{"id":61041,"date":"2021-06-17T19:33:54","date_gmt":"2021-06-17T17:33:54","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=61041"},"modified":"2021-07-09T13:36:53","modified_gmt":"2021-07-09T11:36:53","slug":"economia-non-premiare-solo-i-forti","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/economia-non-premiare-solo-i-forti\/","title":{"rendered":"Economia. Non premiare solo i \u201cforti\u201d"},"content":{"rendered":"

Stefano de Martis<\/strong><\/p>\n

L\u2019economia italiana ha ripreso a crescere, e con ritmi persino superiori alle previsioni di qualche mese fa. Lo dicono le prime rilevazioni dell\u2019Istat e lo confermano le stime: secondo quelle recentissime della Banca d\u2019Italia, nel 2021 il Pil potrebbe aumentare del 4,9-5%. Un tasso che ci colloca davanti a molti partner europei con una tradizione di crescita ben pi\u00f9 sostenuta della nostra.<\/p>\n

Quest\u2019annotazione ci conforta, ma allo stesso tempo ci ricorda che il nostro Paese viene da anni di crescita bassissima o nulla, e quindi la strada per cancellare il divario \u00e8 ancora lunga. Basti pensare che l\u2019Italia \u00e8, con la Grecia, l\u2019unica in Europa a non aver ancora recuperato i livelli di Pil di prima della Grande Crisi del 2007-2009.<\/p>\n

Ci\u00f2 premesso per evitare letture trionfalistiche, \u00e8 del tutto evidente come la prospettiva di una ripresa cos\u00ec vigorosa rappresenti un\u2019ottima notizia, da condividere con la giusta dose di entusiasmo. Lo \u00e8 anche dal punto di vista finanziario: il debito pubblico \u00e8 cresciuto a dismisura per fronteggiare il Covid e l\u2019unica via per riportarlo entro livelli fisiologici in tempi ragionevolmente brevi \u2013 senza ricorrere a improponibili politiche di austerit\u00e0 \u2013 \u00e8 proprio quella di una crescita robusta. Lo ha sottolineato anche il premier Draghi nel corso dell\u2019ultimo G7 in Cornovaglia.<\/p>\n

Ripresa importante<\/h2>\n

Ma ovviamente la ripresa in corso \u00e8 importante soprattutto perch\u00e9 crea i presupposti per sanare le ferite provocate dalla pandemia, in particolare sul fronte dell\u2019occupazione. Un ruolo decisivo lo hanno giocato le misure adottate finora dai Governi \u2013 sarebbe ingeneroso negarlo \u2013 e ancora pi\u00f9 decisivo sar\u00e0 il contributo del Pnrr. Tutte le stime incorporano gli effetti che il Pnrr avr\u00e0 sull\u2019economia e senza di esso il quadro sarebbe profondamente diverso. L\u2019attuazione puntuale e tempestiva del Piano \u00e8 una responsabilit\u00e0 che incombe su tutte le istituzioni, nazionali e locali, e su tutte le forze politiche presenti in Parlamento, ciascuna nella misura del suo ruolo e del suo rilievo.<\/p>\n

Parallelamente c\u2019\u00e8 un\u2019altra responsabilit\u00e0 che investe il sistema politico in tutte le sue articolazioni. Non basta infatti creare le condizioni perch\u00e9 l\u2019economia si rimetta a camminare o meglio ancora a correre.<\/p>\n

Valutare l’impatto sociale della crescita<\/h2>\n

Un terreno specifico su cui la politica si qualifica per le sue scelte \u00e8 quello dell\u2019impatto sociale della crescita: si tratta di assicurare che questo processo non vada a premiare ancora una volta i pi\u00f9 \u201cforti\u201d, ma concorra a ricucire le fratture che si sono aperte nel Paese, e sostenga in modo particolare le situazioni di fragilit\u00e0.<\/p>\n

Abbiamo gi\u00e0 sperimentato in passato gli esiti disastrosi di una visione darwiniana dell\u2019economia; e la pandemia \u2013 ce lo ricorda costantemente il Capo dello Stato \u2013 ci ha insegnato con la forza del dramma che abbiamo bisogno gli uni degli altri. Avanti con la crescita, dunque, e ognuno metta in campo tutto quel che pu\u00f2 dare. Ma \u00e8 tutta la comunit\u00e0 nazionale che deve crescere, non solo il Prodotto interno lordo.<\/p>\n

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