intraprendenza che ha usato quel fattore disonesto per cavarsi da una situazione disperata. \u00c8 un ‘figlio di questo mondo’ che si \u00e8 regolato secondo i criteri amorali in uso nella societ\u00e0 secolarizzata senza Dio. Egli mostra di ignorare il comandamento divino che vieta di rubare e di comportarsi con disonest\u00e0 (Es<\/em> 20,15). \u00c8 contrapposto ai “figli della luce”, che sono i seguaci di Ges\u00f9, chiamati ad essere “luce del mondo” con la loro condotta morale ineccepibile, nota a tutti (Mt<\/em> 5,14-16). Peccato per\u00f2, lamenta Ges\u00f9, che spesso siano indifferenti e pigri davanti alla ricchezza del Vangelo, mentre dovrebbero essere interessati e attivi.<\/p>\n I figli della luce sono rappresentati dall'”amministratore (ancora oik\u00f2nomos<\/em>) fedele e saggio che il Signore pone a capo della sua servit\u00f9” e che Ges\u00f9, in una parabola precedente, chiama ‘beato’, perch\u00e9 ha svolto onestamente e fedelmente il suo compito (Lc<\/em> 121,42-44). Appare chiara l’intenzione di confrontare le due figure, chiamate con lo stesso nome e poste ambedue ad amministrare i beni del padrone. Il secondo per\u00f2, a differenza del primo, lo fa con scrupolosa onest\u00e0 e fedelt\u00e0. Ambedue sono lodati, ma per motivi del tutto diversi. Il primo \u00e8 lodato per la sua scaltrezza e intraprendenza, il secondo per la sua scrupolosa fedelt\u00e0 e correttezza. Il primo \u00e8 cacciato perch\u00e9 disonesto, il secondo \u00e8 promosso perch\u00e9 onesto. Ges\u00f9 con la nostra parabola incita ogni suo seguace, divenuto amministratore dei beni di Dio, ad essere pi\u00f9 attivo, pi\u00f9 coraggioso e pi\u00f9 scaltro dei figli di questo mondo.<\/p>\n \u00c8 un rimprovero per la nostra mancanza di entusiasmo e pigrizia nel credere e nell’agire. Noi cristiani dobbiamo rimproverarci tanti peccati di omissione. Ges\u00f9 aggiunge alla parabola una serie di suggerimenti adatti stimolare i cristiani nella via dell’agire cristiano. Il primo detto, ricalcato sulla parabola, esorta ad essere attivi e creativi nella carit\u00e0 verso i poveri, che \u00e8 l’unico capitale che rende bene nella banca di Dio. \u00c8 un’esortazione che ha dato vita a quella fioritura tanto ricca e varia di opere assistenziali in campo religioso e sociale, che \u00e8 fiore all’occhiello della storia della Chiesa. In questo settore la parabola di Ges\u00f9 ha funzionato, il che non \u00e8 poco. I figli della luce, in questo settore, sono stati pi\u00f9 attivi e creativi dei figli del mondo. Hanno fatto da traino anche per l’azione dello Stato, almeno in capo ospedaliero e scolastico. C’\u00e8 una seconda esortazione che riguarda ognuno di noi nella vita di ogni giorno: invita alla fedelt\u00e0 nelle piccole cose, che sono come l’orditura di fondo della vita quotidiana. Se non c’\u00e8 questa trama lavorata accuratamente, la tessitura della vita non regge.<\/p>\n La fedelt\u00e0 a Dio si vede nelle piccole cose: “Chi \u00e8 fedele nel poco, \u00e8 fedele anche nel molto”. Chi non ha saputo amministrare con scrupolo i beni della vita terrena, che hanno un valore relativo, non potr\u00e0 gestire i beni della vita eterna, che sono grandi e imperituri. Non merita fiducia. La terza esortazione esclude ogni compromesso nelle scelte morali tra i due antagonisti della vita umana: Dio e il denaro. Il detto \u00e8 perentorio: “Nessun servo pu\u00f2 servire due padroni”: il denaro (chiamato col termine ebraico mammona), spesso frutto di ingiustizia o causa d’ingiustizia, e Dio, da amare sopra ogni cosa. L’uso della ricchezza \u00e8 un test per verificare l’amore di Dio. Le due realt\u00e0 sono in concorrenza fra loro per la conquista del cuore dell’uomo, e proprio nel cuore umano possono risultare incompatibili. La scelta, come sempre, \u00e8 nelle nostre mani.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Se questa parabola non l’avesse raccontata Ges\u00f9, nessuno avrebbe osato inventarla, perch\u00e9 a prima vista appare scandalosa. 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